Un equilibrio tra tradizione e innovazione. Un percorso cominciato 72 anni fa, nel lontano 1945, quando Giorgio Ballin insieme al fratello Guido aprirono il primo laboratorio artigiano a Fiesso d’Artico, lungo la Riviera del Brenta, diventando uno dei più importanti distretti calzaturieri italiani.
Dopo aver attraversato generazione intere, il marchio, è oggi uno degli specialisti nella produzione di calzature femminili e accessori di lusso marchiato Made in Italy.
In un’era in rapida evoluzione, oggi come allora, questo brand, che ha saputo interpretare in modo vincente le continue e mutevoli richieste di mercato, continua ad essere scelto dalle donne di tutto il mondo.
Abbiamo avuto il piacere di incontrare Gabriella Ballin, Direttore Commerciale del marchio, che ci ha svelato alcuni dettagli della maison.

Da oltre 70 anni il marchio Ballin continua ad avere una posizione di rilievo sui mercati internazionali. Da dove deriva questa maestria nell’interpretazione, qui ed ora, delle richieste dei consumatori?
Ballin è sempre stata solida nel suo posizionamento ed in questo senso ha saputo cogliere i gusti delle donne.
Al nostro interno abbiamo un ufficio stile che, per ogni collezione, parte da uno studio dei trend più avanguardisti per tradurli nei pezzi chiavi e nei mood di collezione. Abbiamo imparato, inoltre, ad interpretare i desideri dei nostri clienti, anche grazie ad una stretta collaborazione con i nostri partner presenti in tutto il mondo.
Quando viene pensata una collezione, qual è il vostro principale mercato di riferimento?
Essendo presenti in parecchie parti del mondo, assolutamente non possiamo esimerci dal prendere in considerazione tutti i nostri clienti. Ciascuna collezione comprende uno studio approfondito delle necessità e delle tendenze occidentali, del Middle East, dell’Oriente, della Russia…
Artigianalità e Made in Italy. Come riuscite a garantire, giorno dopo giorno, questo importante connubio?
Tutto il processo di produzione è interamente svolto all’interno nelle mura aziendali. La filiera di fornitori è strettamente controllata ed interamente italiana. Gli artigiani della nostra fabbrica sono formati da personale di elevata esperienza – che a loro volta hanno appreso il mestiere da maestri artigiani.
Possiamo dire che per la nostra fabbrica passano generazioni di artigiani della scarpa.
È un mestiere molto affascinante, ma che richiede anni di formazione ed esperienza prima di essere esercitato perfettamente.
Nella Gallery:
Calzatura storica, archivio scarpe Ballin – Artigiano all’opera, archivio Ballin – Sketch collezione Casanova, fw2013, archivio Ballin.
Parliamo del legame con Fiesso D’Artico sulla riviera del Brenta, vostra sede storica. Quanto influenza ciascuna collezione?
La Riviera del Brenta è la culla della scarpa artigianale di lusso! Il nostro distretto è una parte di noi di cui andiamo molto fieri ed, ovviamente, è grazie a questo che siamo cresciuti e diventati quello che siamo. I nostri artigiani, ma anche molte delle figure professionali più legate allo stile e al design, provengono da questi luoghi e respirano quest’aria da quando erano giovani, ed è inevitabile che una parte della loro eredità e savoir-faire influenzino le collezioni.
Qual è il DNA delle vostre calzature e prodotti?
Il nostro DNA è sempre stato quello di fare scarpe (ed ora anche borse), per una donna cosmopolita e moderna. Elegante e contemporaneo: elegante nello stile e nelle proporzioni, contemporaneo nella ricerca dei dettagli e ispirazioni di tendenza.
D’altronde, ogni calzatura e prodotto sono frutto di un’attenta ricerca dei materiali, di un’estrema cura per i dettagli e di una forte propensione alla creatività. Giocosa e colorata la nuova collezione SS 2017 che racchiude il DNA del brand. Pelle craquelé spruzzata d’argento illumina sandali cut-out. Decolleté in raso, dalla punta arrotondata, arricchite con rouches e cristalli preziosi si affiancano a zeppe in sughero e infradito con platform. Un mix match di stili e tendenze che si sposano perfettamente con le esigenze di ogni consumatrice.
Nella Gallery:
Collezione SS2017 Ballin scarpe
Sensuale, sportiva, elegante o avventurosa. Come definirebbe la donna che indossa le calzature Ballin?
La “donna tipo” di Ballin? Femminile e contemporanea, ma anche un insieme di tutti questi aspetti.
Una donna ha bisogno delle scarpe giuste per sentirsi bene con sé stessa. Mi auguro sempre che le nostre calzature possano essere d’aiuto a dare la sicurezza ad ogni donna di essere ciò che vuole essere in quel preciso momento. Tra gli altri aggettivi, aggiungerei anche “viaggiatrice”: la donna Ballin è una donna, curiosa e amante dei viaggi, intenta ad esplorare nuove culture e scoprire le novità.
Arte e moda. Un legame quasi indissolubile. Come si applica al marchio e nello specifico a Ballin calzature?
Come si fa a scindere arte e moda? Se la prima è stata senza dubbio la madre della seconda, non si può di certo dire che il rapporto è stato univoco. Arte e moda, soprattutto in questo periodo, vivono l’una dell’altra, influenzandosi profondamente a vicenda. In questo senso, siamo sempre stati influenzati dall’arte nella creazione delle nostre collezioni: siano ispirazioni antiche, siano profonde influenze contemporanee…Non va dimenticato che in quanto italiani, viviamo circondati dall’arte, da cui siamo attorniati. Noi, nella Riviera del Brenta, siamo fortunati perché al paesaggio si accostano le ville venete, fonte inesauribile di bellezza, stupore ed ovviamente, ispirazione…

Cosa vede nel futuro di Ballin shoes?
Vedo un futuro fatto di nuove aperture, nuovi mercati e di crescita. Siamo in un momento in cui abbiamo fatto nostro il tema della “Happiness/Joie de vivre” e quindi della positività. Stiamo crescendo, sia all’esterno, arrivando in nuovi mercati, sia all’interno, come azienda e sono molto soddisfatta, perché vedo progressi ogni giorno.
Specialisti nelle calzature femminili. Cosa mi dice dell’universo maschile? Entrerà a far parte del portafoglio di prodotti del marchio?
Abbiamo da poco compiuto 70 anni nell’ambito della produzione artigianale della calzatura femminile, che è quello che sappiamo fare molto bene e credo continueremo su questa strada.
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