Jessie è la prima collezione all’interno della Settimana della Moda di Milano, frutto dell’inedita collaborazione con il designer Federico Piaggi, che ha voluto interpretare e rinnovare il DNA della Maison asiatica con la sensibilità e l’estetica europea che lo contraddistinguono.
Abito in organza o sovrapposizioni? Oggi Federico Piaggi non ha dubbi. Entrambi.
Lo stilista italiano in collaborazione con Shenzen Jessie Garmen Co. Ltd, ha voluto interpretare e rinnovare il DNA della Maison asiatica con la sensibilità e l’estetica europea che lo contraddistinguono.
In questi anni il suo mondo è cambiato: affiancando agli eterei abiti che l’hanno reso famoso, una selezione di capi in equilibrio tra sensualità maschile e femminile. Un gioco di silhouette e materiali in armonico contrasto: trench in cotone tecnico doppiato bicolore, camicie e pantaloni in popeline tecnici, giacche e cappotti con spalle imbottite, maglieria intarsiata. Pensati per accompagnare la sua donna durante tutta la giornata.
Un’apertura creativa che si è tradotta in un dinamismo nel presentare la collezione a Milano. Federico Piaggi ha avuto, infatti, l’onore di chiudere l’edizione di Milano Moda Donna, sfilando nella splendida sala delle Cariatidi di Palazzo Reale. Un riconoscimento da parte della città che ha sempre accolto i suoi défilé e al quale lo stilista deve molto. “Milano è la città che ha visto realizzare i miei sogni e che ha visto crescere la mia carriera” ha ricordato lo stesso designer.
Federico Piaggi, com’è cambiata la moda?
Per sensibilità e per scelta ho lavorato da sempre per la costruzione di uno stile ben preciso, coerente e definito che ha contraddistinto la mia moda e le mie creazioni. Negli anni ho sempre cercato di anticipare e seguire con attenzione i cambiamenti e le esigenze delle persone. Ritengo sempre di essere rimasto sempre fedele alla mia visione di eleganza, con l’obiettivo di esaltare con i miei capi, la personalità di chi li indossa.
Negli ultimi anni ho aggiunto un po’ di divertimento alla mia moda con progetti speciali e collaborazioni che hanno ampliato il mio mondo, senza alterare il mio DNA.
Quanto le ispirano le donne reali?
Tantissimo, le donne reali sono da sempre le mie muse. Con la mia moda aggiungo alla realtà, che vedo o che sento che verrà.
Cosa identifica oggi di più il marchio Jessie?
La mia creatività è legata a una ricerca di eleganza e bellezza, oggi bisogna essere più fluidi o farsi contaminare anche dall’arte come in questa collezione dove l’Optical Art è un punto di riferimento fondamentale. Mi sono ispirato all’artista Bridget Riley e alle sue famose linee e forme monocromatiche, ai disegni geometrici che producono sensazioni di movimento attraverso il colore per raggiungere i punti cardini della modernità e freschezza declinate al femminile. Mentre per gli accessori dalle forme geometriche in oro satinato, argento e nichel mi sono ispirato alle opere dello scultore Constantin Brancusi.
Le richieste delle donne sono effettivamente virate in questa direzione?
Certamente. All’inizio della mia carriera creavo principalmente per le occasioni, oggi la mia moda è pensata per tutti i giorni. E le collezioni devono caratterizzare uno stile contemporaneo, e moderno quello che sono riuscito a vedere in questa maison che ha una distribuzione di oltre 300 negozi.
Il daywear è diventato, nelle ultime stagioni, un elemento chiave vincente, senza però che questo prenda il sopravvento sugli abiti da cocktail e da sera, pensati per i momenti speciali.
Com’è stato sfilare l’ultimo giorno di Milano?
Mi ha reso felice il fatto che a chiudere questi giorni sia stato uno stilista che ha presentato questa inedita collaborazione con l’oriente e di tenere a battesimo la linea Jessie, che mira a definire uno stile di vita, una miscela di artigianalità su silhouette dai materiali di alta qualità.
Cosa gli ha regalato negli anni e cosa le regala questa città?
Milano è la città che ha visto realizzare i miei sogni e ha visto crescere la mia carriera. Oggi più che mai è la città delle opportunità con un pubblico internazionale, caratterizzata da una spiccata sensibilità del bello e simbolo d’arte del nostro Paese. Sono davvero felice di far parte, con la mia moda, di una città così viva e vibrante.
Si è divertito nel disegnare la nuova linea Jessie?
Per me è stato un’avventura bellissima e completamente nuova e diversa dal mio lavoro abituale. Sono stato chiamato per lavorare seguendo delle linee guida di sobrietà e modernità ben precise, per abiti che non fossero solo eleganti ma che rispondessero alle esigenze del loro “fashion experience”. Non è stata dunque solo una sfida. Non è stata dunque solo una sfida e uno stimolo alla creatività ma anche una responsabilità.
Questa esperienza va ad aggiungersi a tante altre che ha maturato durante la sua carriera? Qual è la volta in cui si è emozionato di più?
Difficile scegliere un solo momento. Ogni collezione mi da emozione perché è espressione estrema della mia dedizione per la qualità ed eleganza di quello che creo.
Quali sono le donne che ha vestito con più orgoglio durante la sua carriera?
L’orgoglio più grande quando, agli eventi, vedo le donne che hanno acquistato e indossato i miei vestiti. Tutte le donne sono per me un esempio, la loro bellezza sta proprio nella differenza.
Usa Instagram? I social media sono importanti per lei?
Ho un account personale e privato da cui seguo i miei amici e interessi. Nella vita in generale non ho mai inseguito un’esposizione personale: da sempre lascio che la mia moda parli per me, anche questo fa parte del mio stile.
Se avesse la sfera di cristallo, come vedrebbe il marchio Jessie nel futuro?
L’obiettivo primario per il futuro del marchio Jessie è senza dubbio stare al passo con i tempi, soddisfare le esigenze delle clienti, rimanendo sempre coerente rispetto al mio stile e al mio DNA.