Homo Faber, il primo grande evento culturale dedicato ai Mestieri d’arte in Europa sceglie l’Italia e Venezia per presentarsi al pubblico. Fautrice di questa intensa immersione nell’universo dell’ eccellenza sarà la Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, nata da un profondo e sincero rispetto per l’alto artigianato. Consapevole che la padronanza delle maestrie artigiane richieda anni per essere coltivata, acquisita e trasmessa e che la realtà della nostra economia globale ne minacci il futuro, la Michelangelo Foundation è stata creata proprio per preservare, promuovere e contribuire al progresso dei Mestieri d’arte e rafforzare il loro legame con il mondo del design.
Tematiche fondamentali, per la cultura e per il nostro futuro, che saranno protagoniste di Homo Faber. Crafting a more human future, in programma dal 14 al 30 Settembre 2018.
Abbiamo chiesto al Professor Alberto Cavalli, Co-direttore esecutivo della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship e Direttore della Fondazione Cologni dei Mestieri d’arte di introdurci nel viaggio alla scoperta di Homo Faber, un percorso illuminato da ben precise virtù cardinali: mente, cuore e “senso” umano.

Innanzitutto, perché nasce la Michelangelo Foundation?
La Michelangelo Foundation è nata a Ginevra un paio di anni fa dalla volontà di Johann Rupert e Franco Cologni. Naturalmente i due signori si conoscono da sempre, (Johann Rupert nel suo ruolo di Chairman del gruppo Richemont e Franco Cologni avendo occupato posizioni di grande importanza all’interno del gruppo) e da molto tempo si parlavano in merito alla necessità di rivitalizzare, rivalutare e rilanciare l’artigianato artistico di più alto livello. Evidentemente il mondo del lusso deve molto all’alto artigianato; secondo Johann Rupert e Franco Cologni è arrivato il momento di restituire qualche cosa a questi grandi artigiani.

Quali sono gli obbiettivi che la Michelangelo Foundation prefigge per i Mestieri d’arte?
Visibilità, attenzione, prestigio e anche l’accesso ad un mercato che diventa sempre più interessato all’alto artigianato artistico. Questa mia affermazione può sembrare un po’ in controtendenza, ma in realtà ancora oggi fortunatamente esiste un’ élite interessata a questi oggetti meravigliosi; a volte si tratta solo di mettere insieme coloro che desiderano un prodotto così bello con coloro che lo realizzano. Occorre quindi creare un vero e proprio movimento culturale, un obiettivo che sta molto a cuore al dottor Franco Cologni, per riportare al centro l’uomo e tutto ciò che l’uomo saprà sempre fare meglio di qualunque macchina. Quindi anche se in futuro la tecnologia dovesse spazzare via una serie di posti di lavoro, l’alto artigianato potrà sempre offrire a chi ha talento, passione, competenza e curiosità, dei buoni spunti. Questi sono gli obbiettivi della Michelangelo Foundation ed il progetto più importante sul quale stiamo lavorando è proprio Homo Faber.

Michelangelo Foundation ha scelto per Homo Faber una città in particolare tra tutte le grandi capitali culturali italiane: la Serenissima con la sua anima artistica e vibrante…
Homo Faber sarà aperto al pubblico, gratuitamente previa registrazione, dal 14 al 30 settembre 2018 a Venezia, una città da sempre crocevia non solo di arte straordinaria, ma anche di commercio, di investimenti, di tendenze. Oggi la Serenissima è una città di arte contemporanea, molto attenta ai trend culturali grazie al lavoro straordinario della Biennale e di tante altre istituzioni culturali alle quali stiamo presentando il progetto e che stanno rispondendo con grande entusiasmo. Il luogo scelto per questo evento culturale è la Fondazione Giorgio Cini, sull’isola di San Giorgio Maggiore, quindi esattamente di fronte a Palazzo Ducale. Una location meravigliosa che il Conte Cini, quando già a suo tempo trasformò il Convento in fondazione, volle dedicare all’educazione della gioventù, al rilancio del mestiere ed alla cultura. Oggi la Fondazione Giorgio Cini non è semplicemente un museo, ma è un spazio vivo, dinamico con biblioteche ed istituti: in un parola, un luogo dove si fa cultura.

Qual è il significato custodito nel titolo “Homo Faber”?
Innanzitutto il logo di Homo Faber – Crafting a more human future – realizzato da Robilant Associati – è come un punzone, un segno che viene impresso sulla materia prima per mostrare come, al di là della preziosità della stessa, sia l’uomo, con il suo lavoro, l’unico in grado di trasformarla e renderla un oggetto riconoscibile e desiderabile. Il termine Homo Faber si rifà all’etica rinascimentale dell’uomo artefice del proprio destino che, attraverso il suo talento, plasma la propria vita come plasma la materia. Con destrezza e con competenza.

Questo tema del “Senso” umano possiede dei valori fondamentali. Qualche settimana fa a Losanna la Nona Edizione del Forum della Fondazione dell’Alta Orologeria, presieduto da Madame Fabienne Lupo, ci ha portato ad indagare sul significato del Senso nell’età contemporanea. L’obbiettivo era proprio la comprensione di quanto la sensibilità umana (anche con le sue fragilità), il talento, le percezioni, siano un tesoro essenziale che ben ci differenzia dalla “macchina” e per questo è alla base del nostro futuro. Un argomento perfettamente il linea con l’importanza del cuore e della mente che il titolo “Homo Faber” evoca…
Si certo. Madame Fabienne Lupo, Presidente della FHH e co-direttrice insieme a me di Michelangelo Foundation, ha voluto legare Homo Faber anche a questa Nona Edizione del Forum aprendo gli orizzonti sulla ricerca del “senso”. Se infatti di un oggetto si conoscono davvero la storia ed il significato, allora esso acquisisce un rilievo diverso che magari non è intrinseco ma che lo può anche diventare. Con Homo Faber vogliamo quindi far scoprire e comprendere quanto abbia valore, nella nostra era contemporanea, creare degli oggetti con le proprie mani e realizzarli bene. L’evento si svolgerà in contemporanea con la Biennale di Architettura, e in partnership con la Fondazione Giorgio Cini, la Fondazione Cologni, La Triennale di Milano, la Fondation Bettencourt Schueller. Desideriamo richiamare un pubblico istruito, colto ed attento, un panorama di architetti e designer e, al di là di coloro che amano l’arte di Venezia, vogliamo offrire a tutti coloro che si costituiscono come intermediari tra il cliente e l’artigiano un accesso privilegiato a questo universo di eccellenza. Homo Faber occuperà quasi tutta la parte monumentale dell’isola San Giorgio Maggiore; per la prima volta tutti gli spazi della Fondazione Cini saranno aperti ai visitatori, per un totale di quasi 4000 metri quadrati di esposizione.

Come si svilupperà Homo Faber lungo gli ampi spazi della Fondazione Cini?
Ogni sala della Fondazione Cini avrà una vocazione e quindi rappresenterà un aspetto dei Mestieri d’arte, esprimendo le tante sfaccettature di questo universo a livello europeo. Ogni spazio avrà la propria identità e racconterà una particolare storia grazie all’ausilio di curatori ed esperti, un team molto affiatato scelto tra i più importanti esponenti contemporanei del design e delle arti applicate, per citarne alcuni Alain Lardet, curatore della Fondation Bettencourt Schueller, India Mahdavi, Jean Blanchaert, Judith Clark e Stefano Micelli. A sua volta, i Mestieri d’arte saranno presentati in conversazione con una particolare tematica, dialogando insieme al design, alla moda, alla decorazioni di interni, al restauro, al movimento, alla virtù della rarità e ovviamente anche alla città di Venezia.

Le immagini degli artigiani della Serenissima e del Veneto saranno la prima scena che il pubblico potrà ammirare, all’apertura del sipario di Homo Faber. Entrando alla Fondazione Cini, nel Chiostro rinascimentale dei Buora, la voce narrante sarà quella di Susanna Pozzoli, attraverso le sue delicate, poetiche ma intense fotografie con la curatela di Denis Curti, Direttore Artistico della Casa dei Tre Oci a Venezia. Un vero e proprio viaggio all’interno di 21 botteghe, atelier o imprese (come Bonotto) dal cuore artigianale di Venezia ma non solo, anche di Vicenza, Padova, Treviso… Il focus delle fotografie di Susanna Pozzoli sarà trasmettere la vitalità del Mestiere d’Arte (come quello del vetro di Murano o del merletto, per esempio) e l’installazione sotto il chiostro sarà molto aerea e suggestiva.

Nel team di esperti e curatori di Homo Faber compare anche Michele de Lucchi, architetto, designer e artista, tanto caro all’Italia ed amato anche a livello internazionale…
L’architetto Michele de Lucchi, con la sua anima profondamente artistica, curerà il Cenacolo Palladiano, del quale aveva già restaurato il refettorio in passato. Qui prenderà vita un progetto simile a “Doppia Firma”, ideato e realizzato dalla Fondazione Cologni, in cui otto designer europei lavoreranno in simbiosi con un artigiano per creare un oggetto iconico. Ogni designer selezionato dal curatore, tra cui personalità come Ingo Maurer, Martine Bedin, Ugo La Pietra, Martino Gamper, rappresenterà un territorio. Gli oggetti saranno posti in maestà sui piedistalli ed incorniciati da splendidi coni di legno fatti a mano, firmati da Michele de Lucchi, in modo tale da mantenere il loro senso di importanza all’interno dell’ampia sala. Il pubblico vedrà anche la genesi artigianale di ogni oggetto attraverso dei video realizzati ad hoc.

Homo Faber sarà un’esperienza unica per il pubblico. Nelle sale della Fondazione Cini, i visitatori avranno l’opportunità di parlare con gli artigiani, entrare virtualmente nelle botteghe dei maestri, osservare i restauratori all’opera, per una maggiore comprensione, vissuta attraverso le emozioni, della più alta eccellenza artigiana…
Abbiamo sempre rispettato le impostazioni di ogni curatore e cercato di dare una visione il più completa ed approfondita dell’universo dei Mestieri d’arte europei. Per esempio nella sala del Chiostro dei Cipressi, la Fondation Bettencourt Schueller presenterà un racconto del celebre “Prix Liliane Bettencourt pour l’intelligence de la main” (che ha consacrato fino ad oggi il talento di 100 personalità per il know-how, la creatività e l’innovazione nel campo dell’alto artigianato) attraverso non solo un allestimento molto materico, ma anche grazie ad uno spazio virtuale che condurrà lo spettatore all’interno dei laboratori dei maestri.

Nello spazio concepito dalla Michelangelo Foundation, sempre grazie alla realtà simulata, il pubblico sarà virtualmente innalzato alla scoperta della rarità dei Mestieri d’arte da una guida come il Todaro, la statua di San Teodoro che si trova su una colonna in piazza San Marco. Nella sala degli arazzi, invece, curata da Jean Blanchaert e Stefano Boeri, il pubblico potrà assistere dal vivo al talento degli artigiani e cogliere i piccoli, preziosi ed intensi passaggi del loro lavoro.

Esperienza che sarà approfondita anche nel padiglione “Discovery and Rediscovery”, dove il protagonista è il mondo del lusso, intenso nella sua anima artigianale. La comprensione di questa importante valenza sta particolarmente a cuore a Johann Rupert e Franco Cologni che hanno scelto Nicolas Bos, presidente della Maison Van Cleef & Arpels, per ricercare non solo i grandi marchi dai nomi leggendari, come Cartier, Vacheron Constantin, Montblanc, ma anche i piccoli produttori indipendenti. Parteciperanno al progetto “Discovery and Rediscovery” una ventina di Maison con la presenza fisica degli artigiani intenti nella loro professione. A rappresentare ciò che si sapeva fare ben una volta, si temeva di aver perduto, ed invece ancora oggi si riesce a perpetuare. Nella consapevolezza che il “saper fare” e la comprensione del suo significato siano le virtù naturali che l’essere umano possiede per costruire e plasmare il proprio futuro.