Il mondo del fashion ha rinnovato il suo love affair nei confronti di lettering e maxi logo per la Spring Summer 2018.
Manie di grandezza o nostalgia per gli anni ’90, dopo un lungo periodo caratterizzato da linee minimal, gli amanti della moda non sembrano preoccuparsi di indossare capi con scritte e loghi dalla testa ai piedi. E oggi, come qualche decennio fa, i grandi brand si ripetono proponendo un nuovo codice stilistico fatto di parole stampate per raccontare sé stessi e la propria visione di realtà.
Le collezioni Primavera Estate 2018 vedono un uso spropositato di lettering e loghi, simboli e iniziali.
Vocabolari stampati, che siano in versione pattern o maxi print, l’abito assume un preciso significato. Come carta da lettere o schermi bianchi di computer, i capi diventano manifesto di condivisione di uno status.
Da Aquilano Rimondi l’impronta di Mirò colpisce la mente artistica del duo per una collezione dove il segno grafico diventa il fulcro intorno al quale tutto si evolve.
Binomi cromatici, dove bianco e nero contaminati da tonalità come giallo acceso e rosso vermiglio esaltano il pattern di lettere. Gonne svasate dagli orli asimmetrici si muovono verso un gioco di equilibri visivi in dialogo tra loro.

La doppia effe in casa Fendi è tornata. Karl Lagerfeld e Silvia Venturini Fendi, grazie al savoir faire della Maison, ripropongono la borsa monogram caratterizzata da un’ondata di energia tropicale.
Il famoso lettering logo F si trasforma in geometriche fantasie che fanno la loro comparsa su gonne, giacche e accessori.
Bomber jackets di pelliccia, dal sapore urban, ma anche longuette in tessuti leggeri e preziosi diventano delicati graffiti griffati. Un gioco di parole quasi inevitabile.

Balenciaga continua a cavalcare l’onda del successo. Il mix di sovrapposizioni e giochi stilistici immaginati da Demna Gvasalia piacciono tanto. Camicie maschili si portano con gonne tartan, che ricordano il punk, perché in effetti, Punk is not dead. Camicie dalla stampa logo sono portate con pantaloni, che ricordano paesaggi lontani. Un Urban code che evolve divenendo forma attuale e contemporanea, verso un’identità che rispecchia la personalità della donna di oggi. Pratica e informale attenta alla cultura suburbana ricca di contaminazioni cosmopolite.

Un po’ Andy Warhol, un po’ regina d’Italia. Così la donna firmata Dolce&Gabbana racconta la dualità del brand. La femminilità è di casa, e richiama il gusto per la tradizione italiana. Ogni abito riassume il Bel Paese verso una contaminazione presente e futura. L’Amore è Bellezza per le Regine di Cuori dai colori accesi, che incantano e seducono strizzando l’occhio al lusso eccentrico e ricercato carta vincente del brand.

Il colore e l’energia scorre nelle vene in casa Kenzo. Una moda vintage e futuristica allo stesso tempo grazie ad abiti patchwork decostruiti e riassemblati.
Un mix match di stampe a righe e lettering logo per ispirare, provocare e influenzare.
Spesso le parole hanno il potere di generare sentimenti, emozioni ed evidenziare momenti di vita importanti. Sovrapposizioni di decadi rivivono in questa collezione, dove lo stile va oltre ogni limite.

Max Mara ripropone la stampa Maxmaragram, una rivisitazione del lettering vintage proposto per la prima volta nel 1958 in un poster pubblicitario di Erberto Carboni.
Le lettere si susseguono in un motivo cadenzato facendo la sua comparsa su un intero guardaroba. Le stampe si alternando a fiori colorati provenzali, le tonalità calde della terra abbracciano quelle tenui del lilla e panna. Un gioco poetico e romantico, in perfetto stile del marchio.
