Londra, un palazzo georgiano nel cuore di Mayfair. Al primo piano, le pareti vestite di specchi Art Déco, progettate negli anni ’30 dall’architetto Gerald Lacoste, e gli alti soffitti di un maestoso salone sussurrano la loro speciale storia. Dal 1939, per quasi 50 anni, Norman Hartnell ebbe qui il suo atelier di Haute Couture. Suo l’abito che la principessa Elisabetta scelse per il matrimonio con Filippo e sua l’incantevole veste di seta bianca con la quale fu incoronata Regina. Immaginate l’intreccio tra l’energia della creatività e l’intensità delle emozioni che questa dimora ha vissuto, testimone inconsapevole, passo dopo passo, delle vicende dell’Inghilterra e non solo. Capita nella realtà che un luogo particolare possieda un destino scritto nel tempo.
E così, dopo un periodo di oscurità e di abbandono, nel 2016 l’atelier di Hartnell è tornato alla luce per avvolgere nella sua atmosfera un altro grande talento creativo. Se in passato le sale custodivano le intuizioni dell’alta moda, oggi accolgono l’alta gioielleria di Glenn Spiro.
Carismatico, determinato, il designer della Maison G possiede un innato appeal, quello stesso fascino che riesce ad instillare in ogni sua creazione. Un dialogo constante, perfettamente equilibrato, tra la sicurezza di una eccellente maestria e l’estro, l’impeto e l’originalità che nascono liberi da una vera passione. O meglio, dal puro istinto!

L’amore per le gemme e l’alta gioielleria l’accompagna fin dalla gioventù. La sua prima esperienza in questo settore coincise con l’apprendistato negli Atelier di Gioielleria di Cartier a Londra, gli English Artworks. Cosa ricorda di quel periodo?
Sono entrato a far parte da “English Artworks” in tarda adolescenza ed è stato un periodo incredibile. Ho imparato dal meglio e il costante allenamento mi ha aiutato molto quando ho iniziato a creare il mio personale atelier. Prima di quella esperienza la gioielleria non aveva avuto alcun ruolo nella mia vita e in qualche modo penso che la mancanza di esposizione mi abbia lasciato libero come designer, dal momento che non avevo idee prestabilite o preconcetti.

Ricorda il momento in cui ha capito che il suo futuro sarebbe stato nell’universo della gioielliera?
Penso che sia stato il giorno in cui, per la prima volta, mi sono seduto al tavolo del laboratorio: sapevo che questa sarebbe stata la mia strada. Avevo una sensibilità innata per comprendere il valore di una buona pietra. Quello che si chiama istinto…
Come nasce un gioiello di Glenn Spiro? È vero che per lei tutto ha inizio dalla gemma?
I nostri gioielli sono sempre guidati nella loro creazione dalle gemme stesse. Spesso compriamo delle pietre che “soggiornano” in cassaforte anche per anni interi, attendendo di sapere quale sarà il loro destino. Poi un giorno può accadere che ci arrivi una pietra eccezionale ed in quell’instante nasce l’idea di una fortunata combinazione. È lì che ha inizio il processo creativo! Preferiamo lasciare che le pietre guidino i nostri disegni.

Nel 2016 lei ha trovato un posto speciale per aprire un nuovo salone per la clientela. Questo luogo nel cuore di Mayfair ha una storia meravigliosa…
Ho visitato per la prima volta l’Atelier Hartnell con una signora cliente di English Artworks. L’ho accompagnata qui al défilé e ricordo vividamente quella giornata: ci siamo seduti a guardare le modelle nello spazio rivestito di specchi sotto la luce del magnifico lampadario che ancora oggi vedete. Anni dopo stavo cercando un nuovo atelier e avevo notato, passando lungo la via, che le luci nell’edificio di Hartell erano sempre spente. Così ho chiesto all’agente immobiliare che mi seguiva nella ricerca di indagare se lo spazio fosse libero. È tornato dicendo che “per una casualità” – o forse per destino – era disponibile … Il resto è storia! È un magnifico edificio e ha un’energia così meravigliosa. Devo pizzicarmi ogni tanto quando penso che il mio ufficio abbia potuto ospitare l’odierna Regina mentre provava l’abito della sua incoronazione.
Uno dei tratti distintivi dei gioielli firmati Glenn Spiro è la forte ed intensa personalità delle loro pietre preziose. Ne ha una preferita?
No! Ma ho una grande passione per le pietre e per i tagli antichi. Penso che non ci sia niente di più seducente di una gemma che possiede una storia propria.

Riguardo ai materiali e ai metalli che lei predilige: nel suo atelier a Londra ho provato un paio di orecchini in titanio. Una creazione di squisito artigianato, con una leggerezza incredibile e una luce speciale…
Amo utilizzare il titanio perché è un metallo con il quale è possibile realizzare gioielli molto intensi, seppur leggeri come una piuma, e lavorare con una tavolozza di colori incredibile.
Durante l’ultima Biennale di Parigi, avevo avuto un vero “coup de foudre” per il Bracciale “Archers” (CLICCA QUI per leggere l’articolo completo). Nel suo atelier ho potuto rivederlo ed indossarlo. In questa opera d’arte si cela un grande patrimonio storico e culturale, che è tornato a brillare dal passato…
L’eroe di quel bracciale è un spettacolare smeraldo colombiano di 85.45 carati scolpito in forma di anello da arciere ( India Mughal XVII secolo). Abbiamo poi incastonato lo smeraldo con 11 diamanti taglio a rosa forma ovale, il tutto montato su un bracciale di smeraldi taglio smeraldo, intervallati da oltre 1000 diamanti. È stata una vera gioia riportare in vita un pietra storica per una espressione gioielleria così contemporanea!
