Tra drappeggi, plissettature e una complessità materica rigorosa il designer francese Mossi Traorè apre un nuovo capitolo ispirato all’haute couture.
Da bambino sognava di fare il calciatore. Ma quando ha capito che gli abiti potevano trasformarsi in un mezzo di espressione, e un modo per raccontare la sua personalità, non ha avuto nessun dubbio.
Nel 2005 si iscrive alla scuola parigina Mod’Art International e, in contemporanea, lavora come costumista al Palais Garnier, senza dimenticare l’apprendistato con una ricamatrice indiana e un sarto africano in un piccolo laboratorio in periferia.
La sua voglia di condivisione non si ferma qui e nel 2015 fonda la scuola Les Atelier Alix, un omaggio dichiarato a Madame Grès, che aiuta i giovani designer ad apprendere le basi sartoriali dell’haute couture.
Nel 2017 il grande salto e il lancio dell’omonimo brand, un ready to wear dedicato alle donne e al rigore estetico: si strizza l’occhio alla couture, perché ogni singolo capo è sul risultato di una progettazione accuratissima tra texture e volumi e il designer, come un architetto, gioca con drappeggi e pieghe, materiali e linee.
Mossi Traorè
Quando e come nasce Mossi?
Dopo un primo progetto, creato insieme a uno studente della scuola Mode Art International, nel 2017 ho deciso di lanciare il mio brand.
La prima stagione di vendite è saltata perché dopo il primo show alla Canopé des Halles la collezione è stata rubata. Ed è per questo che ho deciso di presentare un solo look al Designer Appartement Passerelle Showroom. Questo evento del tutto inaspettato mi ha permesso però di guardare le cose da una nuova prospettiva: ho iniziato a lavorare su un progetto fotografico Taj Mahal con Marie Agnès Gillot e abbiamo esposto al Carrousel du Louvre nel 2018. La mostra è stata accompagnata da un pop up store nel Printemps del Louvre dove sono stati presentati i pezzi Mossi nati dalla capsule esclusiva.
Nel 2015 ho fondato Los Atelier Alix per insegnare il know how dell’alta moda, dalla corsetteria, al ricamo e alle finiture, a un trentina di studenti all’anno. Con l’associazione Los Atelier Parisiens, che ho istituito nel 2016, non solo formiamo i giovani che vivono nelle periferie parigine all’arte della couture, ma li aiutiamo a integrarsi nel mondo del lavoro.
Il tuo mondo di riferimento?
Le mie fonti d’ispirazione sono Yohji Yamamoto, Issey Miyake, Margiela, ma anche la cultura indiana, i manga giapponesi e l’arte contemporanea.
Ogni stagione è scandita da collaborazioni artistiche. Il 2020 è la scrittura del calligrafo Hassan Massoudy a ispirare movimenti e colori.
Che significato dai alla moda?
Il mio lavoro ruota intorno a 4 parole: arte, moda, artigianato e mondo.
L’arte è un albero con tanti rami e ho scelto quello della moda mantenendo comunque un legame con gli altri.
Cosa racconta la Primavera Estate 2021?
La nuova collezione è stata studiata intono al movimento, i capi sono leggeri e fluidi. L’arte del movimento di Hassan Massoudy attraversa le stampe. La società, l’arte, il mondo, il vento, ogni cosa è in movimento.
Sfumature come pennellate o colori pieni e profondi. Il fil urge? Le forme morbide e i tagli relaxed.
I materiali e forme prediletti?
Mi piace molto lavorare con la lana, il cotone, l’organza. Amo l’asimmetria, la stratificazione, i drappeggi e le pieghe. Vedo il corpo di una donna come un supporto attraverso quale esporre le mie emozioni e gli impulsi creativi
Il colore che non può mancare nelle collezioni?
Mi piace immergermi nel bianco e il nero.
La plissettata come un’opera d’arte si esegue senza limiti materici e cromatici. Il vezzo? Le trasparenze ben calibrate.
Il desiderio alla base di Les Atelier Alix Les e l’Atelier Parisien?
Sono dei progetti che mi entusiasmano . Ma sono soprattutto utilissimi per il futuro della moda. Attraverso le nostre iniziative posso promuovere l’intergrazione nel settore moda.
Il tuo rapporto con la moda è cambiato dopo questo lockdown?
Non ho cambiato nulla, per la specificità e il DNA ben marcato del mio progetto. Penso che fossimo molto più avanti rispetto al potenziale della moda.
Progetti per il futuro?
Molti e folli. Preparatevi!