Balletti russi, folklore e un pizzico di fantasia. Intrecciati insieme nell’ispirazione per i gioielli Le Paris Russe de Chanel.
Quando i balletti russi compaiono per la prima volta sulla scena di Parigi nel 1909 suscitano scalpore e meraviglia.
Tutti restano affascinati dalla ventata di novità che sono capaci di trasmettere al pubblico. All’epoca non si poteva prevedere che il loro impatto avrebbe avuto un effetto così duraturo all’interno della cultura artistica europea e internazionale.

A distanza di tanto tempo, fa piacere ritrovare la loro esuberanza e vivacità in alcune creazioni della collezione Le Paris Russe de Chanel.
Nonostante Mademoiselle Coco non visitò mai l’Europa orientale, un periodo della sua vita resta fortemente legato alla cultura slava. Ed è quel periodo, come ci spiegava Patrice Leguéreau nella nostra intervista a Parigi, ad essere stato reinterpretato dal Chanel Jewelry Creation Studio per sviluppare i 69 esemplari della collezione di alta gioielleria.

Le Paris Russe De Chanel, Collana Sarafane trasformabile in copricapo, in oro bianco, perle coltivate e diamanti. Controllo finale prima dell’assemblaggio.
Forza e personalità di Le Paris Russe de Chanel risiedono anche nel nutrito legame con la veridicità del vissuto di Coco. L’epoca di cui vi parlo risale a quando la Ville Lumière diventa luogo di esilio per l’aristocrazia in fuga dalle terre degli zar e l’esotismo stravagante dei Ballet Russes prende dimora a Chatelet. Intellettuali e socialite ne sono deliziati, addirittura catturati attivamente in collaborazioni artistiche. Due esempi sopra tutti sono eclatanti: Picasso progetterà i costumi e la scenografia di “Parade” di Erik Satie e Jean Cocteau, e la stessa Coco Chanel disegnerà nel 1924 i costumi per “Le Train Bleu”.

Cabaret russo con ballerino caucasico, Parigi circa 1925 © Albert Harlingue / Roger-Viollet
Cosa possedevano i balletti russi per riuscire a destare tanto coinvolgimento nei più appassionati e visionari animi europei?

Anna Pavlova, © Heritage Images / Contributor
Senza dubbio occorre tributare ancora oggi la loro unicità all’anima che li concepì, quella dell’irascibile e geniale Djagilev. “Nulla di questo genere è mai esistito prima di lui ed è a lui che dobbiamo il recente sviluppo dell’arte coreografica nel mondo intero”, commentava Igor Stravinsky, amico intimo della couturier.
La rivoluzionaria bellezza dei balli russi regalava infatti una nuova prospettiva all’interno della danza. Una forma d’arte, fin ad allora appannaggio esclusivamente femminile, che si arricchiva per la prima volta di inedite figure maschili. Le performances di Chatelet avevano come interpreti Léonide Massine, Serge Lifar e Boris Kochno che dividevano il palcoscenico con Ida Rubinstein e soprattutto Anna Pavlova. La ballerina a cui Le Paris Russe de Chanel dedica Sarafane, una intera parure one of a kind realizzata negli atelier al n. 18 di Place Vendôme.

Le Paris Russe de Chanel, Collana Sarafane trasformabile in copricapo, in oro bianco, perle coltivate e diamanti.
Il candore dei diamanti e delle perle coltivate, un’ode all’eleganza per la quale la Pavlova era conosciuta, è il protagonista pressoché unico di collana e bracciale in parure.
Notevole la molteplicità delle forme delle gemme in cui possiamo riconoscere il taglio a goccia, quello rotondo e il marquise. Una fantasia che si spinge verso un ideale di movimento fluido e armonico lungo tutta la montatura. Anche in questo caso ritroviamo il concetto che Gabrielle ha sempre promosso nella sua moda, liberando la femminilità dai dictat imposti dallo stile.
Ma possiamo scoprire che questa teoria di inno al movimento era fortemente condivisa anche da Leon Baskt, lo scenografo e costumista dei Balletti Russi. Il suo intento fu esaltare la dinamica forza della danza attraverso la leggerezza dei costumi, liberandola dalla costrizione di abiti rigidi e pesanti. Fondendo insieme musica, balletto, arte e couture, l’armonia che raggiunse esaltava al massimo il movimento delle figure.

Affiche del Cabaret Russo Shéhérazade, 3 rue de Liège, Parigi, 1930-1935. © Studio Lipnitzki / Roger-Viollet
Ma esisteva un’altra componente che attraeva moltissimo il pubblico dei balletti russi: l’estetica del colore.
Un elemento che venne notato e particolarmente apprezzato anche dall’universo della gioielleria dell’epoca. Leon Baskt amava i contrasti. Amava sottolineare il rapporto controverso tra il sofisticato stile francese e l’eccentrica tradizione russa. Indagava le sensazioni che le differenti sfumature del colore suscitavano nel pubblico: castità e sensualità, grazia e virilità, tristezza e felicità. Shéhérazade magnificò per esempio tale progettualità. Quella ricca ed entusiasmante cromia venne introdotta di pari passo negli anni ’20 nel design dei gioielli di alcune grandi maison francesi, giocata sulle forme geometriche dell’Art Déco.
Le Paris Russe de Chanel, Bracciale Folklore in oro bianco, oro giallo, smalto, zaffiri blu, zaffiri rosa, granati mandarino e tsavorite, perle coltivate e diamanti. Orecchini in parure.
Nella parure Folklore di Le Paris Russe de Chanel scopriamo il ricordo della forte componente cromatica dei balletti russi, eccentrica, potente ed armonica.
La ragguardevole varietà di gemme che abbraccia zaffiri blu e rosa, granati mandarino e granati tsavoriti in dialogo con il bianco lattiginoso delle perle, l’oro e lo smalto blu, apre gli esemplari verso un inedito caleidoscopio di tonalità. Il temperamento di questi gioielli è giocato sui contrasti, l’indole è estrosa, passionale, potente, ma al contempo soave. Congiunta da un sottile ma resistente fil rouge alla stravaganza dei balletti che l’hanno ispirata.
