Tory Burch è un marchio lifestyle americano che riflette lo stile nomade e la sensibilità del suo Presidente e Direttore Creativo, Tory Burch. La sua linea, lanciata nel febbraio 2004 e conosciuta per il colore, le stampe e i dettagli etnici, comprende abbigliamento, scarpe, borse, accessori, cosmetici, casa e orologi.

Credits Brigitte Lacombe
Lo spirito nomade
Che cosa accade quando anche la moda si mette in viaggio, interrogandoci su che tipo di viaggiatrici siamo o che vogliamo essere? Può accadere che in America la più mainstream delle aspirazioni prenda forma in collezioni per nomadi contemporanei come suggerisce la designer Tory Burch, conosciuta a New York come la regina del lifestyle o della Nomade Life, perché la sua moda è un modo di vivere e lei stessa è la testimonial diretta del suo stile.
Un invito a essere donne belle, spigliate e pronte a partire per mete vicine o lontane, esprimendo tutte le variabili variazioni necessarie di guardaroba nato sotto il segno dell’iperbole concettuale o di uno sguardo proiettato tra passato e futuro.

L’estetica nomade
Se Nomade life ci ricorda quanto è rassicurante sentirsi a casa propria nel mondo, Tory Burch ci immerge in un’estetica che diventa archetipo della donna contemporanea. Tra strade trafficate e lucide di pioggia e il profilo dei grattacieli, i ritmi della City diventano outfit modulabili con doppia funzione d’uso, o pensieri flessibili progettati per vivere un quotidiano di mutevolezza perenne.
L’estetica delle sue collezioni prende spunto dall’infanzia trascorsa in una fattoria fuori Philadelphia e con i tre fratelli e i suoi amati genitori come punto di riferimento di stile.

“I miei genitori avevano un’eleganza innata. Sono per me una continua fonte d’ispirazione.”
Il lusso nomade
Il padre Buddy lavorava come investitore e uomo d’affari mentre la madre aveva girato numerosi film. Un’infanzia felice vissuta tra pranzi a bordo piscina e lunghi viaggi in giro per il mondo da Marrakech ad Atene, da Venezia a Capri fonte d’ispirazione di gusto ed eleganza.
“Spesso amo sfogliare i vecchi libri delle foto di famiglia degli anni che vanno dal 60 al ’70. Mio padre amava sempre indossare i suoi mocassini e la giacca abbinata alla sciarpa di Hermès, e mamma, che prediligeva il gusto bohemienne e nomade, portava lunghi caftani ricamati”.
E proprio in questi ricordi che c’è il suo senso della vita. Tory Burch sa raccogliere ogni tipo di dettaglio di un viaggio o del quotidiano e ricavarne gioia.

Nel 2004 decide di lanciare il suo marchio in una piccola boutique a Nolita, dopo essersi laureata in Storia dell’Arte presso l’Università di Pennsylvania e dopo aver avuto collaborazioni notevoli come Zoran, Harper’s Bazaar, Loewe, nonché alcuni dei più importanti stilisti americani inclusi Ralph Lauren, Vera Wang and Narciso Rodriguez per Loewe. E questo si andò a sommare all’energia e allo spirito nomade dei suoi ricordi creando un’interpretazione estetica che fosse unica e che fosse riconoscibile in tutto il mondo, dalle ballerine e le tuniche, fino alle stesse boutique arredate in modo brillante.
“New York è la mia casa – è il luogo dove vivo e dove ho scelto di crescere i miei tre figli.”

Il design nomade invade le boutique
“La mia boutique a Nolita a Manhattan volevo che fosse progettata come una casa, in netta controtendenza rispetto allo stile minimalista che dominava l’interior design commerciale di quel periodo.
Per questo pensai di affidare all’architetto Daniel Romualdez la mia idea di avere delle porte laccate in arancio che introducevano a uno spazio ispirato all’interior designer David Hicks con lampadari dorati, morbidi divani, tende in velluto e gli arredi Lucite, che sono diventati simboli della Maison.
E ogni boutique ha una sua connotazione territoriale incorporando pezzi antichi e oggetti locali come le ceramiche Talavera a Citta del Messico o i lampadari in corno a Scottsdale”.
Indipendentemente dalla città, ogni pezzo inserito è tutto immediatamente riconducibile alla sua estetica.
“Sicurezza e educazione. Il modo in cui tratti gli altri e te stesso. I vestiti contano ma la buona educazione di più, e non è un lavoro part-time.”

Anche le parole e le azioni sono nomadi
La sua storia prosegue a livello globale con oltre 200 boutique, da New York a Parigi a Shangai, e online in Nord America, Europa e Asia, e con il lancio nel 2009 della Fondazione Tory Burch a sostegno delle donne imprenditrici. Attraverso le sovvenzioni, le consulenze e i corsi di formazione, la fondazione investe nel successo e nella sostenibilità di piccole attività imprenditoriali femminili.
Ci sono mille cose da dire su di lei. Nel giugno 2008 Tory ha vinto il premio CFDA (Council of Fashion Designer of America) come migliore creatore di accessori dell’anno. Nel 2007 é stata onorata dall’Accessories Council of Excellence con il premio di Accessory Brand Launch dell’anno. Nel 2005 il Fashion Group International le ha conferito il premio Rising Star Award come migliore concept store.

Una raconteur nomade
Ma più di tutto, per me, Tory è una “raconteur nomade” meravigliosa.
Guarda, analizza, si appropria di ciò che vede e lo trasforma in una visione personale, che è felice di condividere. Ha un vero talento per le storie, e questo è vero nella sua vita come nel suo lavoro.
Ogni suo abito che sfila rappresenta un viaggio, un ricordo, una storia.
Quindi collezioni che esprimono le variabili di una donna che si sveglia nella sua casa, va a Manhattan per lavoro e per lo shopping, fa lunch a Soho, prende il the di lavoro Up Town, cena nel West Village e ritorna a East Hampton per godersi il tramonto serale.

E questo è solo il mio rapido sguardo. Se mi soffermarsi troverei mille altri strati e citazioni in ogni donna. Avrei pagine e pagine di racconti.
Tory Burch raccoglie elementi e mondi e tempi diversi, e ci trasporta in altre dimensioni. E noi possiamo interpretare ed entrare con lei nella sua filosofia nomade. Tory Burch crea più che vestiti: inventa una filosofia. Ha un’apertura e una curiosità che gli fanno accumulare elementi che poi ritrasmette nei suoi vestiti, trovando un’alchimia giusta tra passato, presente e futuro.
