La sfilata di Chanel Métiers d’art 2020 2021, tenutasi la sera di giovedì 3 dicembre nello Château di Chenonceau, ci ha regalato un crescendo di emozioni. Un momento unico nel suo genere, che ha saputo coniugare, arte, storia, maestria artigianale e bellezza. Un evento a porte chiuse con per un’unica spettatrice d’eccezione: Kristen Stewart.
La Collection Métiers d’art 2020 2021 di Chanel, ci porta in Francia, nel cuore della Valle della Loira, costellata da magnifici castelli, dove ancora oggi si respira la storia. Realizzata per la prima volta nel 2002, questa Collection rende omaggio al savoir-faire francese. Ancora una volta il dialogo costante tra la Maison e gli artigiani dell’arte si reinventa senza sosta. Un appuntamento che anno dopo anno non smette di incantare il suo pubblico.
Chanel Métiers d’art 2020 2021_ photographed by Juergen Teller
Château des Dames, passerella per una sera
Una collezione da sogno, dove gli elementi architettonici della cornice che ha ospitato la sfilata, incontrano la poesia degli abiti immaginati e realizzati da Virginie Viard. Nella Grande Galleria a due piani dello Château des Dames, edificata sul ponte che sovrasta il fiume Cher e fortemente voluta da Caterina de Medici, è andata in scena la meraviglia. La galleria, che trae ispirazione da Ponte Vecchio a Firenze, una volta sala da ballo, si è trasformata in passerella per presentare la Collection Métiers d’Art 2020/2021. Un omaggio alla femminilità, alla maestria artigianale e alla bellezza più pura hanno preso vita.
Chanel Métiers d’art 2020 2021
L’ammirazione di Coco per le donne rinascimentali
Un continuo gioco di rimandi. Sfilare allo Château de Chenonceau o anche conosciuto come Château des Dames, per Virginie Viard è stato un momento epico. Un luogo unico al mondo, che ha fatto parzialmente parte della storia della Maison. Nel 1936, infatti, Gabrielle Chanel scrisse un articolo dove descriveva le donne rinascimentali, da sempre da lei ammirate per i loro costumi e gioielli, ma anche per la loro “maestà intrisa di onerosi doveri”, come racconta Viard.
Chenonceau costituisce un castello dalle dimensioni umane, dimora di Diane de Poitiers e Caterina de Medici, rispettivamente amante e moglie di Enrico II. A caratterizzare il castello, il monogramma composto da due C intrecciate tra loro come quelle del logo Chanel.
Chanel Métiers d’art 2020 2021_ photographed by Juergen Teller
Sguardo sulla collezione
Il motivo a scacchi nero e bianco del pavimento della galleria richiama il gioco della dama a grandezza naturale. Lo ritroviamo declinato su minigonne in paillette e lunghe gonne patchwork in tweed geometrico abbinati a pull in jacquard nero e bianco. Giochi di contrasti, che richiamano lo spirito di Caterina de Medici, la quale a seguito della morte di Enrico II indossò solo abiti neri. Le tinte calde di cappe in tweed richiamano i celebri arazzi presenti nel castello e i fiori, che nel corso della bella stagione, vanno ad abitare il giardino esterno. I ricami floreali rivivono sui lunghi abiti da sogni. Georgette vezzose, guanti in pelle, voile, balze, pizzo, chiffon e tulle. Un’esplosione di tessuti e balze per trasparenze e abiti eleganti e desiderabili.
Chanel Métiers d’art 2020/2021
Make-up inspiration
Per completare un look alla perfezione, c’è bisogno di un make-up di livello. Lucia Pica, per questa collezione si è lasciata ispirare dallo spirito rinascimentale. Un’interpretazione contemporanea delle donne forti e di potere, tanto amate da Mme Coco. Il trucco nero degli occhi è di grande impatto visivo. Un segno grafico esagerato, che esplora il grandeur dell’epoca. I motivi disegnati su occhi si scontrano con il chiarore delle labbra e la pelle opaca sfocata, come di porcellana.
Backstage CHANEL Métiers d’Art 2020/21 Collection « Le Château des Dames » Maquillage CHANEL – Lucia Pica © CHANEL 2020
Un grande applauso agli artigiani che hanno raccolto tutto il loro savoir faire e l’hanno trasformato in capi da brivido della collezione dei Métiers d’art 2020/2021.
Scopri la nuova collezione di Chanel gioielleria dedicata alle icone del 1932.