Un capo di abbigliamento quotidiano per renderlo sensazionale. Da questo concetto centrale quanto cuore della filosofia Schiaparelli nasce la nuova collezione primavera estate 2024 presentata a Parigi durante la Paris Fashion Week.
L’eccezionalità di Elsa
Tutto ciò che è funzionale nelle mani di Elsa diventa eccezionale, straordinario, surreale. La designer con una visione inedita scopre e ripropone pezzi iconici che hanno segnato un’epoca. Scheletri, aragoste, insetti e animali. Tutto diventa insolito e al contempo meraviglioso.
Dalla testa ai piedi, il prêt-à-porter Schiaparelli è un esercizio per rendere il quotidiano
vivo e sorprendente. Questo stesso pensiero Daniel Roseberry lo ha riscoperto ed ereditato abbinando i capi classici come una camicia bianca o un blazer con i codici della Maison che si rivelano come segreti.
Simbologia volumetrica
Per la collezione primavera estate 2024, i capi diventano qualcosa di prezioso dove ogni bottone delle maniche è un bijoux, con l’iconografia della casa passata e presente: il buco della serratura, il lucchetto, l’occhio, il capezzolo, la colomba. Il nastro da sartoria diventa motivo decorativo intorno a giacche e bluse straordinarie per grandi uscite. Il senso dell’umorismo si esprime soprattutto negli accessori. Dalle borse, la Face Bag alla Schiap bag, e la sua esclusiva tecnica di pelle “trapunto”, che unisce strisce di pelle stampate e il metro a nastro declinata in diverse nuance e si unisce a una gamma di prodotti declinati in nero. La sua fibbia ornata dalla caratteristica chiusura a forma di buco della serratura, in ottone dorato martellato rivela un interno rivestito con la fodera nel colore iconico rosa shocking con il volume perfetto per accogliere tutti gli oggetti di uso quotidiano. Allo stesso tempo, le calzature si arricchiscono di simboli e codici presi direttamente dall’alfabeto visuale del brand: il buco della serratura adorna la fine del tacco e le punte dorate.
Un elogio alla sartoria
La collezione ready to wear Schiaparelli è incentrata su questa dualità: da un lato un prêt-à-porter facile da portare dall’altra look preziosi e mai scontati declinati in una palette colore che oscilla tra nero, rosso, bianco e jeans. Un elogio alla sartoria che incontra lo stupore del quotidiano senza mai dimenticare come la moda sia capace di trasformare qualcosa di semplice in qualcosa di eccezionale, giorno dopo giorno. Daniel Roseberry continua la storia della Maison dandole una personalissima interpretazione e lettura.