Una visione delle origini italiane di Bottega Veneta attraverso le lenti globali di Daniel Lee, direttore creativo della Maison.
Un nuovo guardaroba fatto di codici rinnovati che possano attrarre anche una generazione più giovane, insegnandole il linguaggio distintivo che da sempre caratterizza il brand tricolore, ossia l’artigianalità, l’alta qualità e l’eleganza.

Credit: Courtesy Bottega Veneta.
Negli ultimi anni Daniel Lee è stato riconosciuto come uno dei designer discreti degli anni Duemila. Le sue collezioni non smettano mai di dare prova di stile e attualità. Confrontandosi da pari a pari con quelle di Helmut Lang negli anni’90, oppure suscitando omaggi da grandi nomi del star system del fashion.

Daniel Lee – Credit: Courtesy by Imaxtree.
Daniel Lee è il nuovo direttore creativo di Bottega Veneta
Trentaduenne originario della Gran Bretagna, ha un curriculum con importanti esperienze lavorative. Dopo aver completato gli studi con successo alla prestigiosa Central Saint Martins College of Art and Design di Londra, Daniel ha lavorato tra le fila di importanti maison Maison Margiela, Balenciaga e Donna Karan per poi ricoprire il ruolo di design director della linea ready-to-wear di Céline.

Credit: Courtesy Bottega Veneta.
I giovani designer di ricerca che studiano nelle scuole di tutto il mondo lo citano apertamente.
Ora è il suo momento, dopo essere passato lo scorso anno al timone della guida creativa di Bottega Veneta, ha presentato il nuovo corso della Maison con una sfilata co-ed epica riportandola sulla scena del lusso internazionale e indicandola come punto di riferimento indiscusso di tutte le generazioni.

Credit: Courtesy Bottega Veneta.
Debutto maturo e avant garde di Daniel Lee per Bottega Veneta
La grande ricerca dell’arte e l’eclettismo sono la sua forza con gli occhi di oggi. Così la scelta di presentare la sua prima collezione a Piazza Sempione, dove tra le pareti trasparenti si intravedeva l’Arco della Pace, sfilavano lavorazioni avant.garde della pelle e capi tra mood artistico e chic underground.
Un vero hot ticket del gruppo Kering di questa settimana della Moda Donna a Milano, annunciato agli addetti ai lavori con la presentazione della sua pre-collezione.

Credit: Courtesy Bottega Veneta.
Daniel Lee svela l’anima essenziale di Bottega Veneta
La sua linea è un’ode alla libertà come espressione di sé, quasi funambolica: esili intrecci di pelle come esercizio di raffinatezza, “armature” dalla leggerezza calviniana soggette ai materiali nobili con silhouette decise, cura dei dettagli spesso minuscoli, si veda logo e il motivo catena, ma intimamente monumentali.
Se vi è stata qualche durezza nelle linee della pelle, la sferzata creativa arriva con le forme geometriche della maglieria che si succedono in una partitura che sono frutto di ricerche , analisi e studi dedicati alle proporzioni delle opere di Giovanni Giò Ponti, offrendo una rilettura di come la quieta sapienza artigianale, cuore di Bottega Veneta, è sempre presente , evolvendosi grazie una vigorosa dose di modernità unita alla tecnica tradizionale.

Credit: Courtesy Bottega Veneta.
E poi gli accessori, sempre più avanguardisti che partono da quella geometria del celebre intrecciato, simbolo della fashion house, per andare in una nuova dimensione sintetizzata: décolleté e handbag sono “trapuntate”, gli anfibi hanno struttura massiccia e le borse da sera sono ricoperte di piume a tinte forti.
Anche la palette di stagione è un riflesso di questi contrasti, un incontro tra tinte chimiche ed elementi scintillanti e toni naturali e colori quotidiani.

Credit: Courtesy Bottega Veneta.
L’essenzialità di Daniel Lee per Bottega Veneta
Un’ulteriore consacrazione, che va da pari passo con una visione delle origini italiane della maison attraverso le lenti globali di oggi, e della attrazione sia per le next generation per quello stile avant-garde outwear e sia anche per quella fascia intellectual-artistic-chic che era rimasta orfana per molto tempo dopo l’uscita di scena di numerosi designer.
Una sferzata creativa che offre un’altra tensione palpabile tra diversi elementi: l’appariscente e il raffinato, l’alto e il basso, l’edonismo e l’intelletto. In definitiva, lo scopo è semplice: suscitare emozioni come piacere e gioia, desiderio e bellezza.
