Lo stilista dei due mondi: il Nepal suo paese di crescita, e gli Stati Uniti d’America paese di adozione.

Il creativo nato a Singapore, cresciuto in Nepal e newyorchese d’adozione, la consacrazione definitiva è arrivata nel maggio 2010, quando Michelle Obama arrivò al pranzo dei corrispondenti esteri nella sala ovale della Casa Bianca, indossando un abito rosso fuoco firmato dallo stilista.

Uno stile, il suo raffinato ma metropolitano, street-glamour con tocchi barocchi e denso di citazioni orientali, in special modo nei materiali, con stampe e tessuti a contrasto.
È uno stile che piace non solo a Michelle Obama ma anche alla Duchessa di Cambridge Kate Middleton come alle ultime generazioni di attrici di Hollywood, ma tiene in grande considerazione anche il red carpet di Bollywood, perché l’India rappresenta un’aerea cruciale di espansione per la sua griffe.

Le sue collezioni nascono proprio dalla sue radici e dalle tradizioni spirituali del Nepal, mentre si sposta di continuo tra gli Stati Uniti e Asia.
Ma è anche uno stilista attento alla spendibilità di ogni donna per questo ha deciso di vendere i suoi modelli anche per la catena di negozi pret-a- porter J. Crew.
“Mi piace pensare che anche ragazze giovani o con meno possibilità possono indossare o avere nel proprio armadio un mio modello”
Il suo percorso inizia in Australia, per poi trasferirsi a Londra dove definisce le sue linee base che saranno perfezionate a New York frequentando la prestigiosa scuola di design Parsons.
Nel frattempo comincia a disegnare per Donna Karan.
Oggi costruisce i suoi vestiti come un architetto: usando il computer, mettendo assieme alcune immagini, forme, colori, dettagli che lo colpiscono e una volta individuato il mood, procede a comporre la collezione come se fosse un mosaico.

La maggiore fonte sono le donne specialmente quelle belle, forti, che ricerca nei settori della politica, del cinema e della moda, per accentuare la personalità senza esagerare, come se fosse la fragranza di un profumo.
Nella sua T-shirt bianca, jeans neri e sneakers da boxeur, il designer Prabal Gurung personifica un sobria forma monacale.
“Credo che in me convivano due anime”
ha dichiarato il designer durante il casting di preparazione della sfilata che si terrà domenica prossima
“quello dello stilista con tanti sogni e ambizioni, e quella dell’artigiano sensibile, onesto, che preferisce lavorare nell’ombra, lontano dai clamori”

Forse sarà l’educazione che ha ricevuto alla scuola cattolica, dove per dieci anni ha indossato l’uniforme.
“Io che vivo di sollecitazioni e suggestioni continue del fashion,
pratico la meditazione orientale come disciplina,
ma senza isolarmi dal mondo.
Un mantra che mi porta ad essere una tela bianca dove porre tutte le mie idee che poi creano una collezione”
Nella collezione AI 2017-18 ha voluto celebrare le diversità del femminile e il suo potere, rendendo ancora più chiaro il suo messaggio di inclusività, trasformandolo in un inno al femminismo, tema che pare essere tornato oggi molto di moda.

Silhouette fluide e femminili su abiti tagliati a sbieco in chiffon e charmeuse di seta, giochi di volants e frange, mentre effetti materici tridimensionali si spalmano su mantelle e cappe da volumi ampi con effetto cocooning .
Colori come il grigio, nero e l’avorio si alternano invece a stampe vivaci e toni più forti e accesi, come il giallo limone o il verde smeraldo.
Completano la collezione scarpe décolleté con inserti di pvc trasparente; booties a tacco alto.
