Il nuovo messaggio di Issey Miyake che rivolge al pubblico della design week di Milano con una mostra concettuale di Masahiko Sato, studioso di metodologie espressive educative.
Il viaggio nella creatività di Issey Miyake continua secondo l’idea di esplorare attraverso differenti discipline nuove possibilità nella creatività. Nel 2017, ISSEY MIYAKE ha aperto un grande monomarca a Milano – la sua prima base in Italia – al fine di veicolare il messaggio di scoperta e gioia di “making things” (“fare cose”) attraverso il design.
In occasione, della design week di Milano, lo stilista giapponese propone una mostra speculativa che, in modo molto coraggioso, sposta l’attenzione dall’ambiente e dalle cose che circondano per proporre una riflessione sulla percezione del sé “My first me: Know yourself like never before” si chiama infatti il progetto di Masahiko Sato.
Nonostante i suoi studi siano stati concentrati sulla creazione di film, Sato lavora attivamente in una vasta gamma di altre discipline. Mentre le sue attività espressive esplorano le “nuove rappresentazioni dell’essere umano”, proponendo che tutti possano sperimentare il proprio inconscio, presente nella coscienza di ognuno.
Questa esperienza, così come l’umana riconoscenza e i sensi, può portare alla gioia di scoprire qualcosa di nuovo di sé nella vita di tutti i giorni, prendere coscienza di qualcosa di se stessi di cui non si era al corrente.
La mostra è un’interazione di idee tratte dall’ultimo libro di Masahiko Sato “ New Ways of Understanding”; installazioni interattive che fanno uso della tecnologia, inclusi gli ultimi lavori che inducono a “sensazioni che non si sono mai sperimentate prima”. Oltre ad una varietà di opere cinematografiche come lui stesso ci ha spiegato.
Lei come si definisce?
Un comunicatore nonché uno studioso della ricerca delle neuroscienze, compresa l’espressione/rappresentazione, con particolare attenzione alle metodologie educative ed espressive.
Qual è la percezione del sé o quando conosci te stesso?
È una relazione difficile da spiegare, ma possiamo definire se conosci il tuo nome, il tuo viso, la tua altezza e peso, i tuoi genitori e i tuoi fratelli, il tuo cibo preferito, la musica che solitamente ascolti, la scuola dove ti sei diplomato e il tuo passato. Forse conosci te stesso molto più di chiunque altro in questo universo.
I visitatori cosa sperimenteranno nelle sue quattro installazioni?
Per primo si partirà attraverso la sensazione di affezione delle tue impronte. Le tue impronte ti accompagnano da quando sei nato. Quando gattonavi, mentre giocavi con un aereo giocattolo, quando mangiavi gli spaghetti, quando lanciavi una pallina da tennis, quando non andavi d’accordo con qualcuno e vi siete afferrati a vicenda, quando ti tenevi alla maniglia in treno, quando hai tenuto la mano a qualcuno che amavi; le tue impronte erano sempre in tutti questi punti di contatto.
Tu e le tue impronte siete inseparabili ma non hai modo di vedere come appaiono. Più di questo, sei indifferente alla conoscenza delle tue impronte.
Le impronte sono uniche e alquanto diverse le une dalle altre. Tuttavia se quelle di qualcuno accanto a te e le tue compaiono insieme potresti non riconoscere di chi siano; ma la nostra società è entrata in un’era in cui le tue impronte possono essere accuratamente e immediatamente identificate come tue.
Con “Pool of fingerprints” ti renderai conto che le tue impronte “sono perse” in mezzo a molte altre nella società. Allo stesso tempo, attraverso questa installazione, potresti essere in grado di ottenere una rappresentazione di te stesso, un sentimento di attaccamento o affezione alle tue impronte che compare per la prima volta dalla nascita.
Nella seconda installazione, invece, entra tutto il mondo digitale e contemporaneo nel guardarsi e del guardarsi attraverso gli occhi e la mente di un estraneo?
Telecamere e monitor sono diventati rapidamente di uso comune nella società contemporanea ed ora siamo in grado di vedere oggettivamente noi stessi attraverso questi dispositivi. Può essere capitato di vedersi freddamente ripreso in uno schermo nella vetrina di un negozio di elettrodomestici o da una telecamera di sorveglianza. In questi schermi potresti esserti sembrato poco familiare o come se non fossi tu.
Con questa installazione, sperimenterai l’osservare te stesso attraverso lo sguardo di un altro. Ti vedrai per la prima volta con gli occhi e la mente di un totale sconosciuto. Questo estraneo che ti guarda sembra amichevole. Non sembra una cattiva persona ma che interesse ha nel guardarti?…. Lascio a voi questa riflessione.
E l’ultima installazione ci porta nel mondo ludico, quello di andare in altalena con un dito anziché con le proprie gambe o col bacino?
Penso che a tutti sia capitato di salire su un altalena da piccoli. A quel tempo non era nulla di insolito sedersi o stare in piedi su un’altalena. Con questo lavoro, tuttavia, sperimenterai effettivamente come andare in altalena con un dito. L’opera permette ai tuoi occhi di ottenere informazioni da segnali visivi di un’altalena che ondeggia lentamente, mentre le informazioni somatosensoriali di oscillazione con le dita vengono allo stesso tempo trasmesse al cervello. Quindi il tuo cervello sintetizza queste due informazioni e arriva alla conclusione che stai andando in altalena con le dita. Indubbiamente, andare in altalena con le dita è la tua esperienza “ My first me”.
E il quarto progetto?
È un video realizzato per Issey Miyake per rappresentare la collezione Apoc.
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