Il 12 ottobre, durante l’ottava edizione della Vendemmia di Montenapoleone, il celebre appuntamento in cui l’universo vitivinicolo italiano e internazionale anima il cuore della città meneghina, la Maison Breguet ha ospitato una grande eccellenza italiana, l’azienda Vitivinicola “Marchese Malaspina” fondata a Bobbio nel 1772.
Questa partnership tra Breguet, una delle più antiche manifatture orologiere svizzere, e la casata dei Malaspina, lodata per le virtù nobili e cavalleresche nell’Ottavo Canto del Purgatorio della Divina Commedia di Dante, non nasce per caso.
Oltre a rappresentare un patrimonio di valori comuni, narra infatti un’appassionante storia di cultura ed heritage rivelataci in questa intervista dal Marchese Currado Malaspina, oggi a capo dell’azienda di famiglia che nella incontaminata Val Trebbia tramanda la coltura della vite nel solco di una tradizione millenaria.

Come nasce questa preziosa liason di eccellenze e savoir faire tra Breguet e l’azienda Vitivinicola Marchese Malaspina?
Mio padre, il Marchese Obizzo Malaspina, è sempre stato appassionato della “Meccanica del tempo” e custodisce con cura alcune pendole da tavolo ed i suoi orologi antichi. Qualche mese fa mi ha mostrato un esemplare da tasca del 1881 con il nostro stemma di famiglia, firmato Breguet.
Così da Bobbio, dove era conservato e dove mio padre trascorre buona parte dell’anno, lo abbiamo portato in visione alla Boutique Breguet di Milano per farlo restaurare. Quell’orologio, oggi perfettamente funzionante come ai tempi dell’acquisto, è stato così l’incipit per alcuni approfondimenti culturali tra la mia famiglia e la Maison Breguet. Innanzitutto io e mio padre siamo risaliti alle origini dell’acquisto nella Boutique parigina di Breguet, al 12 di Rue de la Paix, da parte del mio bisnonno, Obizzo Marchese di Carbonara e Volpedo.
Breguet – Orologio da tasca a carica manuale, cassa “savonette” in oro con incise le iniziali O.M. sul fondo in oro lucidato. Quadrante in smalto con piccoli secondi continui. Lancette e couvette in oro. Venduto al Marchese Malaspina il giorno 3 giugno 1881. Collezione privata.
L’episodio che è accaduto racchiude in sé l’essenza dell’alta orologeria, di cui Breguet dal 1775 rappresenta la punta di diamante. Il segnatempo non è solo un compagno affidabile per chi lo acquista, ma è un oggetto che vive nel tempo e viene tramandato di generazione in generazione. Solo un prodotto di eccellenza possiede le caratteristiche essenziali per valicare e trascendere i secoli.
Osservando l’orologio da taschino che il suo bisnonno acquistò a Parigi nel 1881, lei ritrova non solo un’opera d’arte, ma sicuramente quegli stessi canoni e codici che all’epoca il suo avo scelse e considerò fondamentali. Si hanno notizie circa l’acquisto?
Attraverso i nostri archivi io e mio padre abbiamo rievocato quell’epoca ed il frangente in cui il mio bisnonno, Obizzo Marchese di Carbonara e Volpedo, scelse questo esemplare Breguet. Nato nel 1855 a Casei Gerola e laureatosi in legge, si indirizzò alla carriera diplomatica, dedicandosi come suo padre al servizio del Regno d’Italia. La professione lo portò a viaggiare molto: dopo l’Aia, dove si sposò, e Buenos Aires, dove rimase fino a circa il 1903, divenne ambasciatore a Costantinopoli fino al 1907, per rientrare in Italia ed essere nominato Senatore del regno il 30 giugno 1908. Trovandosi in viaggio a Parigi gli fu consigliato che, per avere una “macchina” precisa, doveva rivolgersi alla ditta orologiera Breguet che nel 1881 era già famosa in campo scientifico per la costruzione di strumenti di misurazione forniti alla marina.

Siete riusciti a reperire anche la fattura originale d’acquisto dell’orologio da tasca Breguet?
Si certo, intestata e completa di tutti i dati, la fattura originale accresce ancora di più il valore dell’esemplare personalizzato. L’archiviazione è una delle nostre tradizioni di famiglia. Assieme all’orologio, nell’archivio di palazzo Malaspina in Bobbio si conservano molti documenti antichi, tra cui un manoscritto del 1164 con il quale l’imperatore Federico II, detto il Barbarossa, infeudava i Malaspina su molti terreni per ricompensarli dei servizi resi nei suoi confronti.

Le virtù della vostra famiglia sono addirittura celebrate da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Nel canto VIII del Purgatorio, il poeta mette in rima i vostri onori cavallereschi e la rinomata cortesia. Fin dove arrivano le origini del vostro casato?
La casata di Malaspina risale a Oberto Obizzo degli Obertenghi che si firmava Odbertus I, Conte di Luni. Nel 961, in riconoscimento dei servizi prestati contro Berengario, Ottone di Sassonia gli elargì la concessione della marca ( regione) della Liguria orientale. Uno dei rami nobiliari che discesero da Odbertus I è quello di Malaspina il cui capostipite fu Alberto. La maggioranza dei possedimenti della famiglia si trovavano proprio a cavallo degli Appennini, nelle regioni confinanti con i territori di Genova e di quelli di Tortona, Volpedo, Piacenza, Bobbio ( dove si trova la nostra azienda vitivinicola) e Varzi. I domini si estesero presto in Lunigiana ed incontrarono la fiera ostilità del vescovo di Luni, ma la pace che Alberto siglò nel 1124 consacrò l’ insediamento di Malaspina nella regione.
Nelle foto i Marchesi Obizzo e Currado Malaspina con Maurizio Marino, Brand Manager Breguet Italia.
Si conosce la genesi del nome Malaspina?
Tra le tante leggende, una illustrazione di un dipinto, conservato nel castello di Fosdinovo in Toscana, fa risalire l’origine del nome all’anno 540 d.C. Il giovane nobile Accino Marzio vendicò la morte del padre sorprendendo il re dei Franchi Teodeberto II nel sonno e trafiggendolo alla gola con una spina. Si narra che il re abbia urlato disperato : “Ah, mala spina”. Da qui deriva l’origine del cognome ed in seguito il motto di famiglia: “SUM MALA SPINA MALIS, SUM BONA SPINA BONIS” ( sono una spina pungente per i cattivi ed una spina che non punge per i buoni).
Nelle foto alcuni esemplari antichi di orologio da marina della Maison Breguet.
Nei primi anni del 1800, Abraham-Louis Breguet fu nominato “Horloger de la Marine Royale”, fornitore ufficiale della Marina Francese. Nel 1815 realizzò il Cronometro da marina con doppio bariletto: essendo custodito in un’apposita scatola di legno, era in grado di basculare sui tre assi e di assicurare, anche durante la navigazione più agitata, la precisione nella misurazione del tempo.
La vostra casata possiede intensi legami con l’arte della navigazione… Una qualità condivisa anche da Breguet che fu il fornitore ufficiale della Marina Francese. Il Cronometro da marina Breguet con doppio bariletto è entrato nella storia dell’orologeria!
Si, un nostro antenato, Alessandro Malaspina, nato a Mulazzo nel 1754, fu un grande navigatore ed esploratore oltre che illuminista, scienziato e scrittore. Alla carriera ecclesiastica preferì il mare, entrando nella marina spagnola alla scuola di Cadice. Compì tre avventurose missioni conclusesi con la prima circumnavigazione della terra da parte di un italiano. Al comando dell’Atrevida e della Descuvierta doppiò due volte il Capo di Buona Speranza, risalì in Canada, giungendo alle Filippine. Furono spedizioni scientifiche eccezionali: Alessandro Malaspina riuscì a dare un volto preciso a territori e popoli fino ad allora pressoché sconosciuti. Le informazioni, i dati, i campioni raccolti e i rilievi astronomici e topografici eseguiti sono di incalcolabile valore. Pensi che quelle cartografie, comparate e sovrapposte a quelle di oggi, sono identiche. Ciò significa quanto fossero all’avanguardia le strumentazioni dell’epoca!

Quasi contemporaneamente alle imprese compiute da Alessandro, nel 1772 veniva fondata la vostra azienda Vitivinicola Marchesi Malaspina e tre anni dopo nasceva la Maison Breguet.
Insieme condividete non solo una nascita temporale, ma molto di più. Dei sani valori di eccellenza : la passione per un mestiere artigianale, la predilezione per la qualità rispetto alla quantità, una filosofia che vive nel perpetuare la propria tradizione, fedele a se stessa e alla propria origine.
L’azienda è nata nel 1772 molto probabilmente sotto il casato dei Monticelli. Sposando una Monticelli alla fine del 1700, il palazzo, dove si trova l’ odierna cantina che al tempo veniva usata come granaio, è passato alla nostra famiglia. Agli inizi la produzione vitivinicola non aveva un obbiettivo commerciale, ma era prettamente per uso personale. È stato mio nonno a dare inizio alla commercializzazione. Esiste un aneddoto di quel periodo. Nel 1948, appena rientrato dall’Irlanda, mio nonno si trovava a Roma al Ministero degli Esteri e ricevette la visita di un americano che era interessato ad importare in Italia e in tutta Europa una nuova bevanda dagli Stati Uniti. Era la Coca Cola! Ovviamente la richiesta venne declinata con garbo ed un sorriso… Noi si produceva vino che racchiude in ogni goccia un universo vieppiù affascinante di una bevanda gasata! A parte gli scherzi, è un mestiere tanto emozionante quanto faticoso. Abbiamo alcuni vigneti giovani che vanno nutriti e curati anche più di quelli longevi. Ovviamente esistono tipologie di macchinari che vengono in aiuto, le cimatrici e l’atomizzatore per esempio, ma l’uomo e l’esperienza sono essenziali. Durante la fase di potatura, dalla mano dell’uomo dipende l’intera produzione, se i gesti ed i movimenti non sono a regola d’arte si rischia di perdere tutto.
La fase dell’incisione per mano del maestro orologiaio nella Manifattura Breguet.
È incredibile quanti fattori abbiate in comune con l’orologeria. La variabile del tempo, il rispetto di ogni minuziosa fase di lavorazione che necessita di cura e precisione, immagino siano fondamentali anche nell’ azienda Vitivinicola Marchesi Malaspina.
Assolutamente si! Per esempio ci sono meccanismi da rispettare che seguono le fasi di luna: l’imbottigliamento, le fermentazioni e addirittura il metodo classico, o champenoise, inventato da Dom Pérignon, segue proprio queste fasi astronomiche, così importanti anche per l’orologeria. Esiste quindi un vero e proprio meccanismo nel vino, che è un’entità viva, in movimento. Io sono ancora agli esordi, ho preso la direzione dell’azienda nel 2014, ma desidero davvero trasmettere al pubblico l’importante storia di passione e dedizione che nella nostra azienda esiste dal 1772.
L’azienda vitivinicola Marchesi Malaspina è situata nella conca collinare di Bobbio, produce da oltre 240 anni, uve eccellenti e vini rossi, rosè, bianchi. La fermentazione naturale e l’invecchiamento in botti di rovere permettono di ottenere vini di indiscusso prestigio, costanti nel tempo, prodotti selezionati di alta qualità. I vini rossi fermi vengono affinati da 12 a 24 mesi nelle storiche enormi botti in rovere di Slavonia poste nella cantina ipogea, realizzata con le pietre del fiume Trebbia, collocata sotto Palazzo Malaspina.
Recentemente sono stata in visita alla Manifattura Breguet in Svizzera. Ho potuto osservare come vengono tramandati nel tempo dei gesti antichi che custodiscono un savoir faire senza pari, considerando che è ormai opinione comune che Abraham-Louis Breguet sia il più grande maestro orologiaio nella storia della meccanica del tempo.
I sensi, e quindi la vista ed il tatto, sono essenziali per la realizzazione di un movimento o di una decorazione (il celebre guillochage per esempio) secondo canoni di eccellenza. Quali sensi rappresentano le colonne portanti per la produzione di un grande vino?
La vista sicuramente, per la tonalità ed il colore e poi, il più importante, il gusto. Il palato è fondamentale, ma io per esempio, mi baso molto anche sull’udito in merito al perlage.
Su quali volumi si aggira la produzione dell’ azienda vitivinicola Marchesi Malaspina?
L’azienda si estende su quasi 20 ettari. A pieno regime, arriviamo a produrre fino a 2000 quintali. Durante una vendemmia eccezionale come quella del 2010 abbiamo ottenuto 170.000 litri. Quest’anno abbiamo raggiunto un ottimo risultato di qualità con il nostro Cabernet, che abbiamo portato in degustazione all’edizione della Vendemmia di Montenapoleone. Oltre alla produzione è importante anche lo sviluppo del marketing e della comunicazione. Stiamo guardando a mercati esteri, come Norvegia Germania e Giappone. La nostra azienda ha un grande valore aggiunto rispetto all’offerta del mercato. Innanzitutto utilizziamo solo prodotti naturali, non vogliamo coloranti, conservanti o altri aromi chimici. Fin dalle origini la filosofia aziendale è stata quella di ottenere un prodotto il più possibile naturale seguendo la tradizione. La terra vanno rispettata. Nel 1164 la nostra famiglia acquisì l’investitura imperiale sulle colline di Bobbio, abbiamo protetto, conservato e alimentato quelle terre per secoli. È una ovvia conseguenza avere rispetto della natura e dei metodi tradizionali se hai osservato quelle colline imbiancarsi sotto la neve, addormentarsi e poi rinascere, rifiorendo ogni primavera, custodite nel tempo da noi Malaspina.
