Pugnale, il brand handmade in Italy che si distingue nel segmento eyewear per innovazione, artigianalità italiana e sperimentazione tecnologica, continua il suo percorso di ricerca creativa con una nuova, straordinaria collaborazione che dà vita all’esclusiva capsule collection AUDREY Hani Rashid for Pugnale e la luxury influencer Audrey Tritto.

Di origini egiziane, architetto e docente universitario presso l’Università di Belle Arti di Vienna, Hani Rashid nel 1988 fonda a Milano lo studio Asymptote e ne inaugura l’ufficio newyorkese un anno dopo, insieme a Lise Anne Couture. Asymptote inizia subito a distinguersi nel panorama internazionale per progetti visionari, intelligenti e innovativi che includono edifici, installazioni artistiche, interni di ambienti in realtà virtuale e design. Nel 2000 Rashid ha co-rappresentato gli Stati Uniti alla VII Biennale di Architettura di Venezia. Nel 2004 ha ricevuto insieme a Lise Anne Couture il Premio Frederick Kiesler per l’architettura e le arti. L’opera di Hani Rashid fa parte di una serie di collezioni private e museali tra cui il Museum of Modern Art di New York, il Netherlands Institute of Architecture (NAI), la Pinakothek der Moderne di Monaco, il Museum of Modern Art di San Francisco, il Centre Pompidou a Parigi, il Frac Centre di Orléans, in Francia, e il Solomon R. Guggenheim Museum di New York. Hani Rashid è decano internazionale dell’Università Angewandte e Presidente Amministratore Delegato della Fondazione Fondazione Frederich Kiesler a Vienna. Tra i suoi progetti più importanti: Yas Viceroy Hotel ad Abu Dhabi (2010), ARC Multimedia Theater a Daegu, Corea del Sud (2013), il padiglione culturale HydraPier nei Paesi Bassi (2004) e gli Univers Theatres di Aarhus in Danimarca (1998). Altri progetti chiave includono un piano ecocompatibile per Baku, Azerbaijan, torri di uffici commerciali a Budapest, Ungheria e il World Business Center Solomon Tower a Busan, Corea del Sud.

Un prestigioso incontro, quello con il visionario architetto di fama globale Hani Rashid, che ha permesso al brand di occhiali handmade in Italy Pugnale di realizzare tre creazioni – due da sole e una da vista – massime espressioni di creatività, grazia e alta tecnologia.
Ad ispirare la limited edition di soli 150 pezzi è Audrey Tritto, luxury influencer conosciuta in tutto il mondo, amica e musa del visionario architetto.
Le creazioni di Audrey Hani Rashid for Pugnale, tutte con lenti Zeiss, sono custodite all’interno di uno speciale packaging progettato da Rashid ed ispirato ad un’ architettura fortemente plastica, in cui le facce geometriche ed irregolari danno forma ad un vero e proprio oggetto d’arte dalle suggestioni spaziali e futuristiche.
- Cosa lo porta in Italia per questo Salone del Mobile 2018?
“Spesso sono in Europa occupandomi di vari progetti con cui sono coinvolto con il mio studio. E ovviamente venire al Salone del Mobile è sempre importante per vedere le aziende e designer che vogliono raccontare una storia. È una conversazione tra le due parti: un ottimo prodotto ma senza il contesto giusto non funziona così bene, e lo stesso se hai un ottimo contesto ma senza un buon prodotto. Questo è Milano e Saloni 2018, perciò ho accettato di poter produrre una capsule con azienda Pugnale e Audrey Tritto.”
- Ci parli di questa collaborazione?
“Audrey è una persona davvero unica e un fenomeno rispetto ai tempi in cui viviamo. La sua presenza sui social media, la sua costante (e umana) ricerca degli aspetti della qualità della vita e dell’adorazione culturale la rendono una persona diversa dalle sfere della fashionista.
Pugnale è un’azienda unica e molto speciale che non produce semplicemente occhiali ma piuttosto artefatti tecnologici di qualità artistica. Ero e sono ispirato da questo aspetto di Pugnale e dalla loro abilità nel coniugare tradizione, artigianato e artigianalità con avanzamenti tecnologici e precisione e raffinatezza 21C.”.
- Come trend setter, puoi descriverci quale sarà la prospettiva internazionale del mercato dell’occhialeria?
“Dato che non sono un vero “designer” dell’occhialeria ma piuttosto un architetto che usa l’arte e il design per approfondire la ricerca e le idee, è difficile rispondere a questa domanda. Dirò tuttavia che nel tempo il settore dell’occhialeria, dal mio punto di vista, ha sempre contrassegnato momenti e tendenze esplicitamente culturalmente significativi. Forse oggi assistiamo al risorgere di affermazioni “estreme” che sono in risposta all’autoindulgenza di “Instagram”, o all’esuberanza verso l’individualismo e persino come affermazioni di unicità e di essere ascoltati. Tutto ciò che viene detto è un notevole “indicatore” di dove e come le persone si vedono nel tumulto e nell’incertezza di oggi. Suppongo che sia ciò che rende gli occhiali un settore con progetti interessanti. È il modo più semplice per esprimersi contro una problematica atmosfera di conformità e conservatorismo.”

- E quale può essere una espressione non convenzionale?
“Vedi Pugnale non solo come un’azienda di occhiali, ma piuttosto un marchio che rappresenta l’unicità assoluta e l’individualismo. L’azienda produce comunicazione, disegni curiosi, a volte persino “opere d’arte” per il viso e l’essere. Questo è unico e rinfrescante in un mondo in cui i marchi sembrano ubiquità e il minimo comune denominatore. Ogni azienda oggi che prende rischi e lavora controcorrente e le aspettative in generale è un’azienda di valore e per questo motivo Pugnale è unica nel suo non ortodosso e ricerca di “qualcos’altro” e non la corsa del mulino.”
- Dopo oltre decenni di lavoro come designer, dove trovi ancora ispirazione?
“In realtà un paio di decenni e il conteggio del lavoro tra architettura d’arte e design. Non mi considero davvero un “designer” in quanto tale, ma piuttosto vedo il design come una ripresa di tutti i miei pensieri e ricerche creative. Quindi le mie “ispirazioni” sono, infatti, in continua evoluzione e derivano da molte fonti. In questi giorni sono estremamente interessato alle scienze e alle tecnologie dei materiali insieme al calcolo rispetto alla produzione. Sono anche ispirato da artisti contemporanei che lavorano con lo spazio come i miei amici e colleghi Thomas Seracano e Olafur Eliason. Per tutta la mia carriera, i fenomeni ottici e il flusso spaziale hanno guidato il mio lavoro in modo tale che è sempre dietro il mio pensiero, non importa quale sia il problema del “design” prima di me.”