
La bella stagione che sta entrando in scena incornicia un mood fatto di vestiti realistici e desiderabili indossabili ma mai noiosi.
Abiti buoni, classici e senza tempo. All’unanimità con grande decisione, i designer hanno dimostrato una sola cosa: la moda può essere molto attraente e sartoriale anche senza tutta l’agitazione che ruota intorno.
Forse non è un caso che sia stato proprio il nome di un film a tormentarmi ovunque andassi questa stagione. Ma non mi era totalmente chiaro perché “A single Man”, fosse così significativo. Fino a questo momento sto guardando le prime foto delle collezioni ss 2018, “ A single Man” è il titolo del film che articola perfettamente in due parole quante collezioni saranno ricevute dal cliente finale della fashion chain. Questa è una delle rare stagioni dove le aziende hanno incorniciato la moda in modo che i vestiti in se stessi diventassero le star, al posto del brand che così spesso rischia di oscurarli.

“Mai uniformarsi”. È questo il mantra della collezione Lardini.
Non ci sono confini geografici, nessuna regola nel vestire: l’uomo Lardini vive in città, ma ama l’avventura e vestirsi con capi e abiti sartoriali pratici, freschi e maschili. Fa un po’ il gentiluomo e un po’ l’avventuriero e regala echi coloniali alla nuova eleganza sartoriale del marchio. Capi come la fill jacket, la sahariana, la short jacket, il blazer. Tutti con un quid in più, a cominciare dall’etichetta cucita all’interno, che è una vera dichiarazione d’intenti e recita: “J’aime le militaire. Uniforme ne signifie pas uniformité”.
Le citazioni coloniali attraversano tutta la collezione sartoriale e definiscono l’equilibrio tra materiali, colori e forme.
I lini leggerissimi, spesso mischiati alla seta, e i cotoni sportivi evocano un mondo disinvolto e avventuroso. Le nuance sono naturali e morbide (si va dal beige al nocciola, dal verde militare al marrone) e riportano a un’atmosfera rilassata. Toni che acquistano vigore quando sono combinati al blu navy e al bianco.

“Los caballeros de La Habana”, è questa l’identità della collezione di Gabriele Pasini.
Una lavorazione sartoriale che si legge, prima ancora che nei look in cui si articola, negli art-work, veri e propri collage, realizzati dallo stesso stilista – completi di immagini, annotazioni, dettagli, campioni di tessuto – da cui egli, d’abitudine, prende il via per arrivare al prodotto. Ciascuno di questi tableau è, in verità, già un look definito nel suo insieme, dal capo-spalla all’accessorio, per nulla imposto, semmai proposto come un’entità definita in ogni suo elemento. Come se il designer si calasse nei panni di un “dresser”, con l’intenzione di aiutare il potenziale cliente nell’orientarsi tra le coordinate di uno stile a elevato tasso di identità e di qualità.
L’identità si esprime innanzitutto nella cura della definizione formale dei capi. Per meglio dire, nella loro marcata anima sartoriale di sapore del tutto italiano e napoletano in special modo.
Prevale senza dubbio il blu, o meglio i blu: notte, navy, royal, China – quest’ultimo riesce a rendere ad accrescere il glamour dei completi da sera – accanto ai quali si susseguono il bianco, il naturale, il fango, i marroni, i verdi e una singolare nuance di rosso mattone/ruggine. Tutti sono mixati nelle disegnature consuete del lessico maschile: Principe di Galles, pied de poule inquadrato nei check, puntinature, rigature, regimental, bastoncini, vichy.

Elogio del doppiopetto per Tagliatore di Pino Lerario con giacca semifoderata e destrutturata, check in seta/lino, rever a lancia, tasche a toppa, spalla insellata, maniche a camicia, dettagli sartoriali, asole aperte, bottoni effetto corno e fit leggermente sciancrato.
Oppure una giacca doppiopetto extralight totalmente sfoderata e destrutturata, gessato in lino, tasche a toppa, spalla insellata, maniche a camicia, dettagli sartoriali, asole aperte, bottoni in metallo. Le nuances vanno dal blu al marrone bruciato per finire un candido bianco o uno smorzato panna.

Per la Primavera/Estate 2018, nelle sue collezioni Luigi Bianchi Mantova Sartoria e L.B.M.1911, la storica attività sartoriale mantovana, ha scelto di celebrare la natura in tutte le sue sfumature, proponendo un viaggio attraverso i colori degli elementi che la compongono.
Ecco quindi che gli iconici capispalla Made in Mantova si tingono di una palette estremamente variegata e raffinata: dal medium e dark blue simbolo di eleganza senza tempo agli azzurri freschi o polvere dall’aura sognante, ai colori del caffè e del cioccolato che suggeriscono calore e benessere fino al bianco e i colori verdi della natura lussureggiante.

Dal Dna del brand Paoloni, nasce la nuova linea di pantaloni P Paoloni.
“Nell’oggi cammina già il domani” è la frase che introduce la linea nel packaging non solo, ad attestare un’anima contemporanea con uno sguardo verso il futuro.
Un rivolgersi a un consumatore trasversale grazie a tre tipologie di vestibilità regular, per un uomo dall’impronta più classica, slim, per un uomo contemporaneo fino al baggy per un mood più avanguardista.
I modelli spaziano da quelli dagli aspetti più formali e tagli sartoriali, passando per approcci più sportivi, fino a vestibilità relaxed, come per i pantaloni e bermuda tuta ma sempre con uno sguardo alla classicità e una ricerca dei tessuti di altissima qualità, un occhio attento ai dettagli e agli accessori che fanno la differenza.
Le lavorazioni sono sartoriali nella tasche e nei dettagli, curati nei minimi particolari a partire dal gancio personalizzato removibile o il logo termosaldato, fino alle texture interne con effetto tridimensionale. La palette cromatica attinge ai colori più tenui e decisamente estivi come il bianco e il beige, punta sul verde e grigio fino ad arrivare al blu e il bluette.
