Il mood floreale domina incontrastato sulla moda delle pre-collezioni 2018.
Diverse interpretazioni danno vita ai giardini fantastici, ricchi di fiori e di piante di ogni genere, dal carattere ora bucolico e idilliaco, ora selvaggio e violento.
Un giardino segreto misterioso e affascinante in cui è bello incontrarsi e perdersi.
“Floreale per la primavera? Avanguardia pura”.
Cosi sentenzia in tono sarcastico Miranda Priestley, alter ego di Anna Winthour, nel film “ Il diavolo veste Prada”, rispondendo allibita alla proposta di una giornalista della sua rivista di redigere un articolo sul tema floreale per la bella stagione.
A dirlo suona banale, ma di fatto non sarebbe una bella stagione senza fiori e, sicuramente, le fantasie floreali riescono immediatamente a evocare immagini idilliche di gioia e quiete, la tenue brezza e i profumi di una giornata all’aperto, l’aria frizzante e il cielo terso.
Bene, quest’anno come non mai, gli stilisti hanno voluto sorprenderci, divertendosi a reinterpretare il più classico dei mood e lo hanno fatto in tutte le chiavi possibili e immaginabili.
Hanno infarcito le loro pre-collezioni di fiori, piante, petali, giunchi, e trasformato le location per gli scatti in giardini fantastici, dimostrando ancora una volta come, attraverso la fantasia, si possa reinventare uno stesso mood ottenendo risultati davvero originali.
Se da un lato alcuni couturier si sono attenuti ad una chiave di lettura del tema più tradizionale, ricostruendo atmosfere agresti, altri hanno attinto dal mondo vegetale forme e profili per sbizzarrirsi a riprodurre inedite fantasie: talune prettamente artistiche e astratte, altre molto intense e più concettuali.
La moda per la P/E 2018 pare non solo affascinata dai fiori ma addirittura ossessionata da questi, tanto che ai fiori s’ispirano intere collezioni: è il caso di Antonio Marras che porta un intero orto botanico, proponendo deliziosi cappelli di paglia, freschi e leggeri che paiono fatti su misura per agghindare una donna che vive nell’Hampton, ma anche abiti e camicie in un tributo di giardinaggio, visto come antidoto allo stress, e al lusso del tempo libero.
Stessi slanci bucolici sembrano aver influenzato Alberta Ferretti, per abiti e tuniche fruscianti, con stampe “fleur sur fleur” e fantasie naif, o Emanuel Ungaro, con le sue creazioni dal sapore romantico ricoperte di petali tinteggianti con colori candy e illuminati da paillettes e ricami.
Appeal anni ’70 per Emilio Pucci che suggerisce l’accostamento estroso della più svariate floral prints su tailleur pantaloni o caftani in seta, su cui spiccano colori accesi di fiori e grafiche geometriche.
Givenchy propone tessuti see through e stampe impercettibili per pantaloni in seta fluidi e scivolati, mentre Manuel Facchini sembra voler riprodurre in versione macro iris e vestire le sue ninfe con lunghe vesti impalpabili dai disegni sfumati.
Astratte e definite le stampe che sbocciano sugli abiti fascianti e i caban con gonna di MSGM che ricordano lo stile decorativo e geometrico di Gustav Klimt.
Ancora dimensioni spropositate per i disegni floreali di Cédric Charlier che spiccano con tinte sature sul fondo bianco degli abiti, decorati con fili sfrangiati che simulano chiome di arbusti della foresta.
Vionnet punta sul lusso e su una femminilità ammaliante: un mix stupendo di composizioni floreali tra ikebana e stile neo-classico per abiti conturbanti, tuniche in seta lucente dai colori sgargianti.