Prada news: un tramonto suggestivo, amplificato da pannelli semitrasparenti con vista mozzafiato sulla città di New York e una location in perfetto stile metropolitano.
Il Piano Factory è il luogo prescelto da Miuccia Prada per presentare la sua ultima collezione Resort 2019.
Il quartier generale di Prada a New York, ospitato in un’ex fabbrica vista Hudson, è stato scelto dal brand milanese per far sfilare i modelli della sua nuova collezione.
La riconversione della ex fabbrica di pianoforti è stato il primo progetto affidato dal brand Prada al famoso studio di architetti Herzog & de Meuron nel 2000: una sorta di rifacimento dell’edificio esistente, cui furono rimossi tutti gli elementi architettonici conservando unicamente la nuda armatura sottostante in cemento. E proprio lì, nel pieno della frenesia newyorkese, che la sfilata, lo scorso 4 maggio, ha avuto luogo.
Il settimo piano del building, dove la struttura scarna dell’edificio si offre alla vista con le sue espressive colonne in cemento, è diventato teatro di uno spettacolo unico e in sintonia con il mondo esterno: in perfetto orario con il tramonto delle 19:55, le cui sfumature arancio del cielo hanno pervaso il grande spazio industriale di potente bellezza scultorea, creando un suggestivo gioco di riflessi e trasparenze che, grazie all’impiego di enormi pannelli semi-trasparenti sospesi e adattati in base alle dimensioni delle finestre esistenti, ne hanno modulato l’ambiente. All’esterno, il paesaggio urbano che circonda l’edificio ha trasferito così in profondità contorni reali della città all’interno dello spazio sfilata del gruppo Prada S.p.A.
Oltre alle immagini della città, sui pannelli sono state proiettate altre raffigurazioni di paesaggi urbani virtuali. Un continuum tra reale e virtuale, che ha portato lo spettatore a passare da una dimensione all’altra in modo dinamico. In armonia anche il defilé delle modelle che riflette sulla superficie dei pannelli circostanti. Il risultato? Un mix intrigante tra dimensioni differenti, realtà analogiche e virtuali interconnesse tra loro.
Tutto ha seguito un copione in cui si sono susseguite sequenze contrastanti di visibilità e invisibilità, luce e oscurità, rumore e silenzio. Un gioco di opposti complementari. Le modelle hanno sfilato in un contesto reale, attraverso paesaggi urbani sia riflessi che proiettati.
La collezione, disegnata da Miuccia Prada, ha ricordato il minimalismo degli anni ’90 reinterpretato con leggerezza e fantasia.
Stampe a contrasto, abbinamenti forti, dai colori decisi e marcati in un armonico gioco di contrapposizione. Le geometrie dei capi, ripetitive e rigorose, si alternano a elementi sportivi come polo e t-shirt tecniche. Gonne lunghe sono in opposizione a minigonne cortissime bordate da ruches. Tailleur borghesi, capispalla vintage raccontano lo scorso millennio attraverso silhouette strette, moderne e semplici. Capi poco elaborati, da indossare nel quotidiano, che non perdono l’allure chic ed elegante del brand. Il cappello da cacciatore? “Serviva perché era uno show”.