Classe 1959, Christian Selmoni è dal 2010 il direttore artistico della più antica Manifattura svizzera. Il custode di un heritage così longevo e prezioso non poteva che aver appreso fin dall’infanzia i sani valori della meccanica del tempo. Lo abbiamo incontrato nella boutique Pisa di Milano dove Vacheron Constantin ha presentato alcuni modelli ispirati al mondo dell’astronomia.
Tra il fascino dei Mestieri d’Arte, la passione per l’artigiano e l’amore per la creatività, Christian Selmoni ci ha condotto per mano alla scoperta di una Maison che come un antico vascello naviga lungo il mare del tempo verso il futuro dell’orologeria.
La sua storia con Vacheron Constantin inizia nel 1990. Ma la passione per la meccanica del tempo fa parte del suo DNA, ereditata dal nonno, orologiaio nella Vallée de Joux in Svizzera. Quali sono i valori che le ha trasmesso la sua famiglia e che ancora oggi fanno parte del suo quotidiano?
Mio nonno è stato un grande orologiaio e mi ha trasmesso il rispetto per la meccanica del tempo e per le sue complicazioni. Da bambino, tra i cinque ed i sei anni, trascorrevo il pomeriggio con lui, osservandolo lavorare e crescendo ho sempre continuato ad associare all’orologeria quei valori positivi che mi avevano insegnato nell’infanzia.
Mio nonno e suo fratello erano i classici orologiai “vecchio stile” cioè veri appassionati e conoscitori della matematica e dell’astronomia. I nostri pranzi in famiglia erano un ritrovo per conversare di cultura.
Quali sono stati i momenti più importanti della sua carriera nel gruppo Richemont, lavorando con Vacheron Constantin?
Moltissimi. Il primo nel 2005, quando abbiamo festeggiato il 250° anniversario di Vacheron Constantin. Abbiamo lavorato quattro anni, tutti insieme, per giungere alla preparazione dell’evento. È stata una sfida avvincente di grande successo. Tra i momenti più belli ricordo anche il 2006 che ha visto la nascita di un’edizione speciale della collezione Patrimony, un orologio dalle forme semplici e lineari, realizzato in platino, un materiale prezioso ed affascinante. In generale però, ogni giorno per me rappresenta un nuovo punto di partenza. Non ho mai considerato la mia professione solo come un lavoro, ma una sfida verso il futuro creando qualcosa di piacevole.
Come direttore artistico di Vacheron Constantin, possiamo considerarla il custode del patrimonio della più antica Manifattura orologiera svizzera. Quanto è difficile condurre questo affascinate vascello, che racchiude tradizione e heritage antichi, lungo il mare della contemporaneità e delle sue evoluzioni?
È un’esperienza unica, perché con Vacheron Constantin arriviamo dal 1755, quindi abbiamo un’origine antica, ma stiamo navigando nell’era contemporanea. È fondamentale che il nostro patrimonio così longevo prosegua per mano alla realtà odierna. Per esempio, in materia di design il nostro obbiettivo è creare orologi che incarnino tutti quei valori che arrivano dal passato, come le complicazioni che presentiamo qui nella boutique Pisa di Milano, implementandoli con lo stile di oggi. È molto importante mantenere questo connubio. Come ben sa, la tradizione è la base del nostro successo. Da Vacheron Constantin abbiamo sempre considerato la nostra eredità come un privilegio; un tesoro da sviluppare costantemente anche nel futuro. Nell’industria orologiera questo speciale equilibrio tra modernità, tradizione ed innovazione, è fondamentale. Cerchiamo di instillarlo in ogni orologio che realizziamo: è questa la sfida più grande! Può anche capitare che qualche creazione non venga compresa dai clienti…
Nella gallery:
Vacheron Constantin – Patrimony Calendario Perpetuo – Ref: 43175/000R-B343
- Segnatempo certificato dal Punzone di Ginevra – Calibro: 1120 QP
Sviluppato e prodotto da Vacheron Constantin, Meccanico a carica automatica
- Riserva di carica di circa 40 ore – Indicazione: Ore, minuti, Calendario perpetuo (giorno della settimana, data, contatore 48 mesi con indicazione dell’anno bisestile)
Fasi lunari – Cassa in oro rosa
diametro 41mm,
fondello trasparente in vetro zaffiro
- Impermeabilità (circa 30 metri) – Quadrante opalino color ardesia,
zona esterna arrotondata con minuteria perlata – Indici applicati in oro rosa – Cinturino in pelle di alligatore Mississippiensis nera con fodera di alligatore, cucito a mano, impunturato, grandi squame quadrate – Fibbia déployante in oro rosa Mezza Croce di Malta lucida – Cofanetto con scatola del tempo
- Consegnato con uno strumento correttore.
L’anno scorso la decisione di certificare tutta la produzione della Manifattura Vacheron Constantin con il Poinçon de Genève è stata una notizia molto seguita dalla stampa e dagli appassionati…
Questa domanda ci guida verso un punto essenziale: quanto la nostra orologeria sia ideata e realizzata in ogni sua fase dall’essere umano. Tutto ciò prende il nome di “artigianato”, un grande valore che valica i secoli e va perpetuato anche nel futuro. L’artigianato è nato in Europa e infatti non è un caso che i più importanti nomi dell’universo del lusso arrivino dal nostro continente che è la culla di tradizione ed heritage. In passato, prima degli anni ’70, Vacheron Constantin era conosciuta come una Manifattura di orologi la cui prima funzione era misurare il tempo. Dagli anni ’90, qualcosa è cambiato. Le pagine della nostra storia si sono arricchite perché il primo obbiettivo dei nostri segnatempo è trasmettere l’emozione di un’opera d’arte, bella e qualitativamente ricca di valori che ovviamente scandisca il tempo.
Tutto ciò avviene grazie all’artigianato e ai Mestieri d’arte orologieri.
Nella gallery:
Alcune fasi di lavorazione dei segnatempo Métiers d’Art Copernicus celestial spheres 2460 RT – I maestri sono intenti nell’espressione dell’artigianato decorativo dei quadranti. Smaltatura, incisione e il posizionamento del Super-Luminova sulle costellazioni incise a laser sul vetro zaffiro.
The Ducker Magazine cerca nel suo piccolo di far conoscere sul web, ad un pubblico eterogeneo anche giovanile, il valore dei Mestieri d’arte e dei loro Maestri italiani. Da qualche mese ci dedichiamo alla loro scoperta grazie alla preziosa collaborazione della Fondazione Cologni dei Mestieri d’arte. Quanti Mestieri d’arte illuminano i vostri atelier creativi?
Innanzitutto non posso che esortarvi a continuare a dedicare questo spazio ai Mestieri d’arte! È un buon inizio per indirizzare i giovani a non perdere il contatto con questi valori. Purtroppo le nuove generazioni si stanno allontanando, non solo in Europa ma anche a livello internazionale. Per esempio mi è capitato più volte di andare in Asia, perché sono un fan della cultura giapponese e del suo artigianato artistico, e di riscontrare anche là questo problema.
Da Vacheron Constantin cerchiamo di prenderci cura dal 2006 di alcuni Mestieri.
Abbiamo un atelier che raggruppa le arti della smaltatura, incisione, guillochage ed incastonatura realizzati dalle mani sapienti di circa dodici Maestri. L’essenziale è cercare di trasmettere questo prezioso know-how per creare qualcosa di inedito. Se non c’è creatività e non si realizza qualcosa di nuovo, si replica semplicemente il passato!
Nella gallery:
Quest’anno Vacheron Constantin presenta quattro novità che arricchiscono la collezione Malte: un modello da uomo in oro bianco e tre nuove referenze meccaniche dedicate alle donne dalla caratteristiche forma tonneau. Tutte le referenze sono certificate con il Punzone di Ginevra.
Secondo la sua esperienza, quando un orologio rappresenta il perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione ?
Tutto ciò riguarda la relazione tra passato e presente. Occorre trovare un punto di incontro, che per Vacheron Constantin è una questione di riflessione. Mi spiego: dobbiamo capire che la nostra marca è un benchmark per l’orologeria classica. Poi, dopo averlo accettato, dobbiamo cercare un buon equilibrio nelle proporzioni del prodotto, nel suo design, nelle misure e nell’affidabilità.
Una buona definizione potrebbe essere: la contemporanea espressione dell’orologeria classica. Oggi indosso il modello Patrimony Fasi Lunari e Calendario Retrogrado. È un orologio abbastanza grande, con un design classico, ma i caratteri sono contemporanei. Quindi è un buon esempio di armonia tra modernità e tradizione, tra presente e passato. In questo modo tra 10 -15 anni quest’orologio sarà ancora indossabile; è un aspetto importante perché non c’è niente di peggio di un oggetto che ad un certo punto diventa immettibile.
La presentazione che Vacheron Constantin ha organizzato in collaborazione con la boutique Pisa di Milano è una grande occasione per mostrare al pubblico alcuni segnatempo simbolo della Maison strettamente legati alle meraviglie della volta celeste. L’astronomia e le sue affascinanti teorie fanno parte del vostro patrimonio culturale fin dal 1800. Un legame che oggi torna più che mai a esprimersi, anche con le nuove collezioni presentate al SIHH 2017.
Qual è l’emozione che il marchio desidera trasmettere al pubblico?
Nell’antichità le stelle sono state la base per la misurazione del tempo. Solo successivamente gli orologiai ed i matematici hanno indirizzato i loro studi verso uno strumento di precisione vero e proprio. Se nel XVIII secolo, in epoca illuminista, Altide Janvier realizzava invenzioni geniali grazie allo studio dei corpi celesti, (complessi planetari e grandi orologi da edificio), ricollegarsi all’astronomia ed instillare il suo fascino nelle proporzioni minute di un orologio, è una sfida avvincente. Significa esprimere quanto l’industria orologiera si sia evoluta restando fedele alla cultura, alla scienza e alla storia da cui l’essere umano proviene.
Parlando dell’universo femminile quali saranno le proposte per il futuro in tema orologeria?
Se ai nostri giorni Vacheron Constantin è un brand spesso associato all’universo maschile, è interessante ricordare che, durante la prima metà del XX secolo, il nostro marchio produceva già orologi femminili. Attualmente, come nella società e nella nostra cultura stiamo assistendo a nuove evoluzioni e la separazione tra uomo e donna non è più cosi netta, anche l’orologeria si sta globalizzando ed i confini si stanno aprendo. Quindi i nostri studi creativi si stanno indirizzando verso un’offerta di prodotti che non sia più vincolata a determinati stereotipi. Ciò significa che non c’è ragione perché lei debba indossare solo orologi di piccole dimensioni, mentre il cliente maschile sia confinato ai segnatempo di diametro voluminoso. È invece molto più in linea con le prospettive future e sociali, riuscire a produrre per il pubblico un panorama di offerta eterogena, indossando la quale si sente libero di esprimere se stesso. D’altronde cosa c’è di più libero della creatività?