CHANEL gioielleria svela le nuove creazioni, guidate dallo spirito della collezione “Bijoux de Diamants” creata nel 1932 da Gabrielle Chanel.
CHANEL Joaillerie, collana trasformabile COMÈTE in oro bianco e diamanti. Il ciondolo a forma di cometa può essere staccato e indossato come una spilla.
Il lessico stilistico di Mademoiselle torna a nutrire la creatività di Maison Chanel con una linea di gioielli in cui trasformabilità e allure contemporanea si mixano a temi cari alla couturier.
L’ispirazione arriva da “Bijoux de Diamants”, la prima vera collezione di alta gioielleria che Gabrielle Chanel svelò a Parigi nel 1932. L’evento in un baleno assunse una forte connotazione mediatica, ripreso in più di 250 articoli dalla stampa francese e internazionale, perché rappresentava in tutti i sensi una inedita première. Fino ad allora Coco aveva esplorato l’universo dei bijoux moda stravaganti ed eclettici sostenendo di non essere interessata all’universo delle pietre preziose.

CHANEL Gioielleria, anello trasformabile SOLEIL DE CHANEL in oro giallo, oro bianco e diamanti. I due elementi di questo anello possono essere indossati su un solo dito formando un sole o come due anelli separati su due dita diverse.
Descrivendo ai giornalisti dell’epoca la propria concezione di alta gioielleria Chanel fece eco ai principi che avevano fin da sempre sostenuto il suo concetto di moda femminile: “La vita trasforma il gioiello e il gioiello a sua volta deve soddisfare i desideri della vita. Come gli abiti possono cambiare, così anche un gioiello deve trasformarsi. Per i gran galà, l’idea è di indossare l’intera creazione. Per le serate discrete gli elementi più vistosi possono essere rimossi. Le parure si smontano e i motivi individuali si indossano da soli per abbellire un cappello o una pelliccia. Voglio un gioiello che sia come un nastro sulle dita della donna”.

CHANEL Joaillerie, bracciale RUBAN in oro beige e diamanti. Anello RUBAN in oro beige e diamanti.
Scegliendo uno stile di presentazione innovativo per l’epoca, si abbandonò il convenzionale approccio di esposizione in vetrina in cui il gioiello era completamente slegato dallo spirito della donna che lo indossava. Gabrielle decise di svelare al pubblico la collezione il 7 novembre 1932 nella sua residenza privata, al 29 di rue Faubourg-Saint-Honoré. Posizionate su colonne in marmo nero, le mannequin ritratte in busti di cera dei primi anni del secolo, con le loro ciglia lunghe e i tagli bob a caschetto, magnificavano gli esemplari in platino e diamanti che spuntavano sulle capigliature o che brillavano sui décolleté. Quali erano i protagonisti di così tanta bellezza? Frange di gemme impreziosivano bandeaux e scollature; fiocchi, stelle, raggi di sole e comete si avvolgevano con leggerezza e flessuosità nelle trame di diademi, bracciali, collane e spille.

CHANEL Joaillerie, anello trasformabile SOLEIL DE CHANEL in oro giallo, oro bianco e diamanti. I due elementi di questo anello possono essere indossati su un solo dito o come due anelli separati su due dita diverse.
Distinguendosi dalla gioielleria geometrica dell’epoca che esaltava il cubismo, i temi figurativi della pièce in scena appassionarono l’élite accorsa in visita tra cui il barone Édouard de Rothschild, Pablo Picasso e la contessa Marie-Laure de Noailles. Ma soprattutto non avrebbero mai più abbandonato il vocabolario della casa parigina, ramificando i loro germogli fino al XXI secolo e ricomparendo ciclicamente nella creatività di Chanel. Se oggi la trasformabilità si conferma una delle doti più richieste nella gioielleria contemporanea, appare più che evidente quanto Coco abbia avuto già negli anni ’30 una visione di pura avanguardia per “Bijoux de Diamants”. Ma cosa era successo per modificare la sua predilezione per i bijoux alla moda e fare questo primo grande e altisonante passo nel mondo incantato delle gemme?

CHANEL Joaillerie, collana trasformabile SOLEIL DE CHANEL in oro giallo, oro bianco e diamanti. Il ciondolo a forma di sole può essere staccato dalla collana e indossato come una spilla.
Sicuramente il crollo di Wall Street del 1929, che produsse un forte rebound anche in Europa, aveva portato con sé una ventata di conservatorismo affine alla ricerca di maggiore autenticità. Realizzato in platino (un metallo che nel 1932 appariva pressoché nuovo, perché la punzonatura in platino fu introdotta solo nel 1912) e incastonato di diamanti, il gioiello rappresentava un solido investimento finanziario per il pubblico. In più Gabrielle Chanel riuscì con questo inedito progetto a dare lavoro agli atelier orafi e gioiellieri parigini che si trovavano in condizioni economiche difficili per la crisi. Un obbiettivo meritevole di lodi che la stampa dell’epoca non poté che applaudire.

La piuma, legata ai ruggenti anni Venti e alla moda dell’epoca, rivive in chiave contemporanea. Si trasforma nell’anello snodato PLUME DE CHANEL in oro giallo, oro bianco e diamanti e nel bracciale PLUME DE CHANEL in oro bianco con 118 diamanti taglio brillante.
A distanza di quasi 90 anni il suggestivo repertorio tematico che nutrì i primi gioielli Chanel in diamanti, si incarna oggi nella nuova collezione Les Icônes de Chanel. Forte di un design calibrato e meticoloso, le creazioni giocano sulla versatilità e sulla trasformazione, sulla semplicità dell’eleganza che può essere indossata quotidianamente e sulla relazione tra l’oro, bianco, beige e giallo, e i diamanti. Purezza, lucentezza e trasparenza che appartengono per natura ai cristalli di carbonio sono a loro volta reinterpretati dal tema cometa, l’astro in movimento che porta la luce al suo cammino. Mutevole, da collana in spilla, il gioiello evoca un pezzo chiave della collezione del 1932 che probabilmente Paul Iribe, grande amico di Mademoiselle, disegnò e pubblicò nell’album Choix del 1930.

CHANEL Gioielleria, spilla SOUS LE SIGNE DU LION in oro giallo 18 carati e diamanti.
Entra a buon diritto tra le figure allegoriche di questa collezione l’immagine del leone, già protagonista del bestiario prezioso di Chanel nel 2018 con l’alta gioielleria di L’Esprit du Lion. Segno zodiacale di Mademoiselle, il re della foresta trasmette l’audacia, la forza, il coraggio e la determinazione che hanno sempre contraddistinto la vita di Coco. In più rievoca la città di Venezia, in cui Gabrielle trovò nuove ispirazioni quando nel 1919 lasciò per un periodo Parigi distrutta dalla perdita di Boy Capel. In compagnia di Misia Sert, Venezia, con il suo decadentismo barocco, in equilibrio tra l’estetica orientale e il razionalismo dell’occidente, riuscì a trasmetterle nuovi impulsi per una rinascita emotiva e creativa.
“Sono un leone e come lui mostro i miei artigli per proteggermi, ma credetemi, soffro di più graffiando di quando sono graffiata”, rimarcava Gabrielle Chanel secondo Pierre Galante nel libro Les Années Chanel del 1972.