Boucheron: gioielli audaci, visionari e liberi da compromessi.
La prima Maison che nel 1893 decretò Place Vendôme, meta di riferimento per la Haute Joaillerie parigina ha appena riaperto la storica sede al n. 26, festeggiando a dovere il suo 160esimo anniversario. E non solo: Boucheron gioielli è approdata felicemente lo scorso autunno a Milano, ospite fissa del Flagship Store di Pisa Orologeria.
Boucheron Gioielli – Una pubblicità del 1946 ritrae la sede al 26 di Place Vendôme. Per celebrare il suo 160esimo anniversario, Boucheron, grazie al sostegno del gruppo Kering di cui fa parte, ha eseguito il restauro radicale dell’hotel Particulier che dal 1893 ospitava la Maison, l’atelier e la residenza di famiglia.
Rare, geniali, iper-creative. Si contano davvero sulle dita di una mano, le grandi case di alta gioielleria che, germogliate nel XIX secolo in Europa, hanno saputo affrontare le evoluzioni del mondo del lusso, interpretandole in maniera così personale da esser tutt’oggi presenti sul mercato. Pare bizzarro, ma a Parigi, il gruppo, o meglio l’élite preziosa, è tutta riunita intorno alla geometria ottagonale di Place Vendôme, o a pochissimi metri di distanza, in Rue de la Paix. Quasi che il gotha dell’alta gioielleria abbia, da oltre due secoli, decretato la sua sala riunioni, quella delle decisioni più importanti, nella piazza più elegante della ville Lumière. Tra queste Maison Boucheron, fin dalla sua origine nel 1858, e costantemente attraverso le personalità che l’hanno condotta e diretta fino ad oggi, si è sempre distinta per un carattere particolarmente innovativo e visionario.
Boucheron Gioielli – Gli archivi di Boucheron con creazioni di fine anni ’30.
Frédéric e Louis Boucheron infatti gettarono le basi per una filosofia completamente inedita per l’epoca: il gioiello non doveva considerarsi soltanto un oggetto prezioso e di prestigio sociale ma un veicolo potente per definire la personalità individuale. Indagando il fascino della cultura, nutrendosi delle colorate ispirazioni del fauvismo in scena in quegli anni con i Balletti Russi ed i fiabeschi costumi di Leon Bakst, attingendo nuove emozioni dalle intuizioni cubiste e dalle atmosfere esotiche portate a Parigi dai viaggi in Oriente, Boucheron è riuscita a creare essa stessa un vero e proprio stile. In poche parole ha disegnato i contorni di una gioielleria forgiata su misura per una donna che vuole essere unica. Molte di quelle intuizioni sono entrate nella storia e da un singolo esemplare sono divenute collezioni iconiche, declinate in sfumature sempre diverse che hanno mantenuto però vivo e forte l’ésprit delle origini.
Boucheron Gioielli – Serpent Bohème – Orecchini ed anello in oro giallo, turchesi e pavé di diamanti. Il serpente, protagonista della collezione, ha avuto nei secoli innumerevoli simbologie: associato a Ishtar, la dea assira dell’amore e della fertilità, nell’antico Egitto era invece percepito dagli artigiani come simbolo di protezione del loro mestiere. Infine ricopre sotto il nome di “Ananta” l’emblema di eternità e rinascita per la cultura indiana.
Serpent Bohème di Boucheron – L’epopea creativa del gioiello da fine Ottocento ad oggi.
Nel 1888, alla vigilia di uno dei suoi numerosi viaggi intorno al mondo, Frédéric Boucheron regalò alla moglie Gabrielle una collana in oro giallo e diamanti a forma di serpente, come segno di amore, protezione e felicità. Nel 1928, le sembianze dell’animale furono protagoniste di una creazione per un ordine speciale richiesto dal regno indiano di Patiala e si trasformarono infine nel 1968 nella prima linea “Serpent”. Da allora non hanno più lasciato la creatività della Maison. La collezione contemporanea Serpent Bohème (composta da anelli, bracciali, ciondoli, collane, orecchini ed orologi), è diventata la naturale prosecuzione di questa epopea, un omaggio allo spirito femminile e deciso di Gabrielle ma anche il tributo ad una leggenda dalle tante sfaccettature. Per la donna Boucheron, Serpent Bohème è più che un gioiello: un amuleto che in ogni declinazione riscopre una estetica in continuo mutamento.
Boucheron Gioielli – Serpent Bohème – Anello, orecchini e pendente nella versione in oro giallo e pavé di diamanti.
I gioielli Boucheron e le pietre di colore: dall’arte e dalla natura le ispirazioni decorative.
Boucheron Gioielli:
– Fuzzy – Anello in oro rosa, diamanti, onice e smeraldi.
– Chinha – Anello in oro bianco, una rubellite taglio cabochon, rubini, onice e diamanti. Chinha rappresenta uno dei più recenti animaletti entrati nel bestiario di Boucheron. A forma di aquila ricorda il simbolo della città di Jodhpur, molto cara alla Maison.
In Serpent Bohème, come in tutte le sue collezioni, Boucheron ha sempre avuto una predisposizione particolare per la componente colore, anzi la passione per le pietre dure, lapislazzuli, malachite, onice, turchese, è un codice che esiste fin dalle origini. Una delle sue più celebri apparizioni risale all’Esposizione Universale del 1925. In quel frangente, dall’atelier del 26 di Place Vendôme uscirono gioielli di una vibrante ed intensa energia: giada, ambra, corallo, onice avevano preso vita dai disegni di Lucien Hirtz tradotti in piccoli deliziosi mosaici da indossare. Ma l’arcobaleno variopinto di Boucheron ha continuato ad apparire anche nel celebre bestiario, incarnando tutta la forza trionfale della natura nei deliziosi animaletti nati dalla simbiosi tra il lavoro dei designers nello studio creativo ed il savoir faire dei maestri dell’atelier.
Boucheron Gioielli – Plume de Paon – Anello in oro bianco con diamanti. Disponibile nella declinazione dell’oro giallo e rosa.
Boucheron Gioielli e i mestieri d’arte, una storia d’amore che non cessa di stupire.
Gli artigiani orafi ed i maestri gioiellieri che lavorano all’ultimo piano dell’Hotel Particulier, hanno sempre avuto un posto speciale nella storia della Maison, perché riconosciuti e pubblicamente onorati. Una circostanza più unica che rara nell’universo dell’alta gioielleria, dove il nome del maestro viene spesso celato per esaltare unicamente quello del marchio. In casa Boucheron invece il talento è sempre stato celebrato con grande spontaneità. Tanto che i libri di vendita custodiscono addirittura le firme degli artigiani che avevano il diritto di sottoscrivere la propria opera e rivelano i punzoni dei mestieri d’arte apposti sui gioielli fino agli anni ’80 del Novecento. Ed è proprio nell’attuazione di questa filosofia di pensiero così libera, che possiamo riscontrare l’istinto audace proteso all’innovazione senza compromessi di cui si parlava all’inizio. Quella qualità rara e preziosa che tanto amiamo nelle creazioni firmate Boucheron.