La bellezza di Gucci nasconde sempre qualcosa, un doppio sguardo, come nella Cruise 2020 dove si cela l’anima fiorentina con un cuore romano. Un atto d’amore per la cultura, per il pensiero libero, per la Città eterna e per la bellezza che continua a salvare il mondo.
Photo Dan Lecca
Davanti a quel doppio ritratto di donne e uomini che corrono, non camminano, con lo sguardo perso verso linee perimetrali assai poco convenzionali fatto di busti, colonne, statue e dipinti sospesi nel tempo viene subito in mente quel caos del vestire che parte dal passato, passa al moderno, e si prende anche il tempo di tuffarsi in un sogno museale romano solo all’apparenza perfetto. E quel suo modo, così diverso di raccontare la moda, la società, i sogni e gli incubi. Un modo all’apparenza tranquillo, ma solo a prima occhiata. Perché in fondo l’eleganza e la perfezione dell’immagine è solo un effetto di superficie. Un’illusione ottica che nasconde molto di più e, qualche volta, di molto peggio o almeno più complicato di quello che si potrebbe aspettare.
Gucci collezione Cruise 2020
Ancora una volta in questa collezione Cruise 2020 presentata nei Musei Capitolini, come nella altra presentata ad Arles, creata da Alessandro Michele, non ci può e non ci deve essere mai niente di semplicemente bello, di classicamente pulito, di dolcemente rilassante.
Così i modelli e le modelle non possono guardare “solo” il vestito che interpretano su percorso quasi catacombale illuminato da torce in movimento: sicuramente stanno pensando a qualcosa di più lontano, di più indefinito e indefinibile.
La mannequin con le trecce può così pensare, chissà, a quello che le riserverà il futuro, mentre l’altra, la Young black lady con custodia di uno strumento, non può che venire in mente una Janis Joplin, forte e sicura, con le sue liriche che si trasformano come atto d’accusa di una società divisa dal razzismo e da false ideologie.
Esplorando, quello che ama chiamare la “coreografia dei corpi e il loro rapporto con il tessuto”, Alessandro Michele finisce così per raccontare tanti tasselli di una storia senza però raccontarne davvero solo una. Preferendo invece buttarci in faccia emozioni, sensazioni, buone o cattive brutte che siano.
Gucci collezione Cruise 2020
Non era, in fondo, quello che già facevano i maestri pittorici danesi: Rembrandt e Vermeer. Per non parlare di Artemisia Gentileschi o il Caravaggio a cui sembra guardare ricreando quadri in bilico fra eros thanatos.
Una collezione come se fossero scatti rubati alla vita, quella quotidiana e silenziosa nascosta, se non qualche volta addirittura reclusa, all’interno degli spazi lavorativi. Sguardi e atmosfere nitide formalmente complicate nell’anima ispirate a quella Roma che gli ha dato i natali e dove ha mosso i primi passi della sua carriera studiando alla Accademia di Costume e Moda.
Gucci collezione Cruise 2020
Combinando la moda con l’immagine scenica, sembra volere restare perenne in bilico tra passato e presente.
Sia che si tratti di cappe come toghe, di pianete plicate ricamate come capispalla, di abiti dalla ricca ornamentazione floreale realizzai in fili di sete policrome come delle imperatrici imperiali che parlano della moda contemporanea, dei vizi e delle virtù comprese, e delle mutazioni genetiche. Ed ecco apparire Mickey Mouse e disegni Argyle che trionfano nella maglieria leggera da indossare su pantaloni morbidi con motivi geometrici che racchiudono la doppia G per la donna e jeans colorati a vita alta per l’uomo. Alternativa ai completi sartoriali per sottolineare quell’ibrido di culture, emozioni e sentimenti alla base del nuovo linguaggio di Gucci.
I romantici dress che sfiorano la caviglia su cui si staglia assoluta ed iconica la stampa flora, must del brand, si indossano con uno smanicato bordato di pelliccia o leggere camicie. È questo il diktat anche l’uomo della Maison Gucci che interseca il suo guardaroba con quello della sua lei a cui ruba collane ed accessori.
Gucci collezione Cruise 2020
Da mettere in evidenza l’interpretazione di un utero che sboccia di fiori su un abito bianco con ricamo.
“L’utero di una donna è una cosa misteriosa e bellissima – dice Alessandro Michele -, lo immagino con i fiori all’interno. Negli ultimi mesi la cronaca mi ha fatto riflettere su quanto le donne vadano realmente rispettate e considerate libere di scegliere quello che vogliono. Interrompere una gravidanza non estirperà il fiore, il giardino che è nell’utero di ogni donna. Rispetto questa scelta massima”.
Gucci collezione Cruise 2020
Giocando però ancora una volta con toni e tinte che paradossalmente ricordano i colori degli abiti che sembrano rubati direttamente dal set di Cinecittà. Ma è solo un gioco o meglio un trucco per raccontare la verità-vera: quella dei fantasmi della democrazia, di una digitalizzazione sempre più spinta, di un ecosistema a rischio.
L’estetica scelta da Alessandro Michele è ormai ufficialmente quella dei tableaux monumentali o pittorici, un’estetica che non si dimentica neppure di certe atmosfere oniriche e quasi sospese che caratterizzano da sempre la sua poetica stilistica e che sembrano arrivare dagli scritti di Plinio il Vecchio. Ma poi ci sono linee di abiti che coprono un corpo che ci riportano subito in primo piano il senso reale delle cose, delle persone e, più in generale, della vita.
ph Ronan Gallagher
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