Una fusione estetica tra vecchio e nuovo mondo. Tra la poesia di Charles Baudelaire e un tailoring contaminato dallo sportswear. Così Clare Waight Keller presenta la sua prima sfilata maschile per la Maison di Lvmh, in scena tra i meravigliosi labirinti della natura di Villa Palmieri. E un debutto la co-lab con Onitsuka Tiger.

Givenchy Primavera-Estate 2020
In una commistione di estetica di mondo antico e moderno, la collezione uomo di Clare Waight Keller per la Primavera Estate 2020 emana un’energia palpabile che trasmette un infinito senso di urbana mascolinità che nasce a Parigi e raggiunge i labirinti dei giardini di Villa Palmieri. Visioni di un classicismo che si risveglia e si deforma nei florilegi Art Noveau con un glitch post-internet e nelle superfici delle silhouette che evocano la poesia decadente di Charles Baudelaire.
Questo rapporto tra arte, poesia e abiti fa parte della Noveau Vague della Moda che ridefinisce i codici dell’abbigliamento per un tipo di uomo o donna dalla personalità priva di pregiudizi che ama pensare, agire in maniera libera e non in modo sistemico.
Infatti, dice Waight Keller, “È come una fusione tra un mondo vecchio e un mondo nuovo. Ho pensato allo scrittore francese Charles Baudelaire e ho preso parte del suo immaginario e della sua poesia. Questo scontro è nato dall’idea di prendere quell’era, l’era dell’art nouveau, quindi qualcosa di molto poetico e unirlo con qualcosa di molto moderno. Quando ho iniziato da Givenchy, ho avuto due anni per costruire la mia storia tailoring. Questa stagione ho voluto decostruirla leggermente, introducendo un aspetto sportswear».
Delle cose invisibili e delle cose visibili soltanto gli dei hanno conoscenza certa; gli uomini possono soltanto congetturare.
ALCMEONE

Givenchy Primavera-Estate 2020
La scelta di sfilare Villa Palmieri non è indifferente alla sua storia perché come la moda maschile di Givenchy racchiude un’estetica raffinata, pura e ambigua che si ritrova contenuto
in uno dei capolavori della letteratura italiana del Trecento, il Decamerone di Boccaccio.
Questa visione della plurivocità dell’amore assume connotazioni alquanto nuove nelle novelle di Boccaccio rispetto alla tradizione del Dolce Stil Novo, in quanto l’impeto naturale volto all’appagamento dei sensi è la naturale ispirazione di ogni singolo soggetto umano creato per questa terra. Lo stesso Boccaccio, con una concezione meno rigida e repressiva di un sociale fortemente maschilista e patriarcale, sarà il precursore dell’accezione amorosa “naturale” che nel Rinascimento avrà una visione più ampia tramutandosi i gesti e forme anche nel fenomeno del vestimentario.
Così nel giardino di Villa Palmieri, che ha fatto da cornice alla sfilata di Givenchy, si recavano i giovani fiorentini per raccontare le loro storie licenziose raccolte dal Boccaccio.
“Il veder questo giardino, il suo bello ordine, le piante e la fontana co’ ruscelletti procedenti da quella, tanto piacque a ciascuna donna e a’ tre giovani che tutti cominciarono ad affermare che, se Paradiso si potesse in terra fare, non sapevano conoscere che altra forma che quella di quel giardino gli si potesse dare”
Introduzione alla Terza Giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio

Givenchy Primavera-Estate 2020
A distanza di secoli Clare Waight Keller ha scelto questa villa patrizia del XIV secolo attratta dalla sua bellezza fatiscente, per dare voce a tutti i codici di stile di un nuovo uomo, nomade, letterato, volitivo e sempre impegnato in viaggi per il mondo, tutti elementi riconoscibili di quella estetica che Monsieur de Givenchy creò per diventare quell’intramontabile fascino di eleganza.
“Ho desiderato per la mia collezione-debutto con l’uomo, su cui ho riflettuto per due anni prima di realizzarla, evidenziare anche il legame tra Italia e Francia. Voglio trasmettere un’energia palpabile e l’unione tra questi paesi con i disegni dei giardini alla francese e all’italiana che sono a Villa Palmieri, dove si respira anche molta sensualità, visto che il Boccaccio ci ha scritto il Decamerone”.
Clare Weigh Keller

Givenchy Primavera-Estate 2020
A boy and his city. Che non dimentica dunque di indossare linee rilassate di abiti a tre bottoni, caratterizzati da giacche morbide, talvolta senza maniche, in lucente cotone tecnico, o accennati gessati, accostati a pantaloni a gamba larga o dritta con in vita cinture doppie o a catena.
La camicia classica non manca, ma è dissacrata con stampe di icone floreali, come canottiere prese dal mondo del ciclismo ma realizzate in rete con stampa o in tessuto tecnico, avvolgono il busto come una seconda pelle singolarmente o sotto giacche sartoriali o realizzate in tessuto tecnico indossate in un gioco di codici formali e informali.

Givenchy Primavera-Estate 2020
Rimanendo tra l’eleganza sartoriale e l’abbigliamento libertino, la calligrafia gotica di ‘Fleurs du Mal’ viene frammentata per comporre stampe astratte, mentre una serie di anorak doppiati e parka vaporosi sono contraddistinti da tessuti coreani ultra-leggeri metallici e lucenti o da vellutato nylon.
«Ho pensato che questi aspetti tecnici fossero davvero interessanti per rendere l’idea del glitch.” Rivela Clare Weigh Keller “In effetti pensavo anche ai disegni della tappezzeria, a quei tappeti antichi che sono in tutti i palazzi di Firenze. Poi lo zio del marchese Hubert de Givenchy fabbricava tappeti“.

Givenchy Primavera-Estate 2020
La stravaganza della tecnica espressa dagli arazzi della “La Manufacture des Gobelins” (nata a Beauvais che si ritrova, oggi, al numero 42 di Avenue des Gobelins nel XIII arrondissement di Parigi) e la propensione di Monsieur Givenchy nei confronti della sfarzosità barocca rinasce nei giacconi ricoperti da luccicanti canottiglie e si ritrova nei soprabiti rigati argentati e viene sottolineata da voluminosi foulard in crespo regalando un’interpretazione disinvolta dell’abbigliamento da sera.
Mentre la palette si tinge delle sfumature pallide della rosa damasco, del panna, del blu polvere e del rosso, affiancate dai toni notturni del blu notte, bordeaux e canna di fucile.

Givenchy Primavera-Estate 2020
In questo equilibrio di performance ed eleganza, gli accessori, pochi, molto discreti, non per questo desiderosi di passare inosservati. I borsoni e gli zaini da trekking in pelle e jacquard sono impreziositi da chiusura ripcord, pouch removibili con cerniera e couture tag “Givenchy Paris’ si uniscono a gioielli a catena con perle d’ispirazione barocca. A dare ancora più carattere agli outift ci pensano le sneaker multicolore con calza che sono presentate insieme all’esclusiva scarpa della collaborazione Givenchy x Onitsuka Tiger, impreziosita da ricami e proposta nelle varianti in pelle nera o bianca, in vendita in tutti i flagship store dell’azienda produttrice. Una sfida interessante che ha già fissato il next step di un pàp dedicato al pubblico maschile, che deve sentirsi a proprio agio con ciò che indossa, ma soprattutto libero di scegliere le combinazioni che desidera.
