Sta per compiere un secolo eppure The Little black dress, il tubino nero, è sempre più desiderabile.
È minimale ma sofisticato. Raffinato ma accessibile. L’abito femminile per definizione “classico, semplice e liscio” ha novantanni ma non li dimostra. The Little Black Dress è chic nella sua linearità e versatilità.
Ognuna di noi ne ha almeno uno in armadio. Trascende le generazioni e piace a tutte. Tanto che gli hanno dedicato una mole infinita di articoli, scritti, libri. Un solo nome: petite robe noir ovvero eleganza ed essenzialità. La fusione tra storia della moda e contemporaneità
L’evoluzione per il Little Black Dress, il tubino nero Chanel 1926: un vero trionfo.
Storicamente indossato solo nei periodo di lutto, viene sdoganato da Gabrielle Bonheur Chanel (ebbene si, ancora una volta lei) come capo moderno, emancipato, libero. Addio sottogonne e opprimenti bustier, grazie a Coco la gonna si accorcia al ginocchio, il colore preponderante è il nero, sobrio e sensuale, con colletto e polsini bianchi a contrasto, il tessuto è il jersey. Ispirato alle divise delle domestiche, subisce inizialmente una forte critica avendo le caviglie scoperte (scandalo!) e risultando estremamente semplice dunque povero. Ma nel 1926 un modello della Maison attillato appare su Vogue America. È Il trionfo negli anni della Grande Depressione. Il Magazine lo paragona alla Ford Model T per semplicità e diffusione tanto che viene ribattezzato “Ford dress”. Anche se il target iniziale della Maison era l’intellettuale, questa recensione contribuisce alla sua popolarità rendendolo “accessibile alla massa”.
Chanel
È Audrey Hepburn a rendere un mito il little black dress firmato da Givenchy.
Se Chanel da vita al tubino anti-formalismo nella sua declinazione moderna, l’indimenticabile Audrey Hepburn lo rende un’icona. Nel 1961 in Colazione da Tiffany il little black dress si trasforma in mito. Nella pellicola del 1961 diretta da Blake Edwards e tratta dal romanzo di Truman Capote, Audrey alias Holly indossa con una classe ineguagliabile il suo tubino nero completato da un torchon di perle, occhiali da diva malinconica e lunghi guanti neri. É la scena di apertura della commedia romantica: lei scende da un taxi sulla Fifth Avenue con un croissant in mano e lo sguardo rapito dalle vetrine di Tiffany. Istantanea venerata e ricalcata da ogni giovane donna e non. Quel celebre petite robe noir di raso nero italiano firmato da Hubert de Givenchy diventerà uno degli abiti più influenti nella storia del costume del ventesimo secolo. Il 5 dicembre 2006 una copia viene battuta ad un’asta da ChristiÈs ed acquistata da un anonimo compratore telefonicamente al prezzo finale di ben 467 200 sterline. L’impatto nella storia del costume è fortissimo.
Il Daily Mail nel 2007 realizza un sondaggio per eleggere il capo d’abbigliamento che non dovrebbe mai mancare nell’armadio di una donna. A trionfare è proprio l’abito lanciato da Givenchy che si piazza al primo posto davanti ai jeans e al wonderbra. La rivoluzione!
Audrey Hepburn - Colazione da Tiffany
The little black dress vede una sola pausa temporale negli anni ’70.
Il tubino finisce sotto le luci della ribalta. Dagli anni ’20 ad oggi trascende il tempo con un’unica interruzione negli anni ’70. Durante le contestazioni femministe il capo-icona, troppo sobrio per il pensiero dominante del momento, perde il suo smalto. Torna in auge nei mitici eighties: una nuova femminilità lo elegge divisa da lavoro per la donna in carriera. È il decennio della stravaganza di forme e materiali, gli anni della trasgressione assoluta. Con stilisti come Jean Paul Gaultier e Thierry Mugler l’abitino nero si arricchisce di corsetti che aderiscono sfacciatamente al corpo. Negli anni ’90 si afferma il minimalismo e il little black dress torna alla sua forma originaria. Pulita e asciutta. Nel 1995 Donna Karan, stilista delle Business women, dichiara ad Harper’s Bazaar che “the little black dress is the foundation of a woman’s wardrobe”. Il cosiddetto look da lavoro è protagonista. Il tubino nero diventa dunque abito da lavoro, da grand soirèe ma anche da tutti i giorni. Eclettico come nessun altro capo. Il passepartout che salva in ogni situazione.
Donna Karan
Oggi i grandi couturier dell’alta moda non rinunciano a proporre almeno un little black dress nelle loro collezioni. Reinventando forme, tessuti e colori ma mantenendo la semplicità come elemento sine qua non. “Simplicity is the keynote of all true elegance”.
È la filosofia Chanel, format vincente di raffinatezza indiscussa.
Chanel
Sono le grandi star che eleggono il little black dress abito delle grandi occasioni.
E da Marilyn Monroe a Edith Piaf, da Rita Hayworth a Sophia Loren passando per Anita Ekberg nella Dolce Vita felliniana, le grandi star del grande schermo e dello star system lo eleggono alleato di stile nelle occasioni ufficiali.