Un viaggio nell’universo della gioielleria di Bulgari dalle origini ai nostri giorni. A Madrid, fino al 26 Febbraio 2017 al Museo Thyssen-Bornemisza.
Parigi, Pechino, Tokyo e Shanghai. Tante le capitali che dal 2009, hanno ospitato grandi mostre retrospettive della Maison Bulgari. Ora è la volta di Madrid, ma la capitale spagnola sceglie per la prima volta di incentrare l’attenzione non solo sulle creazioni di alta gioielleria, ma di scegliere un comune fil rouge simbolico: l’architettura e l’arte di Roma.
Bulgari e la città Eterna, un intenso legame, un rapporto di sempre, cresciuto e sviluppatosi in oltre 130 anni di storia, dall’arrivo di Sotirio, origine greche e grande intuito creativo, nel 1884.
Non solo una storia d’amore sbocciata al numero 10 di Via Condotti, ma una storia di famiglia, dove le pagine sono firmate dalle generazioni, che prendono il nome di Giorgio, Costantino, Paolo, Nicola e che traghettarono quel negozio, divenuto boutique e poi un vero e proprio marchio di successo, fin oltre oceano.
Al Museo Thyssen-Bornemisza i 140 esemplari provenienti dalla Bulgari Heritage Collection (in cui brillano i gioielli appartenuti ad Elizabeth Taylor) e da alcune collezioni private, tra cui quella della Baronessa Thyssen-Bornemisza, sono esposti in dialogo costante con le opere d’arte: il Colosseo dipinto dal Canaletto, la settecentesca Piazza del Popolo di Gaspar van Wittel e molte altre, concesse in mostra dalla Galleria Borghese, dai Musei Capitolini e dalla proprietà di Banco Intesa San Paolo.
La lingua è la medesima, il racconto è comune, ci narra le forme dell’arte, le linee, le architetture che rendendo Roma da sempre così maestosa e che ritroviamo ciclicamente nei gioielli della Maison fin dalla sua nascita.
Ad emergere sono lo stile, inconfondibile, i canoni ed i disegni iconici, immediatamente riconoscibili, divenuti l’emblema di Bulgari: la preferenza per le forme morbide ed arrotondate, l’utilizzo di una armonia di colori insoliti ed a tratti audace, la passione forte e costante per l’oro giallo.
Spilla di platino a tre fermagli con rubini e diamanti (1930). Bulgari Heritage Collection, Roma
Quasi ed evocare le cupole che punteggiano il cielo romano con le loro forme aggraziate, fin dal 1930 spille e bracciali si vestono di gemme e pietre preziose tagliate a cabochon.
Girocollo in oro con rubini, zaffiri, lapislazzuli e diamanti (1979). Bulgari Heritage Collection, Roma
L’antico taglio, la cui storia si perde nella notte dei tempi, diventa da allora uno dei tratti preminenti della Maison, con le sue superficie tondeggianti, levigate, lucidate ma non sfaccettate, declinato ora su rubini e smeraldi e poi anche su pietre di colore come topazi, ametiste, tormaline, quarzi e peridoti. Rivivono così attraverso un arcobaleno di sfumature e un gioco di forme e dimensioni differenti, i profili delle antiche strade che si intrecciano nella Capitale.
Bracciale in oro con topazi, ametiste, citrini, peridoto e tormaline (2013). Bulgari Heritage Collection, Roma
Collana in oro con smeraldi, rubini e diamanti (circa 1970). Foto di Gianni Penati – Condenast America
Bulgari e le sue mille geometrie, potremmo dire.
Dalle sagome ovali ed ellittiche delle spille e dei choker, come quello del 1979 in oro, rubini e lapislazzuli, a quelle pentagonali di una collana dalla forte personalità datata 1991. Smeraldi, ametiste, citrini, tormaline rosa, zaffiri e diamanti obbediscono alla simmetria dettata dall’oro e come in un puzzle si combinano per costruire il risultato finale.
Collana in oro con smeraldi, ametiste, citrini, tormaline rosa, zaffiri e diamanti (1991). Bulgari Heritage Collection, Roma
Talvolta la geometria lineare viene sopraffatta dalla tridimensionalità e sono le figure sferiche a prendere il sopravvento, come nella regale parure composta da collana e orecchini, dove protagoniste sono le boule d’oro giallo pavé a neve insieme ai diamanti taglio baguette.
Collana e orecchini in oro e diamanti (1992). Bulgari Heritage Collection, Roma
Dalla geometria al grafismo il passo è breve e veloce. Ed ecco le creazioni dei mitici anni ’80, dedicate ad una donna più emancipata e più libera, declinabili per il giorno e la sera con estrema disinvoltura. Ancora la simmetria delle forme che detta il ritmo a decise ed eleganti parentesi come se fossero note a susseguirsi in un pentagramma. La musica che ne deriva è estremamente raffinata, minimale ed aggraziata, perfetta per la donna moderna di quell’epoca, splendida e attualissima anche per la donna contemporanea.