Una stagione di transizione, che riflette il mercato della moda oggi. Dopo le difficoltà e debolezze della settimana della moda di New York che si è appena conclusa, l’attenzione mediatica si è spostata a Londra, per la London Fashion Week.
Giunta alla sua 65esima edizione con un programma ricco di sfilate e appuntamenti, dal 17 al 21 febbraio gli Store Studios saranno la location strategica della London Fashion Week, che attirerà nella capitale circa 5 mila persone.
Un appuntamento sociale di grande rilievo.
È tempo di London Fashion Week, la kermesse, che come di consueto, celebra la creatività e la bravura degli stilisti che collezione dopo collezione alimentano un settore sempre più competitivo.
L’industria della moda sta passando attraverso importanti sfide e influenti cambiamenti politici. Un altro modo di organizzare il mercato è il see now-buy now. Grazie a internet e ai social media, comprare live quello che sta sfilando in passerella è ora possibile. Ma accanto a dubbi e perplessità di questo nuovo modo di fare moda, una cosa è certa, la creatività continua a essere il pilastro portante di ogni Fashion Week.
Con 51 sfilate e 32 presentazioni la moda continua ad apportare ogni anno £28bn all’economia inglese e 880.000 nuovi posti di lavoro.
Ma quali sono le novità della London Fashion Week 2017?
Il ritorno di Roland Mouret che per il suo ventesimo anniversario di attività approda a Londra per celebrare questo importante traguardo.
Seguono a ruota Chalayan e lo storico marchio Ports 1961, che ha sfilato nel corso della seconda giornata sperimentando e portando in passerella una collezione astratta completamente destrutturata che si discosta dall’alta sartorialità di cui il brand è portabandiera. Scompaiono le maniche da trench e completi giacca e pantalone da giorno, per ricomparire cuciti su altri capi. Un gioco di geometrie e azzardi al quale Natasa Cagalj, stilista del brand dal 2015, non rinuncia.
Focus sui capispalla. Architettonici e volumetrici quelli realizzati dal coreano Eudon Choi arricchiti da grandi bottoni e tasche asimmetriche, e di Peter Pilotto, dove parka in Linton tweed imbottiti e trapuntati si alternano a cappotti in maglia caratterizzati da elementi patchwork e colli in pelliccia.
Sartoriali e ispirati al daywear i cappotti e le giacche doppiopetto di Daks, realizzate in flanella, e portati con pantaloni a sigaretta alla caviglia. Una collezione semplice e calda in perfetta linea con il brand.
Rassicuranti e avvolgenti quelli di Simone Rocha. Cappotti militari in morbido velluto e maxi pellicce fermate in vita, sintetizzano il coraggio e la forza che ogni donna racchiude in sé. Come preziosi talismani, margherite, rose e pizzo rivivono sui capispalla, che sanno raccontare una storia da tramandare di generazione in generazione.
Il talentuoso J.W.Anderson torna a sperimentare. Über-feminine, così ha definito lui stesso la sua collezione. Abiti patchwork asimmetrici, gonne con piume di struzzo portati con stivali al ginocchio dalla punta quadrata o sandali con cristalli. Un mix di materiali, silhouette e accessori apparentemente disconnessi tra loro, ma uniti dalla qualità e dalla sofisticatezza che ne traspare.
Per la sera Mary Katrantzou ci trasporta in un’atmosfera fiabesca. I lunghi abiti da sera in taffetà e chiffon tempestati da cristalli e motivi floreali sono un’esplosione di creatività. La magia dell’alta sartoria rivive in ogni ricamo. Notti stellate, centauri e piccole sirene stupiscono e regalano bellezza.
Anche lo stilista Erdem Moraliouglu sa come stupire il suo pubblico. Attraverso l’uso sperimentale di stampe e tessuti preziosi come il velluto, il broccato, la seta, crea dei capolavori delicati di alta sartoria. Un tocco di austerità e rigore rivive in ciascun capo. Rouches e colli a gorgiera donano movimento e regalano femminilità.