Tra accessori e mise ad alto tasso d’arte creativa, va in scena la collezione Louis Vuitton Cruise 2019 disegnata da Nicolas Ghesquière, che propone e mescola le sue creazioni e quelle dei suoi predecessori, tra esaltazione dei monogram e sposalizi felici, senza mai rinunciare a far star comode le donne, sempre più belle, sempre più femminili, sempre meno emaciate, in un trionfo di mix&match sempre più riuscito.

Innovazione e stile, puntando ai più alti standard qualitativi è nello spirito di tutte le griffe. Alcuni marchi in particolare del lignaggio importante come Louis Vuitton, hanno costruito la propria storia con una narrazione stilistica che si basa su solide certezze, su piccole variazioni a tema stagione dopo stagione, cercando ispirazioni più nei propri eleganti archivi che incamminandosi in viaggi azzardati. Insomma, il “trembler” non si addice a chi ha una storia da difendere.

Ma i luoghi comuni non sono fatti per essere smontati, e i primi passi di un cammino verso territori vergini, vedi in questa occasione la collaborazione con Grace Coddington, scrittrice iconica, illustratrice, fashion editor e famosa per il suo amore verso gli animali, ci regalano sempre un brivido di piacere e curiosità.

La collezione Louis Vuitton Cruise 2019 creata da Nicolas Ghesquière, è un perfetto paradigma di quanto un pizzico d’azzardo possa spalancare nuovi orizzonti creativi.
Il gioco continuo di fluidità e geometrie delle morbide camicie sotto a giacche dalle spalle rinforzate e morbidi minidress sotto bomber dal taglio over sono ancora una volta uno dei temi più cari allo stilista. Forte attenzione anche nella varietà di tessuti e materiali che spaziano dal broccato effetto tapestry al lurex anni Ottanta, passando per le iconiche stampe digitali.
In questa ultima collezione Louis Vuitton, Cruise 2019, gli abiti sono un potente mezzo di espressione: un’opera d’arte dalle forme libere, talvolta antagoniste, ma sempre creatrici di un’immagine unica.
Belle le gonne, da portare con top oversize, power dress dalle spalle importanti, bomber patchwork, bluse di piume dai riflessi metallici, i blazer a scacchi che si reinventano con intarsi colorati; e poi nodi, pelle, frange, pieghe e piume, in un tripudio di particolari e dettagli che – sempre – fanno la differenza.

E in fronte un disegno tra il mistico e il divinatorio di una fiamma che brucia.
Poi, ovviamente, gli accessori. Novità assoluta le LV Archlight in versione stivale, a calza e altissimo. E le borse, capolavori artigianali da collezione, che hanno accompagnato decine di donne per nuovi viaggi nel mondo, e gli immancabili maxi orecchini che da tendenza di stagione sembrano trasformarsi in vero e proprio elemento riconoscibile di uno stile sofisticato e contemporaneo.
Colpisce, in un momento in cui gran parte del fashion system cavalca l’onda di location di alto tasso di avventura creativa a tutti i costi, la scelta di intraprendere un percorso quasi opposto e scegliere per la sfilata Louis Vuitton La Fondation Marguerite et Aimé Maeght, luogo sereno che domina il villaggio di Saint-Paul de Vence dalle colline des Gardettes
Si può ancora avvertire la coinvolgente fuga di una comunità in cui pittori, scultori e artisti hanno creato la propria utopia artistica e la collezione riflette la brillante originalità di Aimé Maeght, l’uomo che, come ha dichiarato l’artista belga Pierre Alechinsky, “ha reso i sogni realtà”.

Nicolas Ghesquière confessa in backstage, pochi minuti prima dello show: “Conosco questo posto da venticinque anni e mi piace tornarci regolarmente. È una meravigliosa storia famigliare, una storia particolare che racconta di galleristi appassionati che, insieme agli artisti di cui erano amici e mecenati, hanno inventato un posto straordinario per il dialogo artistico. In questi lavori eterni, da Pierre Bonnard, Georges Braque, Fernand Léger, Marc Chagall, Alberto Giacometti, Eduardo Chillida, Raoul Ubac, si può notare tutta la loro complicità e palpitazione artistica. È un luogo intelligente, bello. Un luogo che ha spirito e in cui le installazioni hanno un rapporto particolare con la natura e le stagioni”.

I codici stilistici che ha imparato ad amare Nicolas Ghesquière attraverso questo luogo d’arte ci sono tutti: le dimensioni inusitate, le sovrapposizioni, gli abbinamenti audaci e l’amore per lo streetwear, in un gioco che non smette di dialogare con l’Heritage del passato, Eighties in testa.
“Questa esperienza mi ha aperto gli occhi: la moda non è qualcosa che ti insegnano, ha origini dal gusto personale che ti circonda” confessa Nicolas “ Un’avventura che mi fa sentire sempre eccitato, un sentimento simile a quello che provo quando mi spingo in terre sconosciute” conclude “ Louis Vuitton è sempre una nuova avventura, una nuova fantasia, che vivo nel profondo del mio cuore”.

Da parte sua Ghesquière, per meglio inquadrare lo Zeitgeist della nuova sorprendente collezione Louis Vuitton, in cui non convenzionali matrimoni di stili fanno riferimento alla couture di un secolo fa e che si armonizza con il presente spiega: “Questo amore per la bellezza si trasla nell’immagine di una donna moderna, in un mondo in cui l’arte e lo stile sono intrecciati in modo indissolubile alle nostre vite. Rappresenta una nuova era dell’espressione”.
In prima fila la consueta parata di star, protagoniste le attrici e ambassador del brand Sophie Turner (la Sansa di Game of Thrones), Jennifer Connelly, Lea Seydoux e Laura Harrier.
