Ogni grande design deve essere un potente interprete del suo tempo. E mai come in questa stagione la mission delle collezioni resort sembra essere idonea ad ogni maison.

Non c’è moda senza arte creativa e non c’è arte senza sperimentazione.
Considerazioni che evidenziano l’importanza del doppio appuntamento annuale con le collezioni Resort 2019 che raccontano un percorso legato anche a nuove modalità e ai tempi di presentazione. Dalla vecchia Europa al nuovo continente Americano.
Una sperimentazione che crea una forma sartoriale che esprime attraverso lavorazioni tradizionali, i ricami e le applicazioni i nuovi capi iconici pensati per l’acquirente finale, ma facilmente indossabili.

BOTTEGA VENETA
Il Direttore Creativo Tomas Maier ha creato una soluzione davvero elegante per la complessa pre-collezione Bottega Veneta dividendola in tre gruppi distinti.
Il primo gruppo prende spunto dalla palette invernale per sfumare in colore intensi come Deep Orange, Marigold Yellow e Baccara Rose, giocando con proporzioni e volumi.
Double cashmere e double wool determinano un look sportivo per montgomery oversize o giacche chiuse da grandi alamari, voluminose gonne a ruota abbinate a sopra inediti e sorprendenti. Mentre, per il secondo gruppo, vi è un inatteso cambiamento dei colori caldi che lasciano il posto a tonalità pastello e délavé, che si abbinano ai materiali lussuosi come un denso cashmere, la fur Steiff Schulte . L’ultimo gruppo è un assaggio di quello che potrebbe sfilare sulla passerella primaverile con un eclettismo energico.

CHANEL
Un viaggio sentimentale anni’80 dove la femminilità delle forme distribuite sulle spalle arrotondate e dalle giacche tagliate ci riportano l’attenzione sul fatto che Gabrielle Chanel fu la prima designer a realizzare abiti da vacanza per clienti facoltosi, prima nella località di Deauville nel 1919, e in seguito si basò sul quel successo per presentare le prime collezioni croiserie nella sua casa di Rue Cambon a Parigi alla fine degli anni’20.
A essere reinterpretato in tantissimi uscite è il completo composto da top e gonna assieme al classico basco alla marinara. Per la sera a contrasto le iconiche stampe a strisce che si mescolano rilassate sulle forme actiwear e sportswear ed elementi POP anni’60 come minigonne abbinate alle Mary Jane con versione con suole in gomma.

GIVENCHY
Ogni primavera, il Giappone sembra esercitare una forza magnetica su tipi creativi, così Clare Waight Keller riporta il legame di Hubert de Givenchy a questo paese attraverso i tessuti. Quindi ha lavorato su una lista di pezzi che diventano codici aristocratici che combaciano con il suo background britannico: felpe con cappuccio in chintz satin, bluse con balze frontali asimmetriche, gonne di pelle che arrivano sotto il ginocchio, tute di tela bianca abbinate a camicie a fiocco, stivali slouched. Una donna forte che sa esattamente cosa sia la raffinatezza e il gusto del lusso.

EMILIO PUCCI
Negli anni ’60, la località messicana di Acapulco era una destinazione d’elezione per i jet-setter glamour, ben documentata da Slim Aarons nelle fotografie della sontuosa Villa Las Brisas, e nei suoi ritratti di una bikini vestita da Ingrid Morath che prendeva il sole a nuoto piscina vicino al mare. Non sorprende, quindi, che per la Resort, il team di progettazione abbia reso omaggio all’eredità di Pucci, facendo riferimento al Messico come destinazione da non perdere.
Un guardaroba estivo ispirato ai viaggi: la giacca da safari, la trincea di nylon che si trasforma in una piccola custodia, il versatile abito in jersey, i caftani da giorno a sera – hanno un aspetto fresco e minimalista pur mantenendo una vibrante atmosfera Pucci tramite l’uso di colori a blocchi saturi.

LOUIS VUITTON
La quinta collezione Resort di Nicolas Ghesquière, in collaborazione con la sua amica-stilista Grace Coddington, che ha sfilato presso la Fondazione Maeght a St. Paul –de – Vence, ristabilisce i codici di LV, ma con più libertà.
La sartoria eclettica, il colore intenso e il ricamo inaspettato, il trattamento di ogni capo di abbigliamento quasi come un tesoro, o un accessorio come le ibride sneaker rappresentano culty della Maison e delle nuove generazioni, valorizzando il nuovo concetto di lusso contemporaneo.

VALENTINO
Un anno fa Pierpaolo Piccioli era a New York presentando una collezione Valentino influenzata dalla strada.
L’hip-hop degli anni Ottanta e The Get Down di Baz Luhrmann erano i suoi punti di partenza. Bene, oggi ci parla ancora della strada, solo che questa volta è la sua Roma natia degli anni ’70 a suscitare il suo interesse. Nelle sua pre-collezione, vuole fare abiti Valentino per le donne in cui vivere davvero: un blazer anni ’70 indossato con una camicia di seta, pantaloncini di jeans e mocassini con frange impilate; una giacca poncho e jeans a zampa d’elefante; un tailleur grigio antracite abbinato a scarpe da ginnastica bianche.
Merita una menzione speciale l’ispirazione street-style che ci porta tra le strade pasoliniane di Roma e tra i locali più cool della città per quella attitude di consapevolezza vintage.