Ecologia e Moda: il binomio di grande attualità. Da qui è nato “Milano Unica: Save the Planet” uno slogan green che richiama l’attenzione sui cardini fondamentali della vita: l’Acqua, l’Aria e la Terra.

La moda e la sostenibilità hanno da sempre una relazione profonda, si nutrono e s’ispirano a vicenda.
Per questo Milano Unica per le prossime Tendenze Primavera Estate 2019 ha deciso di far riferimento a uno slogan green “Milano Unica: Save the Planet”, richiamando l’attenzione sui cardini fondamentali della vita: l’Acqua, l’Aria e la Terra.
“Per le tendenze Primavera- Estate 2019 abbiamo creduto alla necessità di inventare tre “short stories” legate sia ai temi sia a figure iconiche con un forte legame con l’Acqua, L’Aria e la Terra – afferma il direttore creativo Stefano Fadda – Lo scopo è di dare una visione del futuro come sintesi di tradizione, rispetto per la natura e fiducia nella tecnologia che migliora la qualità della vita”.

Non si tratta di un trasporto passeggero ma di concepire una moda sempre più sostenibile e trasparente grazie ai ridotti consumi di acqua e di energia e sempre più libera da sostanze nocive.
“Il tema della sostenibilità nell’industria tessile è molto importante declinandosi secondo due dimensioni: la dimensione ambientale, legata all’efficienza dell’uso delle risorse e alla riduzione delle emissioni inquinanti; la dimensione sociale che a sua volta comprende sia il rispetto dei diritti dei lavoratori e il miglioramento delle condizioni e degli ambienti di lavoro, sia lo sviluppo di relazioni positive con le altre parti interessate oltre il perimetro dell’impresa.” dichiara Antonella Martinetto, Presidente di Moda In con delega di MU alle Tendenze.

Un azzardo speculativo, un ingenuo gioco intellettuale, che ha prodotto tre racconti: “Jacques Costeau e il mistero di Atlantide”, “Nureyev e i balletti nello spazio boreale” e “I Masai e la vittoria a Zabriskie Point” ai quali corrispondono altrettanti temi: il Neoclassicismo Organico Subacqueo, L’iperfuturismo Cyber Glam e il Minimalismo e Purismo Tribale.

Il tema dell’Acqua quindi attraverso i resti affondati e perduti come il mito di Atlantide portati alla luce da una sorta di diario di bordo di Jacques Costeau ci introduce alle meraviglie umane della civiltà ellenica. La natura sommersa rivela le ricerche biologiche d’avanguardia come le alghe nei tessuti, le tinture ricavate dai batteri, i filati in bioplastica e le sete originate dai filamenti abbandonati della fauna sottomarina che sono applicate alle tendenze produttive del mercato.
Le fibre rigenerate della cellulosa come viscosa e acetato sono in primo piano nella costruzione dei materiali tecnici.
I tessuti da vela come lo spinnaker, il Kevlar, il ritstop e il Vectran sono usati per interpretare nuove micro strutture laniere e cotoniere con costruzioni outdoor tipo il materiale traspirante soft-shell.
L’idrorepellenza e la traspirabilità sono caratteristiche fondamentali. La camiceria è interpretata in armature chambray con micro jacquard rigati, popeline e oxford compatti dalla mano scivolosa. Le cime e le corde vengono impiegate nelle decorazioni jacquard. Il denim è slavato e usurato con trattamenti salini.
La palette colori è grafica, sono protagonisti gli effetti cromatici delle tonalità tecniche e impermeabili tipiche delle attrezzature subacquee. Il mondo marino viene interpretato nei colori del grigio titanio, bianco high-tech, verde smeraldo, azzurro cristallino, giallo tecno e blu profondo.

Per quanto riguarda l’Aria, le piroette di Nureyev ci portano nello spazio del corpo librato, dove coesistono la leggerezza di una libellula e la potenza di un angelo, con l’effetto dirompente di una rock-star.
Non a caso è stato definito il più grande danzatore della storia. È una reinterpretazione dei costumi del mondo della danza ma più tecnica: guaine aderenti, bluse leggere di seta, cinture ricamate il tutto coninterno filati/chip in grado di registrare le nostre attività, comunicare con il mondo esterno sensazioni e informazioni del nostro corpo e cervello.
Ed ecco che scopriamo il tulle stratificato, i rasi variopinti, le mussole cangianti, la pelle d’uovo e lo zephir sempre più leggeri. La camiceria è proposta in cromie degradè tra tonalità leggere e toni accesi, vividi e intensi delle aurore, contrapposti alle ombre nette delle eclissi.
I disegni sono australi, lucidi, impalpabili e trovano nuovi astrattismi. I plissé hanno strutture rigide e i filati bioplastici sono rivisitati con disegnature jacquard su nylon architettonici.
In questa sezione vibrano i colori del grigio siderale , rosa cyber, arancio boreale, giada high-tech, magenta aurora e nero tra tonalità leggere e toni accesi contrapposte alle ombre cupe en nette.

A riflettere sulla Terra ci conduce il popolo Masai, qui in veste di giocatori di cricket, sport appreso durante la colonizzazione britannica. La gara è a Zabriskie Point, quel regista del Nevada che il regista Michelangelo Antonioni ha fatto conoscere come simbolo di una libertà non solo sessuale ma anche culturale.
Un deserto dalle tonalità tra le più svariate, rosa, arancio e rosso che suggerisce il primitivismo e una scelta di filati e dei trattamenti come i lini 100%, “sand wash”, i cotoni lavati, le sete “al naturale”. Le forme pure e curvilinee delle dune desertiche diventano decorazioni per camiceria sia jacquard sia a stampa.
Le ondulazioni del marmo ispirano le rigature e decorazioni sbiancate effetto crespo e marezzature su sete, cotoni e rayon. Il costume tribale è reinterpretato da fil coupé, frange e stramature. Un nuovo purismo primordiale è proposto con disegnature minimali su mussole “tie and dye”.
I toni dei colori si susseguono nella terra bruciata, kaki polveroso, sabbia rosa, roccia bianca e juta naturale che si ispirano alle stratificazioni del deserto del Nevada.
Acqua, Aria e Terra, personaggi e luoghi per sottolineare un dialogo per una moda sempre più sensibile e trasparente grazie ai ridotti consumi di acqua e di energia e sempre più libera da sostanze nocive.

“Il dialogo deve diventare sempre più esteso e includere anche il cliente finale – afferma Ercole Botto Poala, Presidente di Milano Unica – tutti i protagonisti oggi concordano sul fatto che la moda debba restare “esclusiva” ma non “esclusivista” per giungere a una strategia continuativa di confronto.”
Il tessile e la moda insieme come potenzialità immensa per toccare le corde di tutti per creare una strategia di confronto basato sullo scambio e sull’unità degli intenti.
