Nel suo show-room milanese affacciato su Piazza Affari, abbiamo intervistato il designer della omonima maison Marco Valente High Jewelry. Un’azienda di famiglia che nel cuore della città meneghina tramanda la passione per i diamanti.

Nato a Milano nel 1962 e figlio di un rinomato gioielliere milanese, Marco Valente decide di seguire le orme del padre e diventa gemmologo nel 1987 presso l’Istituto Gemmologico Internazionale.
The Ducker: Marco Valente High Jewelry è frutto dell’esperienza e del saper fare, di un bagaglio culturale ereditato dal passato. Quali sono i valori che suo padre le ha trasmesso e che lei considera tutt’oggi fondamentali per un’azienda che guarda al futuro?
Marco Valente: Il primo principio paterno che ho ricevuto è il rispetto etico del mercato, nei confronti di cliente e fornitore.
Il secondo è la leggerezza, l’ironia e l’amicizia grazie alle quali la nostra azienda ha sempre instaurato continuità nei rapporti commerciali. Con molti fornitori e clienti lavoriamo da 35 anni, siamo cresciuti insieme e condividiamo questi valori. Nel nostro settore la consistenza delle relazioni è un aspetto molto importante, significa avere in comune dinamicità, sviluppo tecnologico, avanguardia, evoluzione.
Il terzo fondamento è il culto del bello. Questi tre valori sono stati e sono tutt’ora il nostro DNA. Crescere in una azienda familiare ha significato essere curioso nei confronti del mestiere, desiderare di carpire i segreti di mio padre e talvolta avere il privilegio di essergli accanto negli errori per non ripeterli nel futuro.
Oggi ho la grande fortuna di essere a mia volta genitore di un figlio che lavora con me. Siamo alla terza generazione, una qualità rara nel nostro settore che mi procura orgoglio e una forte motivazione per trasferire ciò che ho imparato con l’aggiunta di un pizzico di modernità, in un rapporto basato sul dialogo. L’ obiettivo è dare l’esempio e, in effetti, da quando mio figlio è entrato in azienda, lavoro il 30% in più, perché l’obbiettivo di essere per lui un esempio tangibile di un approccio professionale, di leadership, di gestione, di innovazione, mi spinge a fare sempre meglio. Ho la responsabilità di essere all’altezza della sua scelta di continuare la nostra attività.

Marco Valente High Jewelry, Anello spirale Circle in oro bianco e diamanti per un totale di 3,65 carati.
TD: In Italia e all’estero l’offerta del comparto alta gioielleria è molto ampia. Quali sono le qualità che rendono speciale e particolare la vostra Maison?
MV: Abbiamo costruito questo progetto prima con la strategia e poi con l’anima. La risposta è molto semplice. Per riuscire bisogna creare qualche cosa che prima non c’era, quindi un prodotto di nicchia, specifico, segmentato e facilmente riconoscibile: un gioiello costruito sui concetti di chiarezza, trasparenza, etica e competenza. Abbiamo scelto di realizzare una collezione in cui i diamanti fossero gli unici protagonisti, specializzandoci nella parte valoriale, creando gioielli con pietre di alta qualità.
Le creazioni Marco Valente High Jewelry sono facili da identificare: selezioniamo soltanto i diamanti di eccellenza, lavoriamo solo sul colore D-E-F. Ciascuna pietra incastonata, a partire da 0.40 carati, quindi anche di piccola caratura, è corredata da una garanzia e dal certificato del Gemological Institute of America. Per esempio, un bracciale che monta 50 diamanti ha non soltanto una garanzia, ma ben 50 certificati al fine di trasmettere al mercato la nostra competenza e la massima trasparenza.
Abbiamo l’ambizione di essere una grande marca di piccola dimensione, perché pensiamo in grande. Abbiamo una verticalizzazione nel sourcing dei diamanti, arriviamo direttamente alla miniera e tutto è realizzato nella nostra manifattura a Milano.

Marco Valente High Jewelry, Anello Contrarié Embrace in oro bianco con un diamante taglio goccia, un diamante taglio ovale (totale 2,60 carati) e diamanti taglio brillante.
TD: Cosa significa per lei il made in Milano?
MV: È un valore che va rilanciato perché risale all’epoca antica; Milano cominciò a produrre gioielli nel 1300. Le botteghe orafe realizzavano creazioni con le perle reperite dai commercianti veneziani, giunte dal Medio Oriente. Molto più tardi, tra il 1940 e agli anni ‘90 Milano è diventata un polo molto importante, ma ha perso la sua competitività nei confronti di Valenza e quindi il suo settore orafo si è prosciugato. Oggi abbiamo la fortuna di avere vicino aziende come Pomellato e Buccellati che sono due realtà importanti e quindi sto facendo di tutto anche a livello istituzionale per valorizzare il made in Milano. In futuro avremo una nuova fabbrica dove apriremo un’aula didattica per fare scuola. Personalmente credo tantissimo nell’artigianato, nel lavoro manuale e nel potenziale di Milano perché la nostra città ha un’immensa offerta culturale.

Marco Valente High Jewelry, orecchini, collana e bracciale della collezione Essence in oro bianco e diamanti.
TD: L’estetica milanese influenza il vostro punto di vista stilistico?
MV: L’unicità della nostra marca consiste nell’eccellenza della manifattura basata su standard qualitativi elevatissimi in termini di tecnologie e di sperimentazione. L’obbiettivo è valorizzare le pietre mettendo meno oro possibile, togliendo barriere e liberando la bellezza della pietra per poter essere più visibile. La gioielleria firmata Marco Valente High Jewelry ha uno stile riconoscibile perché è lo stile milanese: una summa di qualità come understatement, eleganza, ricerca e innovazione, minimalismo, attenzione al dettaglio e alta qualità. L’architettura milanese è tutta fondata sulla simmetria e si riflette nel nostro stile.

Collana trasformabile Lighthouse in oro bianco con diamante centrale giallo taglio goccia (carati 20,00) e diamanti taglio goccia (carati 36,00) – One of a kind.
TD: La trasformabilità è una delle caratteristiche delle vostre creazioni di alta gioielleria. Cosa rappresenta per voi e come si lega all’universo femminile?
MV: Premetto che sono innamorato del pianeta donna, il 90% delle persone che lavorano in azienda sono di sesso femminile. Il primo obbiettivo nei confronti delle clienti è di mantenere quella leggerezza di cui le parlavo prima e quindi far sorridere la donna permettendole di divertirsi e gioire indossando uno dei nostri gioielli. La trasformabilità e la multi-portabilità garantiscono che le creazioni siano sempre in grado di seguire le evoluzioni e i desideri della femminilità in ogni momento della sfera quotidiana.
La seconda missione legata alla trasformabilità riguarda l’esercizio tecnico, perché non è facile realizzare gioielli durevoli, resistenti e luminosi; tutto ciò richiede estrema competenza sotto l’aspetto stilistico e tecnologico.
Anello trasformabile Two in one in oro bianco con diamanti taglio marquise e taglio cuscino (totale carati 4,60). Il gioiello ha una giuntura invisibile che permette di indossarlo in più modi: chiuso su un dito o aperto su due dita.
TD: Lei è il designer di ogni gioiello firmato Marco Valente High Jewelry. Come avviene il processo creativo?
MV: Il nostro mestiere è legato al bello e al design, ma la prima attenzione è verso il mercato per ascoltare e capire cosa esso desideri. È un percorso evolutivo in cui convergono la mia milanesità, la mia cultura nel mondo della gioielleria, la mia sensibilità unite alla tecnologia e al savoir-faire. Il prodotto dell’alto di gamma è lento. Giorgio Armani diceva che nell’alta moda le collezioni non possono essere troppo veloci, devono avere un tempo di sedimentazione, un tempo di comprensione. Aveva ragione e io aggiungerei che nel nostro mestiere esiste anche un tempo di esecuzione. L’attenzione alla qualità è fondamentale e per raggiungere alti standard qualitativi c’è bisogno di tempo e di grande competenza, in ogni passaggio e a ogni livello della filiera.

Anello a spirale Circle in oro bianco con un diamante taglio ovale, un diamante taglio smeraldo e un diamante taglio goccia (Ct 1,00 + 1,00 +1,00) D-E, F, SI-VS e diamanti per un totale di 4,5 carati.
TD: Per quanto riguarda la distribuzione, sul mercato italiano avete scelto di seguire i rapporti con la clientela direttamente dallo show-room in via della Posta 8, in Piazza Affari a Milano.
MV: Esatto, credo che in Italia sia per noi importante comunicare direttamente al cliente. Mentre, invece, a livello internazionale ci avvaliamo di rivenditori super qualificati, iper-selettivi e di grandi dimensioni a cui proponiamo i nostri progetti. La componente fondamentale resta la formazione, essenziale per trasmettere correttamente i nostri principi e il nostro messaggio ai rivenditori affinché questo possa giungere in maniera coerente al consumatore finale. Per questa ragione abbiamo deciso che in Italia siamo noi a dialogare e a raccontare la nostra storia attraverso questo show-room. Siamo una grande marca con una piccola dimensione, ciò significa dare più attenzione alla qualità che la quantità. Oggi, rispetto al passato, abbiamo il grande vantaggio della velocità della comunicazione attraverso validi partner.

A livello internazionale la marca è distribuita prevalentemente nei migliori retailer di alta gioielleria Europei e del Middle-East dove, di recente, il brand è entrato negli store di Dubai e Abu Dhabi di A. Seddiqui & Sons. Nella foto bracciale, anello e orecchini della collezione Gourmette in oro bianco e diamanti.
TD: Ovviamente eseguite anche gioielli custom made.
MV: È certamente una delle nostre caratteristiche; abbiamo una flessibilità a 180 ° per accogliere tutte le richieste differenti, dalle commesse delle case reali a quelle del singolo cliente. È uno stimolo, un onore; per noi è fondamentale il servizio. Nasciamo ascoltando il mercato e i clienti con un approccio di umiltà e passione. La gratitudine di essere scelto e apprezzato è tra i termini che più prediligo nel mio vocabolario.

Nella foto Anello Embrace in oro bianco con un diamante taglio goccia, un diamante taglio cuscino (Ct 2,00 + 2,00), E-F, SI-VS e diamanti taglio brillante per un totale di 5,90 carati.
TD: Sentimentalmente cosa rappresenta un diamante per lei?
MV: Spesso si tende a banalizzare, mentre nel nostro settore ci sono fattori imprescindibili di ricerca e competenza, per esempio nelle fasi di taglio di un diamante. Dopo tanti anni di lavoro, quando ho in mano una pietra provo ancora delle emozioni derivanti dall’armonia, dal taglio, dalla luce, dalle proporzioni. Il diamante parla, trasmette la propria energia. È un minerale che subisce l’influenza della terra per milioni di anni, soggetto a pressioni, temperature, stress, vibrazioni. È un pezzo di natura che provoca un’attrazione su coloro che lo sanno guardare e ascoltare. Per questo motivo nel nostro settore ci sono addetti ai lavori che fanno il mio mestiere da tutta la vita, ne sono innamorati, sono stati per così dire “contaminati” dal magnetismo delle pietre preziose e continuano a subirne l’influenza. La bellezza del nostro mestiere risiede proprio nell’avere la fortuna di poter entrare in sintonia con la bellezza più primordiale della terra.
