L’universo creativo multisfaccettato di Luisa Beccaria raccontato dalle parole della fondatrice della Maison omonima, che da più di trent’anni porta avanti con passione.
Luisa Beccaria non è solo uno dei più importanti marchi di moda italiani. Si tratta di un vero universo artistico di una donna, prima ancora che di una designer, che ha dato forma al proprio mondo interiore contaminato dal bello e dalla ricchezza multisensoriale. La sua Maison, al cospetto di un solo credo, quello dettato dalla bellezza della natura, continua a sfidare le leggi del tempo e delle mode. Talento, passione e un pizzico di magia hanno dato vita a un microcosmo contaminato da suggestioni bucoliche e accenni di contemporaneità, al quale non possiamo più fare a meno.
Ritratto di Luisa Beccaria
Il suo marchio possiede una storia di famiglia, una favola romantica che coniuga l’eleganza italiana e l’alta sartoria ad uno spirito contemporaneo. Cosa significa perpetuare una azienda di famiglia oggi, in un periodo in cui molti marchi scelgono di far parte di una grande Corporation?
Ho sempre avuto una forte creatività e voglia di farla diventare qualcosa di fruibile. Quando le idee prendono vita, il divario tra sogno e realtà si assottiglia. Nel mio caso il lavoro è stato al servizio della mia vita e non viceversa, ma soprattutto è sempre stato intrecciato, sia a me che ai miei cinque figli, che hanno respirato i miei entusiasmi e ansie sin da piccoli.
Il mio percorso individuale non è stato sempre facile. Ho avuto tante soddisfazioni, ma anche tante difficoltà allo stesso tempo. Certamente entrare a far parte di un grande gruppo, cosa che mio marito mi ha auspicato molte volte, sarebbe stato più semplice, soprattutto se mi fossi dedicata solo alla parte creativa. Tuttavia, le volte in cui ho avuto a che fare con i grandi gruppi ho dovuto sottostare a regole che mi hanno fatta sentire in gabbia: sia per quanto riguarda le esigenze di mercato da seguire, che di tempi e modalità di esecuzione. Il mio è un piccolo grande business, e di questo ne sono fiera. Ho saputo infatti gestire il tempo a misura di donna.
Talvolta sembra che se non fai parte di una grande Corporation sei destinata a soccombere. La pandemia ha certamente acuito questo aspetto, ma la positività che ripongo nel futuro, mi porta a pensare che l’artigianalità e l’autenticità saranno premiati dalla clientela desiderosa di tornare presto a vivere nuove esperienze di acquisto, lontane dal mondo dell’e-commerce. D’altronde si tratta di una ritualità che mantiene vivi i centri urbani, che da sempre ha disegnato e caratterizzato le nostre città.
Non le so dire se, prima o poi, anche io mi farò sedurre da un grande gruppo, di certo è, che a rivestire un ruolo come il mio siamo rimasti in pochissimi, da contare sulla punta delle dita. Ciò che conta è essere sempre fedeli alle proprie convinzioni ed estetica.
Da sempre le collezioni di Luisa Beccaria sono caratterizzate da eterna femminilità, che sfida ogni moda, tendenza e lo scorrere del tempo.
Il mio lavoro, a livello artistico, è sempre continuato secondo le mie passioni. Partendo dalla ideazione di un tessuto, alla creazione di un vestito. Nelle mie collezioni di moda, e in tutto ciò che ho realizzato, c’è sempre stato un riferimento alla natura. I suoi tramonti, il mare e i colori indefiniti hanno spesso ispirato le stampe e le nuance scelte. Un approccio, diventato stile di vita e fonte di ispirazione. Le mie collezioni non sono destinate non solo alla vita di città, ma anche al bucolico e idilliaco, diventato poi trend. I miei sono abiti trasversali, ageless, timeless, privi di occasioni specifiche in cui indossarli, ma vanno bene in qualsiasi momento. Sono gli abiti “buoni”, che si trasformano, e possono essere indossati sia con un paio di stivali che con babbucce e un cardigan. Penso e spero che la pandemia porti una nuova ondata di verità. Ce n’era bisogno. La moda è arrivata a finzione e montatura non più sostenibile, con ritmi assurdi.
Il ruolo del lusso ha perso la sua vera natura: anziché dare il giusto valore alle cose, ti suggerisce di buttare e sostituire con altro. Un ruolo di questo tipo lo può avere solo il mass market, inquinante e molto poco green. Il fast fashion, fino a pochi anni fa, era accompagnato da un gusto cheap, oggi è diventata vera concorrenza. Se come brand di lusso non riesci a dare un valore aggiunto, il consumatore è disorientato. Prima della pandemia, si stava verificando un fenomeno in cui il lusso si stava dimenticando dell’etichetta che c’è dietro. Un abito di un certo tipo è il capo che, ti dirà sempre qualcosa; quando lo ritrovi nell’armadio e lo riprovi troverai un ricordo o semplicemente lo si potrà tramandare da madre in figlia. La moda deve porsi delle domande se non vuole essere spazzata via.
Collezione SS21_Credits Luisa Beccaria
Oggi al suo fianco c’è Lucilla, come vivete questo rapporto di lavoro tra madre e figlia?
Il nostro rapporto è da sempre stato entusiasmante, bello e ricco. Ci ha fatto esplorare aspetti della vita, che altrimenti non avremmo mai esplorato. Lei ha cominciato a lavorare con me da giovanissima, ora che siamo diventate entrambe adulte, talvolta abbiamo momenti di confronto. Non sempre la pensiamo allo stesso modo su tutto. Un dialogo generazionale è fondamentale. Quello che alla fine mi importa è che davanti a una discussione si arrivi solo a fare meglio. Talvolta è complicato, mi trovo diversa, ma il più delle volte mi sento io quella più moderna, eccentrica, trasversale, sotto certi aspetti, incosciente. Le nuove generazioni hanno un senso conservativo, mentre io agisco più di istinto e di pancia, assecondando richiami a cui non posso non dare retta. Probabilmente i miei figli devono agire in modo diametralmente opposto dal mio, hanno bisogno di maggiore pragmatismo e organizzazione nell’ottica del risultato. Noi, come generazione, eravamo maggiormente pronti a sacrificarci per un ideale, qualcosa che ti appaga anche da un punto di vista intellettuale. Le nuove generazioni sono più proiettate al materialismo. Nella vita è importante una mediazione tra ciò che vuoi possedere e ciò che hai, non tutto ha un valore economico.
Luisa Beccaria e Lucilla Bonaccorsi
Nel 2019 la sua Maison ha presentato una nuova linea di Home Decor. Continuerete ad approfondire il tema dell’arredamento e dell’Art de Vivre con nuove collezioni?
Il tema dell’Home Decor mi diverte molto e mi è sempre piaciuto. Anche questo è un modo di vestire: vesti una tavola, un giardino. Ultimamente mi sto dedicando al mio giardino e mi appassiona. Mi sembra sempre di fare il mio lavoro e non smettere mai. La mia linea di Home Decor attualmente comprende bicchieri, tovaglie e tovagliette all’americana nelle quali ritroviamo riproposte le stampe degli abiti. Inoltre, sto seguendo una linea di piastrelle, per il bagno o la cucina, in pietra chiara estratta in Sicilia e cotta a mano, sulle quali sono dipinti da un artista motivi floreali e geometrici.
Un settore enormemente interessante.
Collezione Home Decor_Luisa Beccaria
Il feudo di Castelluccio, culla della famiglia e simbolo di storia e di cultura. Avete dei progetti per questa destinazione così cara alla vostra famiglia?
Per ora è la nostra casa e unisce famiglia e amici. Abbiamo però ristrutturato anche alcune case intorno che invece affittiamo. Questo per noi è un grande contenitore, il più autentico possibile. Quando ci siamo imbattuti in un’impresa di restauro come questa, anni fa, sembrava da folli. Sperduto su uno sperone di roccia, lontano dalla città. Invece c’è stata ancora una volta grande lungimiranza e fiducia nel futuro. Abbiamo creato un posto che è tutto ciò che la gente oggi sogna, dove si può percepire un po’ di Oriente, come lo è la Sicilia. Quando penso al domani di questo posto, penso ai miei figli che potrebbero trasformarlo in un Resort di lusso. Come detto, loro sono molto più orientati al business. Per me il lusso non è trarre profitto da tutto ciò che si possiede.
Se dovesse lanciare un messaggio per le nuove generazioni?
È importante provare sempre ad ascoltarsi e seguire la propria indole. Ognuno di noi è bravo in alcune cose e negato in altre. È necessario ascoltarsi ed esprimere il proprio potenziale. Ciascuno di noi ha qualcosa da inseguire, valutando sempre tutte le possibilità. A mio avviso, le nuove generazioni devono ritrovare l’autenticità; capire che cosa è, e dove si ripone. Viviamo in un mondo montato e sviluppato su falsi miti, anche se capisco che per un giovane non sia così facile intraprendere questa strada, perché potrebbe non coincidere con quello che la realtà circostante ci offre, inclusa la moda.
Io comunque credo che i sogni si realizzano sempre, basta seguire il proprio istinto, unito a un pizzico di fortuna.