Daniela Mascetti, Vicepresidente di Sotheby’s Jewellery Europe and Senior International Specialist ci conduce alla scoperta di “Royal Jewels from the Bourbon Parma Family”, una delle più importanti collezioni di gioielli reali mai presentati in asta che terrà con il fiato sospeso collezionisti, intenditori e grandi appassionati.

Il tesoro, che sarà protagonista di una vendita il 12 Novembre da Sotheby’s Ginevra, sta seguendo un tour espositivo nelle più importanti capitali mondiali (Londra, New York, Hong Kong) dando la possibilità, non solo agli esperti ma anche al pubblico, di vedere dal vivo qualcosa di veramente unico e raro.
Milano è stata la prima tappa di questo viaggio all’insegna dell’epopea delle più grandi dinastie europee e della nascita di quello che diventerà l’alta gioielleria.
Un’occasione unica per intervistare la dottoressa Mascetti, uno degli studiosi più esperti del settore ed ammirare alcuni tra i 100 lotti che, dopo aver attraversato i secoli della storia, dal regno di Luigi XVI fino alla caduta dell’Impero Austro-Ungarico, regalano ancora oggi mille riflessioni sulla suggestiva valenza che un gioiello riesce a custodire davvero per sempre.

“Royal Jewels from the Bourbon Parma Family” rappresenta una collezione di oltre 100 lotti più unica che rara, che porta con sé infiniti spunti di approfondimento in seno l’evoluzione della gioielleria e non solo!
È senza dubbio una collezione interessante. Da Sotheby’s presentiamo sempre oggetti bellissimi, di altissimo valore e pietre importanti, ma è raro riuscire a proporre un’asta dedicata a un’alta gioielleria che possieda una storia così ben comprovata.
In quest’ultimo anno stiamo scoprendo che in asta il valore storico ricopre un ruolo fondamentale…
È vero: c’è una nuova apertura. Il vasto pubblico sta cominciando ad apprezzare ciò che rende un gioiello veramente unico ed irripetibile: la sua storia. Se il protagonista non è un opera creata da un designer del XXº secolo con un nome importante, come Cartier o Van Cleef & Arpels, (ovviamente di cui abbiamo confermata autenticità), se torniamo indietro nei secoli, in tutto il 1800 ed ancor prima, era il possessore che conferiva una marcia in più al gioiello.

I lotti in asta provengono da un tesoro che Marie Antoinette nascose con cura prima di subire il proprio tragico destino che tutti ben conosciamo…
Esatto! Marie Antoinette sperava comunque di poter fuggire in Belgio e quindi seguire i gioielli che aveva inviato al conte Mercy Argentau, uno dei pochi che le era restato fedele, invece il giorno dopo fu imprigionata insieme al marito e ai figli e tutti ne conosciamo la storia.
Trovo affascinante scoprire che la sera prima di essere imprigionata, al Palazzo delle Tuileries insieme alla sua dama di compagnia, Madame Campan, la regina impacchettò con cura le sue gioie tra cui anche i lotti che saranno venduti all’asta da Sotheby’s per salvarli e farli custodire a Bruxelles.
Ed è bene fare una precisazione: si sta parlando dei gioielli personali di Marie Antoinette, non dei gioielli della Corona di Francia, di conseguenza lo stato francese non potrebbe oggi esercitare nessun diritto di prelazione proprio perché di proprietà privata.
Ovviamente si riscopre in “Royal Jewels from the Bourbon-Parma Family” tutta la valenza emotiva dei gioielli scelti per essere indossati nei momenti della vita quotidiana, in una maniera più personale ed intima…

Qual è la provenienza?
Fanno tutti parte di una collezione della famiglia Borbone – Parma discendente del Duca Elias di Bourbon Parma che sposò Anna Maria Arciduchessa d’Austria. Gli eredi attuali hanno preso la decisione di venderli all’asta che si terrà a Ginevra il 12 novembre 2018.
Tra i top lot si annovera uno splendido pendente con diamanti, che sorregge una perla naturale di dimensioni eccezionali (26 mm x 18 mm). Qual è la base d’asta per un pezzo così interessante?
La stima si aggira tra 1-2 milioni di dollari. Nonostante la leggera mancanza di simmetria nella forma a goccia, le notevoli dimensioni e la perfetta perlagione ( nessun difetto di pelle) rendono questa perla affascinante.
La spilla presenta un diamante di taglio antico ed un delizioso piccolo fiocco rococò, già antenato del cosiddetto stile ghirlanda che imperverserà poi dall’inizio del XX° secolo fino alla prima guerra mondiale; Cartier grazie alla sua virtuosità con il platino ne sarà il maestro incontestato.
Sotheby’s – Royal Jewels from the Bourbon Parma Family – Spilla a fiocco in diamanti, ornata con un rubino birmano da 6,89 carati (stim. $ 200,000-300,000) ed anello con importante diamante fancy orangey-pink da 2,44 carati (stima $ 120,000-180,000). N. B. Marie Antoinette fu proprietaria anche di un piccolo diamante blu a pera.
Perle e diamanti costituivano un connubio vincente all’epoca di Marie Antoinette?
Si, entrambi conferivano un’immediata grandiosità alla persona che li indossava e venivano quindi facilmente compresi.
La perla è stata la prima gemma utilizzata dall’umanità, perché era bella al naturale. Il diamante, per la sua “invincibilità ” (durezza) verrà apprezzato a livello simbolico molto più avanti nella storia. Per tutto il 1700 e il 1800 diamanti e perle hanno dominato la gioielleria di alto livello di rappresentanza.
L’esplosione dell’interesse per la pietra colorata risale invece alla fine dell’Ottocento grazie all’aumento della facilità negli spostamenti verso l’Oriente ed il Sudamerica.
All’interno della collezione che Sotheby’s metterà all’asta il 12 novembre a Ginevra fanno bella mostra di sé anche i diamanti Fancy Colour.
Quello che prediligo è un anello con un bel diamante di colore fantasia rosa arancione (orangey-pink) di 2,44 carati (stimato $ 120,000-180,000) donato all’arciduchessa Maria Anna d’Austria da suo padre per celebrare la nascita del figlio.
È davvero una rarità scoprire che già all’epoca, quando il diamante aveva il dovere di essere bianco, qualcuno potesse preferire un diamante fancy colour, e quindi capire la sua bellezza ed il suo estremo fascino!

Nell’ensemble esposto qui a Milano nella sede di Sotheby’s Italia compare una spilla con diamanti montati su oro giallo. Una rarità per l’epoca!!!
La grande spilla in oro giallo con pendente in diamanti (stimata tra i $ 25.000-35.000) proviene dal 1869-70, un periodo brevissimo in cui il gioiello archeologico tornò in auge. Non ebbe un grande successo e occorre attendere ben 100 anni per vedere rifiorire la scelta dei diamanti in connubio con l’oro giallo.
All’epoca fu l’interesse del Medioriente per il gioiello di gusto europeo (in oro bianco) a voler reinterpretare il nostro stile con il metallo più apprezzato in quei paesi.
Ci sono nella collezione “Royal Jewels from the Bourbon-Parma Family” alcuni piccoli deliziose creazioni, come una spilla a forma di viola del pensiero in oro bianco, diamanti e velluto bordeaux, in genere veniva scelto il velluto nero, ed anche in questo caso la deliziosa broche è pressoché rara per la scelta del suo colore!
Oggi tutti celebrano il fascino dei diamanti provenienti dall’India: i famosi Golconda. Avete notizie della provenienze dei diamanti di questa collezione?
Tutti parlano dei Golconda, ma per essere sicuri che un diamante provenga da una delle miniere dell’area di Golconda, dobbiamo conoscere con sicurezza e precisione la sua storia a partire almeno dal 1720. Tra il 1720-23 infatti quelle miniere finirono la loro produzione ed erano le uniche da cui venivano estratti diamanti.
Se sappiamo che un gioiello è stato montato nel 1600 e siamo sicuri che è rimasto nella stessa famiglia per tutto il periodo, allora possiamo definirlo un Golconda. Tutti i diamanti successivi sono stati estratti nelle miniere in Brasile, scoperte nel 1627-28 e successivamente in Sudafrica.
In tutta la mia carriera, ho avuto la fortuna di maneggiare soltanto un Golconda di cui avevo la sicurissima certezza di provenienza. Era il diamante “Beau Sancy” (venduto nel 2012 da Sotheby’s a Ginevra per 9,7 milioni di dollari) che era stato acquistato nel 1596-1597.
N.B. Oggi ” Golconda ” è un termine che si riferisce con precisione ai soli diamanti di provenienza indiana comprovata e dell’ormai famoso tipo II A, eccezionale trasparenza ottica dovuta all’assenza di azoto nella struttura della pietra.
Quale sensazione provò nel tenere tra le sue mani un diamante di 35 carati come il “Beau Sancy” e per giunta estratto a Golconda?
Mi diede i brividi, trasmetteva una forza ed una energia molto intense. Quella pietra è passata attraverso quattro famiglie reali europee fino al momento in cui è stata offerta da noi sul mercato.
Fu acquistata per Maria dei Medici che lo indossò per la sua incoronazione (era la sposa del Re di Francia Enrico IV che fu poi assassinato qualche giorno dopo). Fu una storia turbolenta perché Maria dei Medici non era tanto amata in Francia, forse a causa della sua inclinazione alle spese e quindi finì la propria vita in esilio.
Successivamente il “Beau Sancy” entrò nella collezione della famiglia d’Orange in Olanda per seguire poi Guglielmo IV nominato Re d’Inghilterra ed infine giungere in Prussia.
Quasi tutti i gioielli di questa collezione sono accompagnati da un archivio preciso ed accurato, anche questa è una caratteristica di prestigio in riferimento ad un ensemble di gioielli così storico…
È stato emozionante indugiare in questo inventario e scoprire il delizioso archivio! Mi piace considerare questo tipo di gioielli una forma d’arte che in più, rispetto alle altre espressioni della creatività, possiede una dimensione umana e personale pressoché rare.
È il contatto fisico con il proprietario dell’oggetto che io trovo affascinante; credo che ci siano delle speciali vibrazioni che provengono forse dalla persona che l’ha indossato, scelto ed amato nel passato… Qualcosa di unico che la nobile alta gioielleria può regalare anche solo in un istante al primo tocco!