Chi l’ha detto che l’inverno esige tonalità cupe e fredde? Archiviati maglioni e sciarpe, sulle passerelle vediamo sfilare sempre più collezioni senza stagionalità, capi evergreen da utilizzare con versatilità in qualunque momento dell’anno, salvaguardando il concetto del riciclo.
Colori primari, stampe floreali, paillettes e jais verso vivaci movimenti urbani. Una progressiva voglia, da parte di stilisti di tutto il mondo, di inventare un nuovo vocabolario per il guardaroba. Colpa dei cambiamenti climatici? Può darsi. E allora addio melanconiche note di colori freddi, benvenuto colore.
Nuovi mezzi linguistici per la moda del futuro. Come una sonata di Schönberg, dove la musica va oltre ogni confine della mente, il colore e la forma trovano un nuovo giardino da abitare. La passione per i movimenti, le curve e le linee rappresentano un legame indissolubile volto a definire nuove possibili combinazioni atte a esprimere al meglio la relazione tra questi elementi.
Valentino ci porta in un universo fatto di primavere invernali. Infiorescenze e fiori stilizzati esplodono come fuochi d’artificio su abiti lunghi e romantici. Pierpaolo Piccioli interseca un’eleganza severa a una fluidità materica verso una morbidezza autorevole. Forme avvolgenti e protettive di cappe, mantelli, ma anche abiti stratificati o dalle linee semplificate, dove imperante è il colore. Una palette straordinaria, che va ad esplorare diverse gradazioni di verde, rosso, fucsia, rosa e avorio.
Elaborate creazioni in chiffon, dalle mille rouches e volant verso una femminilità decisa e marcata. Così Giambattista Valli racconta l’autunno inverno 2018-2019 abbracciando calde tonalità dell’ocra e del rosa per declinarsi in quelle più accese di acqua marina, rosso e oro, che vede l’accostamento di tailleur e abitini smanicati, verso una collisione di stili ideali per ogni stagione.
Tante sfumature di rosa per Nina Ricci che declina i codici estetici del guardaroba femminile in un incontro sensuale e audace fatto di trasparenze e corpetti, stivali e abiti sottoveste. Un sapiente mix di pellicce, trench, capispalla con alamari e cappotti doppio petto. Un perfetto gioco di seduzione per viandanti spirituali.

Ribelle e anticonformista la collezione di Dior che Maria Grazia Chiuri ha presentato durante i giorni di Paris Fashion Week.
Femministe attive e fervide credenti verso una parità di genere cui molte donne lottano ogni giorno in prima persona. I moti del ’68, le ribellioni, i manifesti e i cortei. il pret-à-porter che si diffonde e Vogue, il silenzioso testimone che ha saputo documentare tutto il caos ribelle che si respirava nelle strade delle città. È in questa corniche che si inscrive la collezione, che rispecchia quel mood rivoluzionario riflettendo il contemporaneo. Un patchwork di anime frastagliate ricucite tra loro in un colorato insieme senza fine.
Balenciaga gioca su volumi over e silhouette slim. Sovrapposizioni di capi, ma anche di colori fluo come verde, rosa, blu mixati con i più classici primari dalle tonalità scure. Un equilibrato dualismo completato da rimandi a guardaroba passati e riscoperta di personalità forti e prive di schemi.
Anche gli accessori ci rivelano un intricato ricamo d’epoche per Miu Miu. Gli anni Cinquanta incontrano gli Ottanta. Mini stivaletti con logo e scarpe di vernice a tutto colore portati con calzini. Bagliori di luce e sprazzi di colori metallizzati verso una moda che non conosce confini.
