Buccellati festeggia cento anni di vita presentando un libro storico curato da Alba Cappellieri, all’interno del quale sono ripercorse le tappe del successo della Maison, simbolo della tradizione orafa e gioielleria italiana nel mondo.

Cover del libro “Un secolo di bellezza senza tempo” edito da Assouline
Edita da Assouline, con i contributi di Andrea Buccellati, Vivienne Becker e Franco Cologni, la preziosa monografia racchiude in 294 pagine la storia di una famiglia che dai primi anni del ‘900 ha fatto dell’eccellenza la sua ragione di vita. Un’eccellenza scolpita attraverso valori nutriti e protetti lungo quattro generazioni, senza mai tradire la propria anima e conservando una perfetta sincronia con lo stile del tempo. Gli esordi, proprio a Milano, dove Mario Buccellati inizia a muovere i primi passi nel settore come apprendista della gioielleria Beltrami e Besnati, desideroso di imparare i segreti dell’oreficeria. Sarà dopo la guerra, nel 1919, che rileverà l’azienda per cui ha lavorato e due anni dopo, ospite alla Corte spagnola, riceverà la sua prima commissione reale.

Cosa affascinò i sovrani di Spagna e successivamente gli innumerevoli clienti della Maison lungo tutto il ‘900? Quali canoni hanno sancito il successo del marchio a livello internazionale, presente ancora oggi a distanza di un secolo? Tra le pagine del libro, custodite nei documenti d’archivio e nelle immagini, troviamo le risposte. Se da un lato i gioielli Buccellati guardano al Rinascimento, all’Ottocento, all’Art Déco e all’Art Nouveau, non lo fanno mai imitando uno stile, ma interpretandolo attraverso una piena e matura espressione del tempo. In più, a differenza dei colleghi di inizio secolo che non riuscivano a tenere il passo con le novità francesi, Mario Buccellati riuscì a portare l’arte della gioielleria italiana verso un nuovo paradigma. Fondamentale per questa crescita creativa fu l’intenso legame di amicizia con Gabriele d’Annunzio.

Il primo incontro con il vate risale al 2 agosto 1922. Trovandosi a Milano e passando per caso in via Santa Margherita, d’Annunzio si ferma davanti alle vetrine della boutique Buccellati. Estasiato dalla particolarità dei gioielli, presentati in una maniera inusuale e avanguardista per l’epoca, prova una immediata simpatia per lo stile innovativo del giovane Mario che lo accoglie nel suo negozio. Il loro è un colpo di fulmine alimentato dalla cultura e dalla passione che il poeta possiede nei confronti della gioielleria, tema sempre presente anche nelle sue opere. Dal 1922 al 1936 inizia tra i due una corrispondenza fittissima, all’interno della quale Mario realizza su commissione del poeta tutti i doni di matrimonio reali. Esemplari di altissimo livello, come quello destinato al Conte Volpi.

Ritratto di Gabriele d’Annunzio con dedica
Dalla condivisione di pensieri e gusti comuni, D’Annunzio chiede a Mario Buccellati di spingersi oltre i canoni della gioielleria tradizionale (per esempio, appartiene a questo periodo un monile con frammenti di pietra marziana). Il poeta, da parte sua, conosce l’universo femminile, lo frequenta e lo ama a tal punto da poter indirizzare il designer verso prospettive inedite. Da oggetto di valore intrinseco, il gioiello acquista così nuove capacità interpretative, la più importante è l’abilità di entrare in simbiosi con la donna che lo indossa e con l’abito che la veste. Anche la moda partecipa a questa metamorfosi promuovendo, nelle firme di Paul Poiret e di Mariano Fortuny, modelli dotati di movimento e leggerezza. Silhouette che saranno impreziosite dalle particolari collane ombelicali, richieste proprio nelle commesse di d’Annunzio che era solito omaggiare le sue amanti con gioielli estrosi. “Ho bisogno di una collana, non più lunga di 50 cm […] Deve cingere il collo e scendere nel mezzo del petto”, chiedeva il Vate in una lettera, datata 5 agosto 1931, per il primo ordine di questo tipo di gioielli, frutto di grande intuizione e sensualità.
Alcune creazioni contemporanee della linea di collane ombelicali
In concomitanza con il lancio del libro edito da Assouline, la Maison propone in chiave contemporanea l’estetica sontuosa e raffinata delle collane “ombelicali”. Gli elementi in perle, giada, opale, corallo, lapis, cristallo di rocca e pietra di luna, sono racchiusi in preziose coppette e si alternano a elementi in oro inciso o modellato. Il tutto, in alcuni modelli, ulteriormente impreziosito da diamanti. Le Ombelicali antiche e moderne viaggeranno insieme nel mondo durante gli eventi di lancio del libro, simboli e icone di gusto e bellezza femminile. Proprio come era desiderio del Vate nei lontani anni ’30.
