Un luogo storico che fonde il fascino di Brera con il suo animo artistico. La Pelota, in Via Palermo, 10 a Milano è la location scelta da Maison Hermès per raccontare cosa si cela dietro le quinte dei suoi laboratori artigianali.
Un percorso nelle eccellenze artigiane aperto al pubblico fino al 17 maggio.
Il filosofo sociologo Jean Baudrillard un giorno scrisse:
“la fascinazione dell’oggetto artigianale deriva dal fatto che è passato per le mani di qualcuno che vi ha lasciato un segno col suo lavoro: è la fascinazione di ciò che è stato creato (e che questo è unico, dal momento che il momento della creazione è irripetibile)”.
E così, in poche, ma concise righe è descritta tutta l’essenza del mestiere più antico e prezioso del mondo: l’artigiano.
Nella Gallery – Hermès dietro le quinte – Credits Hermès:
1 – Incisore su seta;
2 – Pittore su porcellana;
3 – Francesca di Carrobio e Henri Louis Bauer;
4 – Francesca di Carrobio e Henri Louis Bauer;
5 – Orologiaio;
6 – Stampatore su seta;
7 – Sellaio
Mani esperte si muovono, cuciono, plasmano e trasformano la materia informe e grezza in oggetti preziosi e iconici.
Savoir-faire, esperienza e passione tramandati di generazione in generazione, che, dopo aver superato secoli di storia e industrializzazione, sono giunti fino a noi. Dietro a ogni creazione c’è un’anima, un cuore vivo e pulsante. Dietro a ogni prodezza tecnica, un lungo apprendistato, una costante perseveranza. Dietro a ogni minimo dettaglio, un uomo che conserva e tramanda la sua essenza: occhi, sorrisi, fatica e gioia.
Così Hermès, con una mostra temporanea, porta nella capitale della moda meneghina, i leggendari artigiani della Maison di dieci mestieri – come chiama le diverse categorie di prodotto e produzione.
I suoi laboratori aprono i battenti, per mostrare tutto il lavoro che si cela in quelle che una volta erano le botteghe, condividendo con il pubblico tutti i loro segreti.
Un viaggio nel tempo e nello spazio per andare a scoprire le origini delle iconiche Kelly e Birkin, ma non solo. Dalle porcellane, agli iconici carrè per poi giungere all’orologerie e all’alta gioielleria (clicca qui per leggere l’articolo sull’orologio Cape Code).
Un cognome mitologico. Nomen omen dicevano gli antichi. Un caso, una coincidenza? Sicuramente Thierry Hermès, fondatore della Maison parigina nel 1837, non avrebbe mai pensato di giungere oggi ad occupare la posizione dominante nel mercato del lusso. 180 anni di storia racchiusi in ogni singola cucitura, incisione, stampa.
Ciascuno dei 10 metiers ha una peculiarità.
Cura per il dettaglio, attenzione al particolare e ovviamente bellezza sono le caratteristiche custodite da ciascuna creazione realizzata. Ci lasciamo incantare dalle mani che si muovono veloci, senza sbagliare un movimento, guidate dall’abitudine di compiere un gesto fatto proprio. È sorprendente vedere come la tradizione si sia fusa con la tecnologia (clicca qui per leggere l’articolo sull’Apple Watch Hermès). Nell’angolo dedicato alla soie, la seta, l’incisore lavora a partire da una maquette a grandezza naturale, realizzata a mano, che trasferisce in formato digitale. Un disegno complesso può portare all’incisore, che si occuperà di trasferire sulla seta i colori, fino a duemila ore di lavoro. 90 cm di lunghezza del lato, quattro km il filo di seta utilizzato per ogni esemplare. Questi i numeri del famoso carré firmato Hermès.
Nella Gallery:
1 – Hermès – Fleurs de Giverny – A/I 2017-2018;
2 – Hermès – Les Tresors d’un artiste – A/I 2017-2018;
3 – Hermès – Space Shopping au Faubourg – A/I 2017-2018.
Dal 1937, ogni pezzo custodisce quell’eleganza senza tempo e fascino seduttivo che ha ipnotizzato milioni di donne.
Portati al collo, annodati al manico della borsa Kelly, ma anche conservati con cura dai grandi collezionisti. La storia del foulard è inscritta nella Maison di Rue Faubourg Saint Honoré. Da un semplice “pezzo di stoffa” usato come copricapo, si è evoluto nel tempo diventando simbolo e sinonimo di uno status sociale.
Ma questa è un’altra storia.