Una passione per il design industriale, l’architettura e l’arte contemporanea. Un disinteresse per le cose materiali della vita. È una schiettezza disarmante di ogni forma di narcisismo. Ecco cosa abbiamo scoperto di Albino Teodoro D’Amato.
Albino Teodoro - Portrait
Ancora un altro modo di essere, al meglio di noi.
Rigore e slancio. Fantasia e concretezza. Decisione e purezza. E sopra ogni cosa l’intuito.
Gli ingredienti sono questi. Cioè, è uno solo: quell’idea coerente del bello che il prossimo autunno inverno 2017-18 cosparge lo stile di Albino Teodoro D’Amato di sensualità.
Sofisticata, coinvolgente. Si chiama femminilità raffinata la nuova collezione che è apparsa sulle passarelle milanesi dopo tre anni di assenza, che punta sul cromatismo di stagione con linee ritmiche e ragionate.
Disegni abiti perché ti piace soddisfare quest’ossessione tutta femminile o pensi di aver contribuito a creare tu stesso l’ossessione delle donne per i vestiti?
Penso che alle donne servano persone come noi designer che cerchiamo di studiare quella parte che manca loro per esprimersi al meglio, per diventare ancora più exciting. Cerco di entrare con discrezione nel loro guardaroba per farle sentire ancora più donne, più sensuali, più raffinate. Come designer penso di contribuire in qualche modo ad esplorare le possibilità della sensualità femminile, cercando di declinarla in modo inedito: accattivante per la vista e sorprendente per il tatto.
Un momento chiave del tuo percorso professionale?
Guardando indietro nel mio percorso direi che la mia mente si ferma al 1996 quando arrivai a Parigi per frequentare alcuni corsi presso l’Ecole de la Chambre Syndicale de la Couture.
Grazie a questa preparazione e al mio talento naturale per il disegno iniziai a collaborare con Maison prestigiose quali Emmanuel Ungaro, Guy Laroche, Emilio Pucci e Louis Vuitton.
Collezione AI2017-18
Le monde intier! Cos’è il mondo per Albino Teodoro D’Amato?
Il mondo è la sfida. L’ho scoperto quando sono andato a studiare architettura a Roma, e nello stesso tempo frequentavo l’Accademia di Costume e di Moda, per poi trasferirmi per un anno a Torino per studiare design industriale. Un viaggio continuo nell’arte visiva e negli elementi decorativi, che poi ho trasportato nelle mie collezioni, dove i tessuti e i sofisticati dettagli dei tagli diventano come dei quadri d’autore.
Albino Teodoro: azienda o laboratorio sartoriale?
Siamo un’industria, ma siamo, soprattutto laboratorio sartoriale. Creiamo con le mani collezioni e, quindi, siamo anche Maison, laboratorio, sartoria….. ho sempre cercato di portare avanti l’insieme, il gruppo, ossia la parte creativa, progettuale, esecutiva e artigianale. La Maison è come sono io, è come siamo noi. E mi pare sia anche un trend del quale anche storici brand stanno riappropriandosi alla ricerca di una dimensione che mostri l’uomo che fa.
MiniDress: collezione AI 2017-18
Ci sono vestiti oggi che non sembrano pensati per donne che devono lavorare e viaggiare. Piuttosto assimilabili a oggetti da custodire in una teca, vere e proprie opere d’arte?
Intanto va detto che l’abito come le scarpe hanno una qualità esclusiva: sono gli unici oggetti in grado di portare una donna verso la sensualità e raffinatezza. Poi ammetto che nella competizione, giocata prevalentemente sulla sfida tra abilità creative, e nella volontà di dimostrare che sappiamo fare qualcosa di più di semplici abiti o scarpe, a volte corriamo il rischio di portare all’eccesso la loro costruzione. Questo non è il mio caso perché desidero sempre tagli perfetti, o dettagli tridimensionali o ricami antichi affinché la mia donna s’immerga nel piacere della leggerezza, nelle divagazioni intelligenti che altro non sono se non invenzioni artigianali perfette.
Ecco perché nella collezione del prossimo inverno ho fatto sfilare cappotti doppiopetto over con bottoni a contrasto e maxi revers, mini dress realizzati in spigato doppiato in pizzo e ricamato, e top voluminosi senza maniche da indossare con guanti in chiffon leggerissimo, come una seconda pelle. Così come nella palette cromatica, dove l’unico colore che spicca è il fucsia fluo, very 80s, per shorts comodi con coulisse in vita, da indossare con T-shirt trasparente.
Cappotti: collezione AI 2017-18
Improvvisamente l’estate scorsa… non è un film ma il progetto di rientrare a sfilare in Italia?
Si volevo comunicare che sono diventato manager, e non solo creativo. Ho voluto modificare anche il nome del brand aggiungendo il mio secondo nome, concentrarmi sui capispalla in double o in jacquard e sugli abiti dalle forme architettoniche e geometriche, da sempre i cavalli di battaglia del marchio. Quello che è cambiato nella collezione è la sua struttura, più concentrata rispetto al passato e suddivisa per merceologia in diverse capsule.
Ho cambiato anche l’assetto produttivo: la collezione non è più gestita in licenza, ma con un’azienda partner di Brescia, mentre la distribuzione è gestita direttamente in Maison a Milano.
In più ho due nuovi agenti per gli Stati Uniti e il Giappone, da sempre mercati centrali per il marchio.
Collezione SS 2017
La bellezza è?
Emozione. Armonia. Non la lego ad un particolare oggetto. Bellezza è un sentimento che ti attraversa e che cataloghi nel cuore.
L’ispirazione?
L’istinto. La libertà. L’arte. La musica. I sogni. Il mondo.
Un’ossessione?
Nei numeri, nella stessa marca di matita che uso da anni per disegnare.
Una paura?
Del risultato, sono un eterno insoddisfatto, non in senso patologico.. è che vorrei sempre fare meglio. La paura è che il tuo prodotto non sia all’altezza delle aspettative del mercato. Per questo è importante trovare la forza di esprimersi liberamente, a volte con quella violenza animale, che ti porta a sfidarne le leggi in difesa della tua personalità creativa.