Sono narcisista perché ho un senso innato del piacere della qualità.
Un nuovo libro lanciato da Dior per raccontare uno dei più importanti direttori creativi che dal 1989 al 1996 è stato alla guida della Maison: Gianfranco Ferré. Attraverso il suo gusto e creatività ha scandito le collezioni di Alta Moda rispettando il lessico tradizionale e storico del brand, facendo emergere il suo personalissimo gusto estetico.

Dior by Gianfranco Ferré è il titolo del volume che uscirà nelle librerie d’Europa il 15 dicembre edito da Assouiline.
Quarto di una serie di monografie dedicate agli stilisti che hanno diretto il brand: in primis troviamo il suo fondatore, Christian Dior, per poi passare a Yves Saint Laurent e Marc Bohan. Attraverso le foto delle creazioni immortalate da Laziz Hamani e i testi di Alexander Fury, si intende presentare l’operato dello stilista italiano attraverso un fitto dialogo immaginario tra Ferré e Monsieur Dior in prima persona.

Le pagine raccontano un percorso, un momento storico importante: dalla sua nomina come primo stilista straniero a lavorare per il marchio, fatto che ha portato scompiglio tra gli addetti ai lavori di allora, al suo ovvio successo che ha condotto la Maison francese a un rilancio sul mercato non indifferente ritrovando lo sfarzo e l’opulenza che si erano persi prima del suo arrivo. 7 anni importanti e decisivi, che hanno rivisitato il codice stilistico di Christian Dior unendo il talento sartoriale alla passione per la moda senza genere, e che sfocia in uno stile unificato tra maschile e femminile, per poi passare all’amore per il colore rosso, al floreale e alla musica classica.
Dopo il debutto nel 1989 all’Hotel Salomon de Rothschild, Ferré scrive un capitolo fondante per la moda, arricchendola del suo senso di ricercatezza, andando verso volumi e proporzioni esagerate in perfetta linea con la sofisticatezza delle donne di quel periodo.

Lo stilista architetto, come era solito definirsi, in quanto concepiva la moda come design, nel corso della sua vita ha realizzato moltissimi abiti in cui il rigore, la precisione dei tagli e l’opulenza dei materiali scelti sono fusi insieme per definirne le silhouette. Racchiuso in un abito c’è lo studio geometrico e architettonico dei tessuti, la loro struttura e consistenza. Verificare e pulire le linee di ciascuna creazione per raccontarne la semplicità e interpretare desideri e necessità, ma anche aspirazioni e stati d’animo delle donne in perfetta linea con il senso di libertà e magnificenza quotidiana che dona un plus alla vita.
Le imponenti giacche e la ricchezza di ricami e tessuti preziosi di Gianfranco Ferré, sono un dettaglio fondamentale che si va ad inscrivere nella storia e ha contribuito a rendere Maison Dior quella che oggi tutti conosciamo.
