Una passione sfrenata per l’essenzialità e il colore. Un disinteresse per le cose materiali della vita. È una schiettezza disarmante priva di qualsiasi forma di narcisismo: ecco cosa abbiamo scoperto dietro le quinte della preparazione della collezione SS 2020 di Gianluca Capannolo. L’enfant prodige del tailor made dei grandi atelier di un tempo, oggi diventato grande per il suo modo espressivo unico di concepire la seduzione femminile.
Collezione Autunno Inverno 2019-2020: pochi, stupefacenti, capi sartoriali in omaggio alla bellezza lunare di Silvana Mangano, diva indimenticabile del cinema italiano.
Collezione Primavera Estate 2020: una collezione dedicata alla corrente pittorica dell’astrattismo lirico che da voce ad un racconto intimo e personale.
Gianluca Capannolo, lo stilista dall’Heritage non esibito, sorprende con scelte inconsuete e inversioni di tendenza dai suoi colleghi, che si apprestano ad esibire le collezioni in pedana.
Se le sue ultime collezioni ci avevano abituato a un minimalismo coerente fatto di linee e un rigore quasi geometrico, la scelta della cappa, declinata a forme a cerchio, mezzo cerchio e linea a clessidra, pezzo icona dell’estetica Sixties, della Fall-Winter è stata sostituita per la stagione estiva prossima, dai molteplici strati delle trame corpose dei tulle in contrasto ad effetto millefeuille degli abiti scultura dai volumi 3D e da un’esplosione di colori. È un’ispirazione che potremmo definire primordiale, quello che sta alla base della sua collezione mettendo in scena i colori scelti ed evocati nei quadri di Paul Klee e Vassily Kandinskij.
Collezione Ss 2020
The Ducker: Quando una società è in declino si torna alle origini?
Gianluca Capannolo: Noi stilisti non siamo né sociologi né artisti ma siamo quelli che guardano il mondo in continua evoluzione e disegnano vestiti per indicare che un colore o una forma possono cambiare il quotidiano sotto l’effetto di un desiderio intimo e personale.
The Ducker: Quindi la moda è arte?
GC: Certamente parto sempre dal mondo dell’Arte per comporre le collezioni che risponde al candore e gentilezza che mi contraddistingue da quando sono nato.
The Ducker: Come avviene il processo creativo?
GC: Ci sono illuminazioni che partono come in questa collezione estiva dal lavoro della pittrice americana Giorgia O’Keefee. Ma si parte, anche dalle ceneri della collezione precedenti. Si analizzano i risultati della stagione passata, valutando cosa ha funzionato e cosa no, poi si sperimentano nuovi tessuti e nuove idee. Esistono Maison che definirei rassicuranti, noi non siamo tra quelli: la mia clientela si aspetta da noi il cambiamento, la novità ogni stagione. Del resto la moda è cambiamento.
The Ducker: Accetta consigli dai suoi collaboratori?
GC: Il confronto con il mio team è fondamentale ma gestisco in prima persona il processo creativo di ogni singolo modello. Lo scambio di opinioni che intrattengo con ognuno di loro è sempre molto fruttuoso per uno sguardo diverso. L’atmosfera che si respira in Atelier è rilassata e di grande collaborazione
Collezione Ss 2020
The Ducker: L’uso della stampa nella collezione, geometriche e floreali, è una novità per la maison?
GC: Assolutamente si! Fino ad ora ho sempre privilegiato l’utilizzo di jacquard, fil coupé e intarsi e mai lavorato con le stampe prima. Eppure sono l’elemento che più mi ha entusiasmato e spero che riscuota enorme successo tra le mie e nuove clienti.
The Ducker: In questo continuo sperimentare e variare di stile, quali sono gli elementi che rimangono costanti e che rendono riconoscibile un vestito firmato Capannolo?
GC: Rimane intatto il DNA del prodotto iper-femminile, di demi-couture e la presenza di forme essenziali e tagli ispirati alla geometria. (E proprio l’abito, è il capo che prevale nelle collezioni di questo stilista che, dopo aver maturato la sua passione per la moda realizzando collezioni per alcuni grandi nomi del settore e presentando i suoi primi innovativi modelli con la collezione primavera estate 2004 sulle passarelle di tutto il mondo per il debutto della sua Maison che porta il suo stesso nome.).
The Ducker: Molto tempo è passato da quando, acclamato l’Enfant Prodige del Made in Italy. Cosa è cambiato da allora?
GC: Rispetto agli inizi moltissime cose sono cambiate. Prima di tutto sono cambiato io, ma soprattutto è cambiato il mercato, e anche il modo di fare e di percepire la moda. Sono stato fortunato a vivere quel periodo. Oggi la mancanza di passione che si registra in tutti i settori dipende anche dalla crisi economica e sociale.
Da allora Capannolo ha accumulato esperienze lavorando al re-style delle linee prêt-à-porter e alta moda della prestigiosa maison Lancetti, succede a Albert Elbaz e Giambattista Valli nella direzione creativi della Maison Krizia. Per sei stagioni è direttore creativo del brand milanese Metradamo fino ad aprire nel 2015 il suo nuovo show-room milanese in via San Maurilio 7, nel cuore delle 5Vie, oggi distretto avant-garde nella moda, nell’arte e nel design. Un indirizzo dall’Heritage non esibito, con gli antichi palazzi che si aprono su magnifiche corti e che invitano all’immaginazione e alla creatività.
Fall Winter 2019-2020
The Ducker: Un libro che l’ha cambiata?
GC: Mi piace leggere e sono un lettore appassionato, leggo numerosi saggi, ma una passione particolare per lo scorrere del tempo come mistero di cui ciascuno ha esperienza ogni istante. Un mistero non solo per ogni profano ma anche per gli studiosi, per questo posso dire che la lettura di l’Ordine del Tempo di Carlo Rovelli mi ha raggiunto in modo diverso facendomi pensare al passato al futuro che non si oppongono più come a lungo si è pensato.
The Ducker: Un film cult che rivedrebbe infinite volte?
GC: “Che cosa sono le nuvole” di Pierpaolo Pasolini, episodio di Capriccio all’Italiana, lo riguardo spesso, conosco a memoria le battute, eppure il finale continua a commuovermi.
The Ducker: Un’ossessione?
GC: Senza dubbio la geometria e il colore. Tale da sognare ad occhi aperti di presentare la mia moda e i miei quadri in unica esposizione presso un luogo di culto.