LUBIAM, Luigi Bianchi Mantova Sartoria, crea una speciale selezione di capi per celebrare la grande mostra “Con nuova stravagante maniera” dedicata a Giulio Romano. Organizzata dal Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova in collaborazione eccezionale con il Musèe du Louvre di Parigi.

Stimolare il desiderio di una comunità alla partecipazione sociale e culturale del contesto territoriale e far diventare la partecipazione una pratica dettata dalla profonda vocazione che si traduce in molteplici attività di bisogno. È questa la grande sfida per le aziende creative del settore moda che operano secondo le logiche etiche della responsabilità sociale della cultura, orientate dalla consapevolezza che un sostegno concreto anche nella gestione territoriale serve per un cambiamento non solo pubblico ma al tutto sistema per adottare nuovi paradigmi di sfida per il futuro.
Osservando questo processo, capita spesso di soffermarsi solo in superficie o meglio sull’aspetto funzionale e suoi effetti evidenti, ma basta spostare di poco la veduta per cogliere aspetti più profondi e indiretti. Nuovi parametri che lasciano intuire la presenza di finalità più sofisticate, quasi discrete come se dovessero essere celate per essere scoperte da cultori che riescono a comprendere il senso.

LUBIAM capsule collection
E questo è ciò che accade se ci mettiamo osservare progetti o interventi di aziende che agiscono secondo le logiche della responsabilità sociale della cultura. Parliamo di aziende che scelgono il presupposto della rilevanza sociale delle azioni che promuovono il ruolo che cultura e creatività sono elementi designati a rivestire la nostra società contemporanea.
Che la bellezza salverà il mondo e favorirà l’equilibrio delle persone, della comunità e del territorio è ormai una asserzione quasi quotidiana. Che la partecipazione alla vita culturale innalza il livello intuitivo. Che le industrie creative specialmente del settore moda siano chiamate a pensare non solo alla propria anima ma anche incentivando la partecipazione artistico culturale al centro delle proprie attività, una delle scelte imprescindibili, quasi etica che stiamo osservando negli ultimi anni da numerose Maison. Favorire la cultura, per queste aziende, non è una decisione dettata dal ritorno economico ma nel produrre valore creando polis più attive e consapevoli.

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Questo processo virtuoso, che si alimenta generando una spirale di valore continuo, è l’intenzione più rilevante per chi aziona questo tipo di processo ma nello stesso tempo è quello più difficile a leggerlo per chi è orientato sugli effetti tangibili come la costituzione di un evento, o mostra.
Il primo livello di produzione del valore è quindi quella di costruire un prodotto fruibile che rappresenta solo lo strumento per realizzare il secondo livello di produzione ovvero quello del processo partecipativo improntato a stimolare processi di comunità.

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Possiamo considerare due principali elementi del secondo livello del valore: il primo consta nella capacità di attivare reti e alleanze territoriali con il fino primo di incoraggiare la nascita di un sistema culturale civico che renda sostenibili, nel tempo, gli effetti delle azioni promosse.
E il secondo elemento risiede nella produzione di contenuti culturali in ottica di impegno ma anche nel miglioramento del sociale all’interno di una comunità, come pensare dei prodotti che riescono a stimolare il coinvolgimento di chi li fruisce per generare partecipazione.

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Si tratta di un terreno esplorato da molte aziende in questo momento ma una sola è riuscita ad essere in prima linea nel supporto artistico culturale conservando la propria anima italiana la cui conduzione è ancora in mano alla famiglia del suo fondatore: LUBIAM.
Luigi Bianchi dava vita alla “Primaria Sartoria Luigi Bianchi – Confezione Uomo e abiti e tailleur per Signora”, grazie alla sua passione, riuscì ad avviare una impresa di successo che si è saputa in seguito affermare come eccellenza Made in Italy nel menswear di alta gamma.
Evolvendosi ulteriormente sotto la guida della quarta generazione della famiglia Bianchi, nel 2011 LUBIAM ha celebrato il suo centenario, dimostrando di reinventare continuamente sé stessa e i suoi prodotti senza dimenticare la storia.
L’attenzione per le risorse umane, l’amore per il proprio territorio e per l’arte, completano il profilo di una azienda etica e Family Friendly, creando giorno per giorno un valore aggiunto sia a livello produttivo, che per le persone.
“Crediamo fermamente nei valori della famiglia” afferma Edgardo Bianchi, amministratore delegato LUBIAM “e per questo vogliamo riuscire a dare ai nostri dipendenti un sostegno concreto anche nella gestione della loro vita quotidiana. Crediamo nella solidarietà e speriamo di poter esser un modello anche per altre realtà imprenditoriali con caratteristiche analoghe”.

Scultura in Piazza Castello
Questa rilevante vocazione si è tradotta in molteplici attività: dall’istituzione dello storico Premio LUBIAM che ha visto la partecipazione di padrini illustri come Aligi Sassu e Renato Guttuso, la ristrutturazione del complesso domenicano di Susano, il restauro delle 52 sculture polimateriche della Basilica delle Grazie e la valorizzazione e l’esposizione negli spazi aziendali di quadri di valore come la tela seicentesca “La cacciata dell’invitato indegno”di Fra Semplice da Verona e le opere di Ferruccio Bolognesi.
Queste attività hanno trovato continuità nell’ultimo decennio con la quarta generazione della Famiglia instaurando una fruttuosa collaborazione con “A scuola di Guggenheim”, sezione didattica della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, in occasione del Festival di Mantova Creativa, coinvolgendo 1200 studenti, o portando l’arte contemporanea nel Complesso Museale Palazzo Ducale facendo dialogare artisti internazionali nel realizzare grandi opere, come l’opera Vortici dello scultore giapponese Hidetoshi Nagasawa ora in esposizione permanente nello spazio verde della azienda mantovana.

LUBIAM capsule collection
Per creare una continuità nella progettualità di questa vocazione dedita a collegare l’arte e la moda, il prossimo 6 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020 torna a Mantova Giulio Romano con la mostra “Con Nuova e Stravagante Maniera” organizzata dal Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova in collaborazione eccezionale con il Musée du Louvre di Parigi.
Un progetto che intende illustrare la figura di Giulio Romano, pseudonimo di Giulio Pippi de’ Jannuzzi, il più talentuoso tra gli allievi di Raffaello, e la sua “nuova maniera” di fare arte, in particolare nella città gonzaghesca, mettendo in luce la peculiarità e l’aspetto innovativo.
Un evento eccezionale, attorno al quale ruoterà una serie di iniziative dedicate, tra cui si distingue, per l’alto tasso di esclusività e novità, la capsule collection realizzata da LUBIAM.

Luigi Bianchi Mantova Collezione Autunno Inverno 2019- 2020
Ecco quindi che, anche in virtù di una collaborazione di lunga data con il museo, la mostra diventa uno spunto cruciale di ispirazione per la nascita di “una collezione nella collezione” firmata da un brand storico “Luigi Bianchi Mantova Sartoria” che già nel nome esplicita e celebra le proprie amate origini.
Una linea di alta gamma tutto rigorosamente Made In Italy, che si contraddistingue per le lavorazioni preziose e per l’utilizzo di materiali di qualità eccellenti, che in questa occasione vedrà nascere al suo interno una selezione di capi disegnati da Giovanni e Giulia Bianchi, alla guida del team dell’azienda.

LUBIAM capsule collection
I look, ricavati dallo stretto intreccio tra arte e moda, non solo sono dedicati all’opera di Giulio Romano, ma sono anche pensati per essere indossati da un moderno Giulio Romano.
Una giacca di velluto su stampa piazzata ricavata dalle vicende della guerra di Troia presenti negli affreschi di Giulio Romano nell’Appartamento di Troia, due giacche black tie, adatte alle occasioni importanti, che riprendono sul revers o su stampa intera della Galleria dei Mesi recanti i segni zodiacali e la flora lacustre, simbolo di fertilità e all’abbondanza del territorio governato dai Gonzaga.
Linguaggio molto comprensibile che porta un’espressione nuova della moda come protagonista del contradditorio nella fase oscurantista della società moderna. Perché la moda e l’arte diventano un linguaggio comprensibile capace di costruire innovazione e stimolare l’ampliamento dello spazio culturale, per far diventare la parte culturale una pratica usuale, dettata dal bisogno e al più profondo, personale e autentico desiderio di bellezza.

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