Presentata alla Haute Couture Week parigina e iscritta all’interno delle collezioni “Histoire de style” che rivisitano il patrimonio creativo della Maison, la collezione New Maharajahs torna a evidenziare l’anima genderless del gioiello contemporaneo. E per farlo prende spunto dalla storia.
Nella galleria fotografica Boucheron svela i bozzetti realizzati nel 1928 per la rivisitazione dei gioielli di proprietà di Bhupindar Singh, Maharajah di Patalia custoditi fino ad oggi negli archivi della casa parigina.
I maharajah a cui è intitolata la nuova collezione di alta gioielleria salirono alle cronache del nostro continente intorno ai primi anni del ‘900. Incuriositi dal modus vivendi occidentale, entusiasti e affascinati dalla cultura, elessero Londra e Parigi come destinazioni predilette, accompagnati nel loro viaggio da mogli bellissime, le maharani, avvolte dal folclore e dalla tradizione orientale. Per onore della cronaca occorre dire che il governo incoraggiava i principi indiani alla visita della Gran Bretagna con un obbiettivo didattico e per sperimentare l’immersione nel panorama sociale e politico. Il soggiorno seguiva anzi un itinerario molto ampio, includendo oltre a Inghilterra e Scozia anche le capitali europee. Città in cui per i sovrani stranieri lo shopping costituiva una prerogativa importante: dovendo soggiornare in occidente era necessario sfoggiare anche abiti consoni all’etichetta europea.
Gli orecchini Boucheron Maharajah in platino, 58 smeraldi a goccia (totale 35,93 ct), diamanti sono identici nella forma a una collana dell’ordine del 1928. Pur lavorando su volumi in scala per ottenere dimensioni più ridotte, è stata conservata la bellezza originale dell’esemplare.
Vanitosi, come qualsiasi uomo di potere, abituati alla ricchezza e soprattutto desiderosi di manifestare la propria aura elitaria, i sultani erano veri appassionati di gemme e di gioielli. Giunti in Europa, dove l’arte della gioielleria era praticata da secoli, si infatuarono subito del nostro gusto e si abituarono a chiedere una rivisitazione dei propri monili sotto il punto di vista stilistico occidentale. Fecero, potremmo dire, la gioia delle grandi Maison dell’epoca, a Londra come a Parigi, portando immensi tesori da reiventare in una chiave decisamente più moderna. Tra le tante commesse entrate nel mito, una in particolare è rimasta negli annali del primo arrondissement parigino. Quella datata 1928, quando Bhupindar Singh, Maharajah di Patalia, si recò in visita da Louis Boucheron, figlio di Frédéric, fondatore della Maison. Scortato da guardie Sikh e quaranta servitori alloggiati all’hotel Ritz, si presentò una bella mattina di agosto nella boutique di Place Vendôme. Fece aprire le casseforti di metallo che aveva portato con sé e illuminò la vista dei presenti con migliaia di diamanti, rubini, smeraldi e perle preziose. Furono quei tesori a fungere come base per la creazione di 149 pezzi unici di alta gioielleria firmati dal marchio parigino; vere e proprie opere d’arte i cui disegni sono stati scientemente conservati fino ad oggi negli omonimi archivi. Una dote che pochissime Maison del settore possono vantare di possedere come patrimonio storico nel XXI secolo.
Collana trasformabile New Maharajah in platino con 9 smeraldi taglio cuscino provenienti dalla Colombia (totale di 38,74 ct), diamanti, cristallo di rocca e smeraldi.
“Questo ordine speciale del Maharajah di Patiala sembrava uscito da una favola, un vero sogno” dice Claire Choisne. “Abbiamo conservato i progetti originali delle 149 creazioni dalle quali ho tratto ispirazione per questa collezione. Volevo trasporre questi pezzi nel ventunesimo secolo, reinventarli per le Maharani e i Maharajah di oggi. Voglio che queste donne e questi uomini possano esprimere la propria personalità e il proprio stile personale.”
Versione spilla della collana New Maharajah che Claire Choisne immagina abbellire il bavero maschile.
Semplificando i pezzi originali variopinti e opulenti, preferendo leggerezza e delicatezza, la direttrice creativa ha reso attualissimi i tradizionali motivi della gioielleria indiana antica che oggi rivivono con un inedito spirito contemporaneo. Il Sarpech, il cosiddetto ornamento da turbante, il profilo del fior di loto, i bracciali nuziali indossati dalle novelle spose, acquistano in “New Maharajahs” una nuova interpretazione che in più propone una loro portabilità decisamente fluida. Magnificano senza dubbio la femminilità, ma abbelliscono anche un eventuale principesco acquirente maschile. Tale dualità di intenti non è una novità in casa Boucheron, ma una prospettiva che ha ispirato Claire Choisne già nelle collezioni del 2020 e 2021. Sicuramente è una visione open mind della gioielleria, multi-portabile, trasformabile e genderless. In linea con i nuovi concetti di inclusione, liberati da consuetudini e percezioni ormai démodé.
Collana trasformabile New Maharani in oro bianco con un diamante taglio cuscino da 4,08 ct, diamanti e cristallo di rocca.
La rinascita dei motivi indiani cari agli antichi sultani avviene sulla combinazione di smeraldi, diamanti, perle giapponesi e cristallo di rocca, una delle pietre ornamentali predilette della Maison fin dal ‘900. Oro bianco e platino sono invece i metalli nobili eletti per tessere in trame preziose questi fantastici pezzi dedicati ai nuovi maharajah contemporanei.
Collana trasformabile New Maharani Nacre in oro bianco con un diamante a goccia di 0,71 ct, diamanti, cristallo di rocca madreperla e 5178 perle giapponesi coltivate.
Se sei appassionata di alta gioielleria potrebbe interessarti la nostra intervista realizzata a Parigi a Patrice Leguéreau, direttore dello Studio de Création Joaillerie sulla collezione del 2021.