Nella Monaco di Baviera del 1893, Joseph e Anton Hemmerle salivano al timone di una famosa società orafa di medaglie che vantava tra i propri clienti il nobile casato dei Wittelsbach, la più antica dinastia tedesca. Apprezzati fin da subito per la loro maestria artigiana e per la cura dei dettagli, i due fratelli ponevano così le prima fondamenta di quella che sarebbe diventata una Maison di gioielleria famosa in tutto il mondo.

Alto artigianato, materiali innovativi e una vivacità creatività mai ostentata, sono oggi le cifre stilistiche che appartengono alle sofisticate collezioni di Hemmerle, protagoniste di grandi appuntamenti internazionali come TEFAF e Masterpiece.

“Non era mia intenzione scioccare, piuttosto ispirare”. Queste le parole di Stefan Hemmerle che negli anni ’90, prende con la moglie le redini dell’azienda, apportando una vera e proprio trasformazione alla concezione classica di alta gioielleria. Pur rispettando le tradizioni ereditate, la Maison abbraccia un’estetica avanguardista di modernità, con riferimenti all’arte in tutte le sue espressioni. Esempio lampante di questa rottura con il passato è la scelta di materiali inconsueti di cui viene riscoperta la preziosità all’interno dell’arte orafa: il rame, il bronzo, il ferro, l’alluminio e il legno.

Si narra che l’ispirazione per questo nuovo concetto creativo sia scaturita in maniera del tutto naturale in seguito ad una commissione richiesta da un cliente che detestava le gemme appariscenti. Abituato ad indossare gioielli in ferro, risalenti all’inizio del XIX secolo, richiamò alla mente di Stefan l’idea di montare un prezioso diamante con questo metallo sobrio e comune. Il binomio, tutt’altro che familiare, possedeva una sua inedita forza e la gemma ne risultava magnificata. La parola d’ordine diventò così “Ricerca” ed Hemmerle introdusse nuovi interessanti protagonisti per le sue creazioni: diamanti bruno dorato amati nell’India Mughal, le perle Melo del colore dell’arancia mandarina, controparte orientale delle più note Conch, l’acquamarina brasiliana dal blu intenso.
“Tutto inizia dalla gemma che deve essere perfetta. Solo successivamente creiamo un disegno appropriato per esaltarla. Sperimentiamo sempre nuovi materiali per trovare le combinazioni perfette; in una recente coppia di orecchini abbiamo usato cemento e alluminio” racconta Christian Hemmerle oggi a capo della Maison.

Proprio dall’alluminio è nato in passato “Il progetto [Al]”, subito apprezzato dagli intenditori.
Quindici paia di orecchini e una spilla disegnati con minimalismo e geometria dove l’inusuale alluminio anodizzato acquista differenti tonalità, perfette per dialogare in armonia con il platino, l’argento e la vivacità delle pietre di colore. Queste dominano le ultime creazioni della Maison Hemmerle, presentate a New York lo scorso ottobre al TEFAF.
Hemmerle – Orecchini in oro bianco, argento e granati tsavorite.
Hemmerle – Orecchini in oro bianco e alluminio.
Il verde della natura più selvaggia ed incontaminata, talvolta sferzante nei granati demantoidi, più morbido e placido nei granati tsavoriti, conquista la scena.
Un’energia fresca e travolgente che scaturisce non a caso dal lungo cammino che la creatività affronta durante le fasi di realizzazione. Un singolo gioiello può richiedere fino a 500 ore di lavoro e possono trascorrere anni per trovare la pietra perfetta per completare un pezzo. D’altronde, l’attesa della bellezza non è essa stessa un piacere?
Hemmerle – Orecchini in oro bianco, granati demantoidi e peridoti
Hemmerle – Anello in oro bianco e argento, granati tsavoriti e demantoidi.
Photo Credits: ‘Courtesy Hemmerle’
Credit line: Hemmerle Maximilianstrasse 14, 80539 Munich, +49 89 24 22 600, www.hemmerle.com