Ora ci pensa la moda, specchio dei tempi, a regalarle una nuova età dell’oro.
La mantella anche detta cappa, tabarro, ferraiolo, poncho, pellegrina. Misteriosa, signorile, retrò.
Tanti nomi e molti aggettivi per un capo dall’allure fiabesco. Soprattutto quando è adornato dal cappuccio che rimanda alle favole di Hans Christian Andersen.
Costantemente presente dal Medioevo allo street style dei giorni nostri, in questo autunno/inverno vive una nuova Primavera. E noi tutte lo sappiamo.
Alle sfilate da New York a Parigi la “cape” (all’inglese) ha spopolato in versione maxi decorata da frange in pieno stile boho chic da abbinare ad aderenti cuissard.
Etnicamente glamour. O arricchita da nappine e paramenti in stile militare. In cashemire très bon ton o dal classico motivo tartan a quadri. Rigorosa ed enigmatica in versione dark e lunga fino ai piedi con un immediato rimando all’iconografia medioevale.
Versatile e di classe, la mantella ha una storia che risale alla notte dei tempi
Il manteux conquista lo scettro del soprabito più trendy di stagione, di nuovo protagonista dei guardaroba femminili. Perché è versatile, perché ha classe, perché ha una storia che risale alla notte dei tempi, perché veste bene anche le figure morbide essendo ampio ed avvolgente e non costringendole in fogge sciancrate.
Chloè sotto la direzione creativa di Claire Waight Keller ha dato vita ad una collezione da vojageur romantica. Silhouette a paracadute e mantelle confortevoli dal mood folk chic come elementi centrali dallo spirito nomade per donne che viaggiano su strade non ancora battute.
Giorgio Armani, opta per la mantella in lana o in velluto lussuoso
Colpisce sempre la scelta di re Giorgio (Armani) che per la stagione fredda 2016/2017 ha optato per mantelle in lana o velluto lussuoso di colore grigio o nero posandole indistintamente sulle spalle di donne androgine e uomini dai tratti delicati. Un’istantanea che rimanda a un confronto tra dame e cavalieri. Contemporanei.
La mantella Burberry gioca sullo stile militare e rivisita la versione classica
Incorniciate da nappe in oro lavorate a mano e paramenti intrecciati con bottoni in argento bombati sono invece le cappe in stile militare firmate Burberry. Il marchio inglese rivisita la versione classica giocando con sfumature, trame e dettagli che stupiscono.
Ricordano un caldo plaid i poncho in lana a quadretti Etro.
Linee, zig zag e motivi asimmetrici in casa Ferragamo, Marras e Marni. Accattivanti i modelli di mantelle in pelle e pizzo visti in passerella da Givenchy e Valentino.
La storia della mantella da primitivo drappo a capo delle grandi occasioni
La storia, lo dicevamo, rimanda a tempi lontani. Il mantello era considerato l’elemento di vestizione più importante delle civiltà antiche. Da primitivo drappo che proteggeva dal freddo divenne simbolo di opulenza, un elemento distintivo a seconda della forma (quasi sempre a ruota o semicircolare), della qualità del tessuto, del colore, della decorazione e soprattutto del drappeggio.
Usato nel Medioevo dai cavalieri durante le investiture nonché da nobili, notabili e medici in tessuto pesante foderato di pelliccia, cadde praticamente in disuso durante il Rinascimento per venire rispolverato nell’ 800 dai dandy dell’epoca, utilizzato come capo da sera nero o con disegni paisley.
Ma è dall’inizio del 1900 che la mantella conosce un momento di grande fulgore.
Paul Poiret, geniale artista parigino della Belle époque accreditato come iniziale creatore di moda dei tempi moderni, è uno dei primissimi sarti a cimentarsi nel cambio delle forme della mantella giocando in molti modi.
Rivelatore dei tempi, nel 1905, durante la guerra russo-giapponese, crea il mantello-kimono. Una sopravveste in tessuto bordeaux con fodera chiara a contrasto ricamata con motivi a cineserie.
Per tutto il Novecento a partire dagli anni Venti la cappa si indossa indistintamente nelle grandi occasioni e come mise da giorno.
Due creazioni da citare sono la famosa mantella da sera con rose di Madeleine Vionnet del 1921 e qualche anno dopo la mantella surrealista in raso rosa shocking con enormi soli ricamati in ora sulla schiena della collezione Astrologie di Elsa Schiapparelli, l’antagonista principale di Coco Chanel. Poco dopo i grandi couturiers dell’alta moda come Dior, Balenciaga e Balmain iniziano a proporre modelli di cape coordinati al tailleur.
La moda e la storia, si sa, si intrecciano in modo indissolubile e puntuale. E durante il fascismo in Italia il tabarro viene considerato un indumento d’ispirazione anarchica al punto che nelle principali città è proibito portarlo.
Tante trasformazioni nella moda e la mantella diventa mini, si trasforma in poncho o cappa dalle molteplici forme
L’evoluzione non si ferma. Per fortuna. Negli anni ’50 il manteux torna in tutto il suo fascino e diventa un capo romantico e sofisticato, per lo più indossato su abiti da sera. Verso la fine del decennio si accorcia e diventa mini. Nei favolosi anni ’60 vira sui colori accesi, linee geometriche e forme essenziali regalando un’immagine disinvolta. Nei rivoluzionari anni ‘70 i giovani scoprono il poncho di origine peruviana, in lana handmade e tutti quei mantelli della cultura popolare. Modelli che si diffondono rapidamente e influenzano le tendenze del nascente prêt-à-porter.
Nel ventennio successivo passano in secondo piano o vengono riproposti solo da avveniristici designer nipponici per tornare alla ribalta oggi in mille e una versione.
Da giorno e da sera, alla moschettiera, lunghissimi o corti. Volumi over dunque a uovo o squadrati dal taglio geometrico. Dritti o drappeggiati, in tweed o tessuti etnici. In lana morbida o luxury cashemire. Da avvolgere con disinvoltura attorno al corpo.
Da sera più strutturati o in tessuti serici avvolgenti e vistosi. Diventando in molti casi il capo attorno cui costruire l’intero look.
La mantella è, per concludere, un capo dalle molteplici forme stilistiche e dall’estrema vestibilità. Femminile, duttile e affascinante, capace di rendere ricercato l’outfit più essenziale.
Per questo piace a molti. Uomini e donne. Sta a voi individuare la linea e lo stile adatto a voi. E allora buona ricerca!