Quante forme può possedere il tempo? L’ultima edizione del Salone del Mobile di Milano è stata l’occasione per ricevere una risposta a questa domanda che da sempre ci attrae.
Per la prima volta in Italia è stata svelata “Slice of time” un’installazione nata da un progetto di collaborazione tra Officine Panerai e il talentuoso designer giapponese Oki Sato, in arte nendo.
Il celebre marchio di orologeria e uno degli studi di design più famosi al mondo hanno raccontato al pubblico l’idea dello scorrere del tempo, traducendo la variabile misurata in ore, minuti e secondi, in una unità di misura diversa, cioè la lunghezza.
Un patrimonio di valori e di metafore altamente poetiche che ci ha sedotto così tanto da chiedere al designer Oki Sato di raccontarci il suo nuovo progetto e il suo senso del Tempo.

I progetti di nendo sono esposti nel Museo di Arte Moderna di New York e, a Parigi, al Musée des Arts Décoratifs e al Centre Pompidou. Inserito dal magazine Newsweek fra i 100 “most respected japanese” , Oki Sato ha ricevuto molti Designer of the Year award ed importanti riconoscimenti da riviste quali Wallpaper e Elle Decor.
Com’è stata la sua inedita collaborazione con Officine Panerai, uno dei marchi più importanti dell’orologeria svizzera?
“A dispetto della differenza di età, il nostro studio di design è giovane mentre Officine Panerai possiede una lunga tradizione storica e, nonostante la distanza tra Giappone e Italia, la collaborazione è andata molto bene. È stata un successo perché entrambi abbiamo in comune una passione forte e sincera per il design.“

Potrebbe descrivere il suo personale rapporto con il tempo?
“Ho un episodio con Michele De Lucchi, il famoso designer milanese. Un giorno mi ha mostrato il taccuino dove scrive ed annota tutto, non solo le sue idee, ma anche date, appuntamenti e destinazioni. Mi ha spiegato così: «Per me è importante scrivere da solo. In questo modo posso percepire il periodo di tempo scorrere nel mio corpo. Il suo flusso non è qualcosa da temere. Anzi, sperimentarlo ci arricchisce».
Questa storia mi ha fatto riflettere moltissimo. È stata la prima volta in cui ho pensato di realizzare un progetto associato al “Tempo”. L’incontro con Officine Panerai ha reso possibile tutto ciò, trasformando un’idea ed un desiderio in realtà.”

Tutto inizia con la creazione di un guscio vuoto e trasparente che riprende la forma ed i codici stilistici degli orologi Panerai; la scocca è stata poi allungata fino a misurare 8 metri. Con il passare delle ore e dei giorni, l’elemento tubolare viene tagliato “a fette”, da qui il titolo “Slice of time”, creando segnatempo diversi per spessore e in più trasmettendo visivamente l’idea dello scorrere del tempo. All’interno poi di una installazione del tutto simile ad un atelier di orologeria, le singole fasi della lavorazione, dalla lucidatura all’assemblaggio, interagiscono tra loro come le componenti di un orologio. Intervalli regolari di dieci minuti scandiscono in ugual modo la caducità del tempo. Photo credits: Akihiro Yoshida
Qual è il significato che la sua opera vuole trasmettere?
““Slice of time” è un’installazione in cui il pubblico può percepire il tempo traducendolo in una “lunghezza”, un’estensione dello spazio, calcolabile attraverso altre unità di misura. Contemporaneamente esprime anche l’origine e l’identità del marchio Officine Panerai e quindi l’orologeria. Questo è il nostro primo progetto insieme. Abbiamo molti aspetti in comune: dal 2005 lo Studio nendo ha una sede anche a Milano e questo ci ha permesso di lavorare a stretto contatto.“

Differenze e affinità tra il tempo concepito nella cultura orientale ed in quella occidentale.
“La cultura giapponese, sia nella letteratura che nelle arti, ha un rapporto profondo con il tempo. Si dice che la creazione dello Haiku, il componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo, oppure quella del giardino zen rappresentino l’atto di “condensare” il tempo istantaneamente. In entrambi ricorrono spesso i temi delle quattro stagioni. Inoltre, nel nostro paese, l’espressione “Wabi-Sabi” è la filosofia che concepisce l’estetica fondata sulla transitorietà del tempo. Sono visioni originali che hanno però alcuni punti in comune con la cultura occidentale, e integrarli potrebbe essere uno dei prossimi obbiettivi del design dello studio nendo.“

Dalla grafica al product design, dalla progettazione di interni al design di arredi, dalle installazioni alle vetrine, fino a estendersi all’universo dell’architettura, il percorso di Oki Sato è sempre stato eclettico. Da qui la scelta di un nome “artistico” che ben lo rappresenta: nendo in giapponese significa creta, il materiale che più si presta per flessibilità ad essere forgiato in una infinità di forme diverse.
Lo Studio nendo è uno dei più produttivi in Giappone, quali sono le vostre maggiori ispirazioni?
“Ho notato che il lavoro di routine nella vita quotidiana mi aiuta realmente a procedere nei miei personali progetti. Mi spiego: se si continuano a ripetere alcuni gesti quotidianamente, alla fine si noteranno delle piccole differenze. Saranno queste ad essere la fonte per un mio nuovo modo di creare e di concepire il design.“

Photo credits: Akihiro Yoshida
Qualche anticipazione per i vostri progetti futuri?
“Attualmente, a fine Aprile, uno dei progetti più importanti dello studio nendo sarà visibile nella città di Tenri , nella prefettura di Nara in Giappone, vicino a Kyoto. In arrivo anche una prossima mostra al Museo Grand-Hornu in Belgio, dove parteciperanno all’esibizione, dal tema “Contorni invisibili”, più di 70 opere di design.”