Si è svolta lo scorso mese di marzo, a Goodwood, la tradizionale Members’ Meeting, evento esclusivo dedicato ai soli soci del Barc, ossia del British Automobile Racing Club.
L’edizione di quest’anno del Members’ Meeting ha visto, ancora una volta, le consuete sfide in pista tra auto da corsa che hanno fatto la storia automobilistica del secolo scorso; auto preziose, tenute in perfette condizioni dai facoltosi e appassionati proprietari, che le conservano con grande cura, come veri e propri cimeli.

L’evento rievoca l’atmosfera dei 71 Members’ Meetings, organizzati dal 1949 al 1966 dal Barc, e celebra l’inizio della stagione e il calendario dei grandi eventi dedicati alle auto d’epoca, come i più noti Goodwood Festival of Speed, che si svolge in giugno (29 giugno-2 luglio), e il Revival Meeting di settembre (8-10 settembre).

Come in tutti gli eventi di questo genere, contano sia le performance del mezzo sia lo stato di conservazione delle vetture. Ma non solo. L’atmosfera che si respira al Members’ Meeting è, infatti, in puro “vintage style”, perché le auto, che si possono ammirare sia dentro che fuori i circuiti di prova, fanno respirare agli spettatori le atmosfere delle epoche passate, quelle nelle quali celebri marchi, che hanno fatto la storia dell’automotive, costruivano le proprie vetture in modo artigianale, dando vita a vere e proprie glorie.

Tanti sono ormai i ritrovi e i concorsi di bellezza dedicati alle auto storiche, sempre più frequentati dagli appassionati come da semplici visitatori curiosi o nostalgici, ma anche dalle stesse case costruttrici, che, ancora oggi, vogliono testimoniare alla propria clientela contemporanea le proprie radici, la storia, per affermare e rafforzare ulteriormente l’identità del brand.

Una larga fetta dei frequentatori è composta anche da investitori. Si, perché, se è vero che quando si parla di investimento si pensa agli investimenti immobiliari, all’oro, alle azioni, alle opere d’arte, ai gioielli ed ai diamanti, è altrettanto vero che anche le quattro ruote rappresentano, parimenti, un importante bene rifugio.
A dircelo, sono quotate e rinomate società d’investimento. Oltre che una passione, l’auto è dunque un approdo sicuro, in grado di rendere margini di ritorno molto alti.

Negli Stati Uniti sono già attivi dei fondi d’investimento specializzati, nati proprio dai collezionisti e dai concessionari di settore, che hanno pensato bene di trasformare la passione in una vera e propria fonte di reddito.
Per chi approdasse a questo mondo senza averne una buona conoscenza, è d’obbligo chiarire che il “fai da te” è decisamente sconsigliato. Per prima cosa bisogna assicurarsi di acquistare nel momento corretto, secondariamente c’è da mettere in conto i costi di gestione, che di certo non sono indifferenti, e, per ultimo, ma non ultimo, di deve acquistare il modello giusto.

Quando si parla di auto classiche, non è immaginabile pensare che una valga come un’altra: solo le auto dei brand più gloriosi, che sono poi le più costose e le più ricercate, rappresentano il vero affare. Solo queste vetture promettono crescite di valore consistenti e rapidi.
Un caso significativo di questo nuovo trend arriva da Mercedes Benz, che, proprio un anno fa, ha avviato un programma per commercializzare le proprie auto d’epoca, tramite il museo di Stoccarda, creando un vero e proprio catalogo dal quale attingere, consultabile su internet.
Chi può vendere il miglior prodotto, se non proprio chi l’ha effettivamente costruito, sia pur trenta o cinquanta anni prima?
Segno dei tempi.
