Verano Brianza, Luglio. Sulla strada tra Monza e Lecco, a pochi minuti da Milano arrivo nelle Officine Fratelli Frigerio. E’ sabato, ma nel piccolo e operoso laboratorio regna il fermento. Gli artigiani sono intenti al lavoro, ogni tanto si scambiano qualche battuta con il sorriso. Di sottofondo una radio passa una canzone italiana. Ad accogliermi Leonardo Frigerio, deus ex machina di questa azienda, nata nel 2014 e diretta insieme a suo fratello Vittorio. Il loro è stato quasi un azzardo, mi racconta nell’intervista: pensare, progettare e costruire un’automobile a mano come negli anni ’50 facevano i grandi artigiani. Ma il destino appaga gli audaci, se alla passione si unisce l’esperienza, ed ecco svelata nell’officina una delle sue recenti creazioni. La Berlinetta, rossa fiammante, possiede l’allure delle dive della Dolce Vita. Curve sensuali, armonia di volumi e proporzioni, motore Alfa Romeo e dettagli curatissimi da perderci la testa. 790 kg di perfezione made in Italy. Un vero gioiello, più imponente di quelli che sono abituata a osservare per il mio lavoro. Ma senz’altro di impatto sensazionale.

Il team delle Officine Fratelli Frigerio
Quando è stato concepito il sogno di realizzare la prima Effeffe Berlinetta?
“L’automobilismo è una passione che coltiviamo da sempre. Per tanti anni io e mio fratello abbiamo corso con auto storiche e moderne. Siamo innamorati di un’epoca precisa, quella mitica degli anni ’50, in cui si iscriveva la figura del gentleman driver. E’ stato lui il capostipite dell’automobilismo moderno. Così, qualche anno fa ci siamo messi alla prova, richiamando quegli artigiani che erano soliti seguirci durante le nostre gare. Il sogno era quasi un azzardo: costruire un’auto con lo stesso spirito, filosofia e manualità degli anni ‘50. Nel 2014 abbiamo costruito un prototipo della Berlinetta, assolutamente non funzionante e abbiamo inviato le fotografie al Concorso di Eleganza di Villa d’Este per iscriverla. Con grande sorpresa il comitato organizzativo dell’evento ci ha invitato a partecipare tra le Concept Cars. Ora nel 2020 stiamo lavorando alla costruzione della quarta e quinta Berlinetta e nei prossimi anni amplieremo la produzione alla magnifica trilogia Italiana degli anni ‘50 inserendo anche i modelli Barchetta e Gran Turismo”.

Leonardo Frigerio al Concorso di Eleganza di Villa d’Este nel 2014.
Quali concetti dell’automobilismo anni ’50 partecipano alla creazione di un prodotto Effeffecars?
“La nostra Berlinetta abbraccia il concetto di taylor made italiano. Anzi, sarebbe meglio dire che lo impone. Esige infatti, in ogni fase di realizzazione, la fedeltà alla filosofia che negli anni ’50 diede vita a questa particolare tipologia di vettura. Nel periodo dopo la seconda guerra mondiale l’Italia ha creato l’epopea d’oro dell’automobilismo, inventando la trilogia dell’automobile che ha fatto scuola in tutto il mondo. Le automobili Effeffecars sono pensate, progettate e costruite a mano come negli anni ’50. Sono vetture che rendono protagonista chi le guida, perfette per uscire su strada, ma capaci di reggere bene anche su pista, senza alcuna modifica. Proprio come accadeva nel dopoguerra secondo lo spirito del gentleman driver italiano. La filosofia di quell’epoca influenza ovviamente anche i colori della carrozzeria: una palette di 22 tonalità che presentano fedelmente nel loro cromatismo i colori più rappresentativi di quel periodo. Anche il concetto di riprendere la meccanica di grande serie deriva da quell’epoca, in cui la trasformazione d’uso di una vettura era una tradizione”.
Nelle foto la Effeffe Berlinetta nelle Officine Fratelli Frigerio di Verano Brianza e alcuni close up dei dettagli. L’auto viene venduta con documenti di circolazione e targhe inglesi (V5) ed in seguito alla Brexit con documenti di circolazione tedeschi. Oggi è immatricolata in UK come esemplare unico derivato da telaio esistente e classificata nel V5 come Classic Car. Lo stesso sarà con immatricolazione eseguita presso il TUV.
La Berlinetta monta un meccanica derivata da componenti Alfa Romeo. Perché questa scelta?
“Alfa Romeo ha fatto la storia dell’automobilismo italiano grazie ai fratelli Carlo e Giuliano Facetti con i quali abbiamo una relazione di amicizia fin dalla gioventù. Le nostre automobili montano quindi il motore elaborato dai Facetti secondo le specifiche Fia Gr2 dell’Europeo Turismo del 1971 che sviluppa circa 200HP a 6800 Rpm con una coppia max di circa 30Kg/m a 4400 Rpm. La Berlinetta con la sua carrozzeria interamente in alluminio pesa 790 Kg. Il tutto senza nessun ausilio tecnologico. Le sospensioni anteriori, derivate da componenti Alfa Romeo, ma completamente riviste e montate con un’architettura push rod, permettono con una semplice chiave inglese tutte le regolazioni degli angoli come caster, camber e toe. Questo garantisce di configurare la Berlinetta secondo le esigenze e la sensibilità del driver, rendendolo soggetto e non oggetto”.
“Dopo l’elaborazione il motore della Berlinetta raggiunge tranquillamente i 200 cavalli. Considerando il rapporto peso/potenza la velocità è assicurata! Da sottolineare che nel rispetto della filosofia anni ’50, la vettura non possiede nessun ausilio elettronico, nemmeno il servofreno. Oggi le auto contemporanee seguono concezioni molto differenti: ti permettono di pensare a tutt’altro che alla guida. Ma non è il nostro caso: con le Effeffe cars il driver è il soggetto principale, l’attore protagonista”.
Il motorista, figura centrale tra i mestieri artigianali dell’Officina Fratelli Frigerio. Photo credit: Engine.
Quante persone lavorano in azienda? Quali mestieri rientrano nella realizzazione di una vettura Effeffe?
“Siamo polivalenti, abbiamo specifiche esperienze in tutte le fasi di realizzazione dell’autovettura. Essendo in uno spazio ridotto, con una produzione ristretta, abbiamo imparato pian piano a costruire una macchina completa lavorando tutti a 360 gradi. Sei persone lavorano fisse in officina e di queste cinque sono figure altamente professionali che svolgono le medesime funzioni degli artigiani degli anni ’50. Il motorista, il telaista, il battilastra, il mastro sellaio e il collaudatore, condividono esperienza e saper fare alle quali si aggiunge l’aiuto delle migliori tecnologie oggi disponibili. Sono quelli che voi chiamate maestri d’arte perché sono in grado di trasformare un concetto in un manufatto. Da metà del 2014 a oggi, siamo passati da un foglio assolutamente bianco alla Berlinetta sviluppata in pista per circa 200 ore, molte delle quali rigorosamente a telaio nudo, come era in uso nei ruggenti anni ’50. Poi a una progettazione di revisione del telaio e componenti con l’aiuto dei senior-engineering del Gruppo SolidWorld SolidWorks Reseller, verificandone la bontà con prove simulate addirittura in galleria del vento. Ma tutte le lavorazioni sono rigorosamente eseguite a mano”.
Motorista, telaista, battilastra, mastro sellaio e collaudatore. Sono gli artigiani che, come negli anni ’50, realizzano a mano le autovetture Effeffe. Photo credits: Andreas Riedmann, Carlo Sirtori
Quante vetture realizzate all’anno?
“La Berlinetta richiede circa 7000 ore di lavoro. Il prezzo al pubblico si aggira intorno ai € 400.000. Ad oggi siamo in grado di produrre sette auto all’anno. Con un piccolo sforzo il nostro obiettivo potrebbe arrivare a 10 vetture; il nostro sogno nel cassetto è riuscire a produrre annualmente 20 automobili della trilogia Berlinetta, Barchetta e Gran Turismo. Per poterlo compiere avremo bisogno di più spazio per gestire alcune fasi di lavorazione. Vorremmo inoltre creare una rete di dealers a livello globale. Persone che credano in questa avventura condividendo e comunicando la nostra filosofia. Uno spirito tutto italiano, nutrito dalla cultura e dalla passione per l’automobilismo”.
