Dalla Scozia con amore è la giacca in tweed, o tessuto spigato, la regina dei capispalla.
L’Autunno è ormai arrivato ed è tempo di concentrare l’attenzione sui capispalla.
I riflettori quest’anno sono tutti puntati sulla giacca in tweed, un classico blasonato che torna in auge ciclicamente.
In lana cardata originariamente prodotto in Scozia, è un tessuto robusto ma al tempo stesso soffice, di ottima fattura e resistente all’acqua. Motivo per cui veniva tradizionalmente usato per la caccia o la corsa a cavallo.
Riproposto da molti couturier, il tweed incarna da sempre un’eleganza sobria e vanta un pedigree di lunga durata. Ma facciamo un balzo indietro alla scoperta delle sue origini.
Il nome tweed deriverebbe, secondo una leggenda, dalla parola ‘tweel’ che significa “tessuto incrociato” (come la lisca di pesce). Secondo altri invece il termine è associato a Tweed, un fiume che scorre tra Inghilterra e Scozia, dove si concentrava la produzione del tessuto. Se inizialmente si utilizzavano solo filati grigi e neri con un unico motivo ovvero lo spigato, oggi si può trovare in diverse nuances e motivi tra cui l’houndstooth (pied de poule), checked (quadretto), overchecked (finestrato).
Ma il tweed, forse non tutti lo sanno, è soprattutto parte costitutiva del linguaggio creativo di Chanel. L’abc del vocabolario della Maison.
Se avete mai avuto l’onore di indossare un blazer della casa parigina lo sapete.
È la giacca per eccellenza, semplicemente perfetta.
La visionaria Mademoiselle è stata la prima stilista ad adattare il materiale all’abbigliamento femminile nel lontano 1920. Rivelandosi ancora una volta una pioniera. Da allora, reinventato ogni stagione, il tweed caratterizza ogni collezione di alta moda, prima firmata dall’intuito di Coco e successivamente da Karl Lagerfeld che dagli anni ’80 porta avanti lo spirito avanguardista inserendo il tweed anche negli accessori come abbiamo apprezzato durante la sfilata autunno inverno 16/17.
Prendendo spunto dalla classe rilassata degli uomini della sua vita, Gabrielle Chanel decise di appropriarsi di alcuni elementi del guardaroba maschile per offrire maggiore comodità alle donne. E iniziò dal suo personale look. L’allora lungimirante 35enne trascorreva ore a tagliare, cucire e imbastire senza sosta. Prendendo a esempio sé stessa, la donna ideale doveva poter fare sport, viaggiare, essere dinamica e dunque comoda. E così senza esitazioni e con estremo coraggio decise di infrangere i codici di abbigliamento dell’epoca scegliendo un materiale innovativo e consacrando il tweed, tessuto tradizionalmente riservato al menswear, nell’olimpo della moda femminile.
Per Coco Chanel l’uso degli abiti di Hugh Grosvenor fu l’ispirazione per le sue creazioni in Tweed.
Si racconta sia stata la sua storia d’amore a metà degli anni 1920 con Hugh Grosvenor, il Duca di Westminster, ad ispirarla. Il duca era l’uomo più ricco d’Inghilterra, era sofisticato e composto. Da lui Mademoiselle prese in prestito giacche, maglioni di cashmere, pantaloni e calze al ginocchio. Ai suoi occhi questo tessuto di lana prodotto a mano dagli abitanti delle Highlands aveva tutte le qualità necessarie per rappresentare una rivoluzione: la lana era estremamente morbida ma spettinata conservava le sue irregolarità. Chic e moderna insomma, adatta a stravolgere i canoni stilistici del tempo.
Dal 1924 in poi Gabrielle Bonheur Chanel introdusse ufficialmente il tweed nelle sue collezioni trasformandolo nell’anello di congiunzione tra lo stile d’antan e quello contemporaneo.
Il 15 novembre dello stesso anno Vogue America pubblicò una fotografia della attrice Ina Claire vestita con un abito in tweed marrone Chanel lodandone lo stile giovane ed elegante .
Dal 1930 molti sarti francesi utilizzarono il Tweed che divenne simbolo dell’emancipazione femminile.
Dal 1930 in poi questa stoffa scozzese divenne una delle caratteristiche distintive delle creazioni e del suo stile facendo da apripista a molti altri sarti francesi che nel giro di pochi anni cominciarono ad utilizzarla. Il resto è storia.
ll tweed divenne rapidamente l’emblema dell’emancipazione femminile ed elemento caratterizzante del vocabolario stilistico Chanel, sinonimo di un’eleganza senza tempo.
Il 22 Novembre del 1963 Jacqueline Kennedy contribuì a trasformarlo in uno status symbol. La first Lady più raffinata e amata d’America scelse un tailleur in tweed rosa della Maison Chanel. Era il giorno dell’assassinio del marito John Fitzgerald Kennedy a Dallas, in Texas. Quel capo macchiato di sangue entrò involontariamente nell’immaginario collettivo. Un fermo immagine indelebile di quel triste giorno, ma anche un’icona della moda degli anni ’60 definito “il capo d’abbigliamento più leggendario della storia americana“.
Image courtesy of Chanel
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