Siamo stati nel cuore di Milano, in Via Manzoni, ospiti della Gioielleria Villa, amata non solo dai milanesi, ma riconosciuta a livello internazionale per avere mantenuto costanti nel tempo, in oltre un secolo di storia, i valori dell’ alta gioielleria italiana. Con Francesca Villa abbiamo celebrato l’anniversario, che ricorre quest’anno, di 140 anni dalla fondazione dell’azienda.
Nel lontano 1876 un mio trisavolo, Benvenuto Villa, che va considerato come il vero e proprio fondatore della nostra azienda, si presentò con un piccolo modellino all’Esposizione Universale di Parigi e vinse una medaglia d’oro. Quelle piccole lastrine di argento che componevano il modello, e che oggi potrebbero sembrare banali, furono ai tempi una vera e propria innovazione. Tornato a Milano, iniziò a dare sfogo alle proprie invenzioni, cimentandosi nelle prime creazioni di gioielleria. Suo figlio Giuseppe Villa continuò poi con un vero e proprio laboratorio, tra scultura, alchimia e fusioni, fino a giungere a mio nonno Adelio che negli anni ’30 aprì la prima boutique su strada. Da lì in avanti, mio padre e mio zio Filippo Villa, presero in mano l’azienda e negli anni ’80, durante il boom economico, riscossero grande successo. Addirittura riportarono in auge una moda antica, quella del polsino da uomo, che risaliva a Luigi XIV di Francia. Milano la accolse e da allora per il mondo maschile i gemelli della Gioielleria Villa sono diventati un must have. Dal 2012 ad oggi, l’azienda è condotta da me e mio zio Filippo.
Alta artigianalità, maestria orafa ed estrema raffinatezza sono le caratteristiche che vi contraddistinguono fin dagli inizi della vostra attività. Oltre ad un approccio innovativo nei confronti delle gemme che la natura ci offre.
La scelta nel tempo è stata quella di prediligere il divertimento, rivolto alla scoperta di tutto il panorama delle pietre presenti in natura. Grazie alla nostra curiosità per le gemme di colore, siamo riusciti ad appassionare anche quella clientela sofisticata che un tempo conosceva banalmente solo smeraldi, rubini e zaffiri. Da quel momento l’interesse si è aperto anche ad orizzonti differenti, cioè alle pietre semipreziose. Queste talvolta sono erroneamente considerate di minor valore, ma in natura esistono tanzaniti che valgono anche molto più di rubini. Tutto dipende dalla qualità delle pietre. La nostra scelta creativa punta all’armonia dei colori, alla scoperta delle tante sfumature che la natura produce. La nostra azienda è da sempre focalizzata alla cura al dettaglio, all’artigianalità e alla raffinatezza delle montature. Il gioiello è come un abito sartoriale, il retro è affascinante quanto il davanti, la montatura è importantissima, è l’imbastitura della gioia finale della creazione.
Tutto ciò che noi produciamo è creato nel nostro laboratorio, che è proprio qui accanto al negozio, frutto dell’abilità artigianale dei nostri maestri orafi: le loro mani, il tempo, il lavoro e la loro storia è racchiusa in ogni gioiello. Negli anni ci siamo sempre divertiti nel mostrare accostamenti di colore innovativi, come nella linea Micromosiaco. Qui le pietre sono incassate sul pavé, l’una accanto all’altra, come in un mosaico in cui le tessere creano effetti di luce e colore magnifici. La sensazione al tocco è simile a quella del velluto, grazie alla bravura dei nostri artigiani, mentre le sfumature di colore, accostando per esempio zaffiri blu e rubelliti, sono assolutamente speciali.
Chi si occupa della parte creativa in azienda?
Mio zio Filippo Villa. Nel nostro laboratorio nel corso degli anni abbiamo creato innumerevoli cere e modelli, tutti fotografati e codificati, e fisicamente abbiamo la fusione di ogni modello, l’imbastitura di quell’abito sartoriale di cui parlavamo prima. Poi c’è la ricerca delle gemme. Recentemente siamo stati ad una fiera in Arizona, dove abbiamo comprato pietre preziose molto diverse e di differenti carature. Io personalmente, ho acquistato due piccoli meteoriti con cui abbiamo realizzato dei gemelli per un affezionato cliente che ama le pietre molto particolari. Mio zio, al dì là del talento nel selezionare la pietra, ha una memoria visiva e numerica molto forte. Talvolta può capitare che le gemme acquistate attendano nel tempo, siano lasciate decantare come il vino e, quando arriva l’ispirazione, quel giorno nasce il nuovo gioiello.
Le creazioni della Gioielleria Villa possono considerarsi delle vere e proprie opere d’arte, prima di tutto perché sono pezzi unici.
Si, direi anche soltanto in riferimento al tempo impiegato per produrle. Alcune necessitano di una lavorazione intorno alle 100/150 ore e poi sono ovviamente pezzi unici, perché la natura non produce pietre dello stesso punto di colore. Per esempio, il modello della collana Spray, realizzata per la prima volta intorno agli anni ’60, è stata riprodotta tre o quattro volte. E’ una collana tremblant, il cui nome deriva dal delicato movimento delle pietre che sono montate su una struttura particolarmente esile in platino. Questo materiale permette fusioni sottili ed affusolate, tende quasi a sparire per dare risalto alle pietre.

Chissà quanti piccoli aneddoti e curiosità si celano dietro alla storia di un gioiello!
Ne avrei tantissime da raccontarvi! Una in particolare riguarda la storia della mia famiglia e l’anello che noi chiamiamo Nonna, creato da mio zio Filippo. Negli anni ’50 mia nonna aveva una tabacchiera in argento di Fabergè. Il rivestimento di questa tabacchiera era un pattern con un disegno a rombi e all’incrocio delle linee c’era un piccolo brillante. Un oggetto da collezione. I ricordi di quella tabacchiera e la sua linea estetica sono tornati in mente a mio zio che ha creato così un nuovo anello riprendo lo stesso motivo ed l’idea del colore. Per ogni anello il pattern è ripreso su scala calcolando matematicamente le proporzioni. L’oro bianco è scurito, ossidato per ricordare l’effetto un po’ vissuto dell’argento. Un pezzo estremamente sofisticato ed elegante che può essere indossato tutti i giorni e declinato in tanti modi. La montatura si presta ad accogliere qualunque pietra, dal diamante solitario alla gemma di colore. Questo è un esempio di quanto, nella mia famiglia, le generazioni si sentano attraverso i ricordi nel tempo, così come le tradizioni.

Photo credits: Alberto Feltrin - Copyright ©The Ducker