Da timida ragazzina a provocatrice, MA usando sempre la testa.

Pensando a Marina Ripa di Meana, la prima parola che mi viene in mente è provocazione. Bella e vulcanica quanto basta da finire spesso sulle prime pagine dei giornali. Lei tutto questo lo sa bene e ci gioca. Lei e la trasgressione. Una partita a due che la vede sempre vincitrice.
Incontri stimolanti, matrimoni, un aborto da giovanissima, 14 libri scritti l’ultimo “Colazione al Grand Hotel” presto in libreria, battaglie ideologiche portate avanti sempre con determinazione e tanto, tanto clamore, amante dell’arte e collezionista di scarpe e cappelli “Il primo l’ho fatto io stessa poi ne ho comperati tanti durante i miei viaggi, ma la maggior parte sono miei creazioni. Pensate che sono arrivata a spendere più di un milione di vecchie lire per un cappello!.“
Insomma una vita piena vissuta sempre con disarmante sincerità e con una forte dose di intelligenza. Una combattente che non si lascia mai intimorire, anzi. Più la battaglia sembra difficile più lei alza la testa e vai avanti, su tacchi 12.
“Alla tenera età di settantacinque anni, di cui gli ultimi sedici impegnati anche nel combattere il tumore, sono sempre qui! Penso sia importante nella vita darsi da fare, senza arrendersi e senza fare cose completamente demenziali come fanno tanti. Io sono molto creativa e credo che questo mi abbia sempre salvato, anche nella lotta contro il tumore non ho avuto il tempo di crogiolarmi sulla malattia perché la mia testa è sempre stata impegnata a creare, a provare cose nuove.”
Qual’è la provocazione che ha suscitato più clamore?
“Se devo pensare alla cosa più trasgressiva che abbia fatto fino ad oggi, debbo dire che la campagna animalista contro le pellicce nella quale decisi di mostrarmi nuda è senza dubbio quella più forte e di cui sono più fiera. Imbarazzo? No, mai, E soprattutto in quella circostanza ebbi l’appoggio totale anche di mio marito Carlo, all’epoca parlamentare Europeo e portavoce dei Verdi. Quando faccio certe scelte le sostengo sino in fondo!“
C’è un qualcosa dal quale non ti separi mai?
“La mia sciarpa di seta blu con cui dormo tutte le notti. L’ho comperata a Parigi molti anni fa e non riesco a farne a meno.“


Momenti di sconforto?
“Sono sedici anni che lotto con il tumore. Ho avuto dei momenti molto duri, ho avuto varie recidive però sono ancora viva. Bisogna curarsi: questo è il messaggio che dico sempre. Ho dei momenti di grande stanchezza ma non ho mai pensato di lasciarmi andare, di non combattere. Io ce la farò. Ne sono sicura!“
E Carlo?
“È sempre al mio fianco! Stiamo assieme da quarant’anni. Abbiamo litigato tantissime volte come avviene in tutti i veri matrimoni però dopo tanto tempo riuscire a stare come stiamo noi da sempre, tenersi ancora per mano, sopportarci e volerci bene è meraviglioso.“

“Carlo mi ha dato tanto: forza, fiducia ed energia in me stessa, per dire le prime cose che mi vengono in mente. Mi ha sempre sostenuta e ha sempre amato la mia libertà di pensiero. E in questo ci siamo trovati. Poi ad unirci ancora di più c’è sempre stata la nostra passione per l’arte!”

Che ruolo ha ed ha avuto nella tua vita l’arte?
“Io ho vissuto tutta la mia vita tra gli artisti. Un rapporto, quello con loro, iniziato con l’amicizia, proseguito con amore e ora con grandissima ammirazione mista a un po’ di nostalgia. I tempi sono cambiati e io ogni tanto li rivivo nei sogni. Tutte le persone che frequento e gli uomini che ho amato dovevano avere un legame con l’arte. Hanno tutti un certo appeal artistico. Lo stesso Carlo lo ha. Quando ci siamo conosciuti era presidente della Biennale ed io ricordo quel periodo come il più bello e stimolante della mia vita.”
Marina, i tuoi prossimi quarant’anni?
“Saranno battaglieri. Non smetterò mai di battagliare. La vita del resto deve essere vissuta come diceva mia sorella: “Chi desiste dalla lotta è un gran figlio di una…?”
(Scoppia in un’allegra risata)