Emporio Armani, un contenitore di individualità che invita ciascuno a essere se stesso; l’identità che si definisce attraverso l’espressione della propria personalità, trovando carattere, forza e unicità nelle differenze.

#wearsEA collezione autunno inverno 2018-2019
Ancora un altro modo di emozionare. Un percorso mutevole nel quale essere e apparire sono una cosa sola. Decisione e purezza. E, sopra, ogni cosa, l’eleganza dove tutto è forma, creatività e “special technique”. Gli ingredienti sono questi. Cioè, è uno solo: quello dell’idea coerente del bello che il prossimo autunno-inverno cosparge lo stile Emporio Armani di colore. Sofisticato, coinvolgente, insinuante. Cosi lavorato da apparire tattile.

Spirito deciso e metropolitano per Emporio Armani: una collezione di abbigliamento invernale, che forse per la prima volta, non ha titolo
“L’ho fatto apposta, perché gli abiti maschili devono rimanere più a lungo negli armadi. Soprattutto oggi che sono caduti i pregiudizi sul modo di vestire. Anni fa, nessuno poteva andare in ufficio con un piumino imbottito, ora è normale. Per cui, la moda maschile deve avere i criteri di libertà e di durata. Non serve un cambiamento troppo rapido ogni sei mesi. Questa volta ho passato molto tempo per decidere la forma dei pantaloni: è giusto che continuino a essere stretti? Quindi ho scelto un modello più dégagé, un po’ sciolto, largo e comodo. Cambiando il modello dei pantaloni, cambia tutto l’aspetto maschile. Anche il classico è venuto a noia. Allora, bisogna rinnovarlo. A questo punto, ho creato una base su cui poterci divertire. È come dire: si può essere un uomo classico senza essere bacchettone. Del resto, ho iniziato venti anni fa a fare questo tipo di operazione”, dice Giorgio Armani.

Lui, il perfezionista eterno insoddisfatto che non molla mai, il responsabile della regia di quella via intelligente alla contemporaneità che ormai abita le nostre coscienze come i nostri sogni, racconta il mood del momento attuale, così come avvenne in passato. Ma senza legarsi a epoche, seppur gloriose, dei tempi che furono. Sapendo cambiare ma restando fedeli a se stessi: nella moda è il momento di qualcosa di nuovo e di un nuovo viaggio, così come la location Teatro Armani ristrutturato e cambiato in modo che diventi anche uno spazio polifunzionale.

Il risultato come nella tradizione della Maison, vuole unire “rigore, seduzione, senso dell’artigianalità e innovazione” giocando tutto sulle sfumature e sulle nuances inattese.
Così è la sua collezione AI 2018-19, mascolinità fragrante, forse rivincita sulla durezza dei tempi, dove Armani ci immerge nel piacere della leggerezza, nelle divagazioni intelligenti di “special tecnique” che altro non sono se non invenzioni artigianali impalpabili e perfette. Quasi un allenamento, per lui e per noi, per non smettere di sognare, continuando a guardare oltre.

E allora sfila un guardaroba cittadino dalle linee asciutte che si declina in giacche doppiopetto in tweed corte e con abbottonatura alta a otto bottoni, dalle spalle piccole, indossate con pantaloni fluidi e stretti in fondo alla caviglia, trench di lana chiusi da fibbie tecniche, bomber a kimono senza cuciture, camicie déco décor e abiti morbidi come pigiama in velluto panné fantasia. I capispalla rendono omaggio al mondo della montagna e dell’outdoor: montoni a pelo riccio e giacche di capra effetto cavallino.

Le superfici sono lavorate per ottenere effetti tattili: maglie a ciniglia da disegni sfumati, jacquard di nuvole e alberi stilizzati come camouflage poetici su capi sportivi, ali di farfalla come fiori sui nuovi tuxedo. Night e day che sono luce e fuoco. Che sono intelligente ed energica naturalezza, come il filo conduttore di questa collezione con tutte le caratteristiche di una rivoluzione pacata dai tocchi metallici di oro e bronzo. Con colori soft accostati ai densi grigi, neri e blu profondi ravvivati dal bianco candido delle camicie, e dai toni freddi di verdi e azzurri.

Così, dove tutto comincia promettendo vampate di esuberanza, si ritrova invece quel senso di calda, morbida mascolinità della “moda pura” come scaturisce dalla testa di Re Giorgio.
“La collezione” dice “nasce dal desiderio di rompere senza snaturarlo il mio schema stilistico, introducendo note forti e sensuali in chiave grafica. Trovo che l’attualità dello stile di oggi stia in contrasti anche audaci, da portare con spontaneità” Ma in questo tripudio di sovrapposizioni di tessuti e ricami che disegnano unicità nelle differenze, un ruolo speciale spetta decisamente agli accessori funzionali, in materiali ricercati. “La mia collezione” accoglie l’inaspettato, insegue l’evoluzione”, puntualizza il maestro. Mentre la sua grammatica del gusto sperimenta esclusive declinazioni di glamour.
