Italia è eleganza, qualità, bellezza e passione. Ecco perché un marchio che rispecchia a pieno queste caratteristiche sceglie il nome di una suggestiva località italiana per battezzare il proprio nuovo gioiello.
All’IAA di Francoforte occhi puntati su Ferrari Portofino.

Se in pista il GP fallimentare di Singapore, già rinominato “Singaporetto”, ha gettato molte ombre sulle sorti stagionali del reparto corse, Ferrari fa un passo avanti determinante nel settore delle GranTurismo.
La rossa manda in pensione la storica California T per fare spazio a una vera e propria nuova generazione di GT.
Rispetto al modello precedente vengono mantenute solamente tre caratteristiche: la configurazione 2+2, l’impostazione meccanica con motore V8 Turbo a trazione posteriore e il tetto rigido retrattile.

Tantissime le novità: la potenza del motore della Portofino è aumentata di 40 CV rispetto alla California T e ora raggiunge 600 CV a 7.500 giri/min e i 760 Nm di coppia da 3.000 a 5.250 giri/min.
Queste innovazioni spingono l’auto a una velocità massima di 320 Km/h, con un’accelerazione da 0 a 100 Km/h in 3,5 secondi.
Introdotto l’innovativo F1-Trac per migliorare grip e controllo della vettura, sistema inoltre integrato con lo sterzo elettrico EPS che garantisce una risposta più diretta del volante.

Eleganza e comfort ma senza alcuna rinuncia a grinta e sportività: è quanto rispecchiato dai lineamenti tanto sinuosi quanto prestazionali.
Allora ecco che i fari anteriori a LED con sagoma ad L hanno nella parte esterna una particolare presa d’aria che migliora l’aerodinamica.
Le forme della nuova Ferrari Portofino vantano la firma del Ferrari Design Center.
Linea più slanciata rispetto alla California T, caratteristica che spicca soprattutto osservando la coda della vettura: il volume posteriore nasconde perfettamente il meccanismo di apertura e chiusura del tetto rigido retrattile, azionabile non solo da fermo ma anche a bassa velocità.

4,5 metri di lunghezza per 1,9 di larghezza: la nuova GT è leggermente più voluminosa dell’auto che la precedeva nonostante il tetto sia più basso, raggiunge infatti 1,3 metri.
Immancabile il wind deflector che permette di ridurre del 30% il flusso d’aria nei momenti in cui il tetto è aperto, riuscendo anche a diminuire la rumorosità nell’abitacolo.
Nella Portofino intelligenza artificiale non solo per il computer di bordo ma anche per il climatizzatore che, rilevando lo status del tetto, “migliora il comfort climatico dei passeggeri sia a tetto chiuso che aperto”.
Il sistema di infotainment vanta un touch screen da 10,2”. I sedili a regolazione elettrica, fino a 18 vie, sono caratterizzati da un nuovo design dello schienale che consente di disporre di uno spazio aumentato per le gambe dei passeggeri posteriori e del passenger display.

Dopo l’uscita de LaFerrari Aperta, ultima strabiliante supercar battuta all’asta “Ferrari: leggenda e passione” (clicca qui per leggere l’articolo dedicato all’asta celebrativa dei settant’anni del marchio modenese), la casa del Cavallino Rampante dichiara il proprio intento di dominare anche il mercato delle GranTurismo con il grande passo avanti mosso dalla Portofino.
Una tradizione, quella del nome italiano, che si protrae da ormai trent’anni, a partire da una concept car presentata, sempre al Salone di Francoforte, nel 1987. Fu Lamborghini a nominare la propria auto proprio Portofino. Le altre località dello stivale sono inevitabilmente legate al luogo di produzione del prodotto finale, ne sono esempi le Ferrari 550 Maranello, 360 Modena e 599 GTB Fiorano.